La lingua ceca, čeština in ceco, molto spesso definita come assai musicale e piacevole da ascoltare, è una lingua slava occidentale diffusa quasi in Repubblica Ceca da circa 10 milioni di persone e da circa 6 milioni di persone che la usano come seconda lingua. Il termine slava fa già intendere che questa lingua è strettamente collegata ad altre lingue europee il cui più celebre rappresentante è il russo. L'aggettivo occidentale, invece, sottolinea la sua appartenenza ad un ramo preciso all'interno delle lingue slave e cioè a quello che accomuna il ceco allo slovacco (con cui è mutualmente intellegibile) e al polacco.
Come ogni lingua slava moderna a parte il bulgaro, il ceco è una lingua flessa, come il latino. La funzione delle parole nella frase sarà quindi decisa da una apposita terminazione, che si chiama "caso". Nel caso del ceco i casi sono 7 (uno in più del latino e del russo) e sono: Nominativo per il soggetto, Genitivo, Dativo, Locativo e Strumentale (ognuno ha molte funzioni a seconda della preposizione che lo precede o se si presentano isolati), Accusativo per il complemento oggetto e il moto a luogo e Vocativo.
L'uso dei casi garantisce un ordine molto libero alla frase; anche scambiando di posto le parole il significato non cambierà in quanto la funzione è stabilita dal caso. Quindi se in italiano "Antonio prende in giro Andreina" con l'intonazione normale non è la stessa cosa di "Andreina prende in giro Antonio", in ceco si può invertire tranquillamente "Andrea si dobírá Tondu" = "Tondu si dobírá Andrea", per cambiare dovremmo inserire al contrario gli accusativi e diremmo: "Andreu si dobírá Tonda" = "Tonda si dobírá Andreu".
I sostantivi, poi, si dividono nei tre generi maschile, femminile e neutro da cui dipendono le desinenze dell'aggettivo, di altri sostantivi collegati, di alcune forme verbali e dei casi grammaticali. I maschili si dividono ancora in animati e inanimati e anche questo ha un peso non da poco sulle desinenze che sceglieremo per gli altri elementi nella frase. Per quanto riguarda poi il numero, il ceco come l'italiano ha un singolare e un plurale.
Se tutta questa divisione dei sostantivi vi ha spaventato, ora passiamo ai verbi che sono - almeno nelle loro forme e tempi - molto più semplici che in italiano. Hanno solamente un presente e un passato (per il futuro usano un ausiliare) ma si dividono in due classi: perfettivi e imperfettivi, a seconda della sfumatura temporale che si vuole dare.
Per quanto riguarda la negazione di una frase è sufficiente inserire un 'ne-' prima del verbo: mám = ho, nemám = non ho.
La pronuncia del ceco è molto semplice. Segue esattamente la scrittura e tranne rari casi un italiano dovrebbe leggerlo senza difficoltà. Per qualche particolarità vedi la sezione poco più giù.
Una particolarità del ceco è l'importanza della durata delle vocali. Tutte le vocali possono essere brevi o lunghe (contrassegnate da un accento acuto <á>, da non confondere con l'accento che invece è fisso sulla prima sillaba di ogni parola). Di seguito indicheremo una vocale lunga con una doppia vocale. Fate attenzione a pronunciare le vocali lunghe per almeno il doppio della durata di quelle italiane. Sbagliare la durata delle vocali può portare a fraintendimenti:
zpráva = notizia, messaggio vs. zprava = a destra
dal = lui/lei dava, ha dato vs. dál = oltre, ancora
d' o Ď: come d ma molto dolce, come se stesse per pronunciare una "i" dopo
f: f
g: sempre dura come in gara
h: sempre aspirata come in inglese "house"
ch: esattamente come la 'h' ma più debole.
j: suono semiconsonantico, simile alla "i" di ieri (nel corso del frasario sarà resa sempre come "j")
k: k come la 'c' in casa
l: l
m: m
n: n
ň o Ň: come n ma molto dolce, come se stesse per pronunciare una "i" dopo
p: p
q: ku ma è presente solo nelle parole straniere
r: r
ř: suono tipico solo del ceco, è un brevissima "r" seguita subito da una "ž" di journal in francese. Nel corso del frasario la indicheremo con la stessa lettera ceca.
s: sempre sorda come in "solo"
š: "sc" come in sciagura (nel corso del frasario sarà sempre resa come 'sc')
t: t
t' o Ť: come t ma molto dolce, come se stesse per pronunciare una "i" dopo
v: v
w: v, presente solo nei prestiti
x: ks, come il suono inglese
z: "s" sonora come in sbucare
ž: "j" francese di journal (nel corso del frasario sarà sempre resa con la lettera ceca ž)
Tranne il suono ř, il resto delle lettere ceche non presenta particolare differenza dall'italiano. Per questa lettera in particolare, cercate di pronunciare velocemente il gruppo rž, in cui la r è brevissima. Esempio: třitři = tre. Nel corso del frasario la indicheremo con la stessa lettera ceca.
L'accento in ceco è fisso sempre sulla prima sillaba, motivo per cui nel corso di questo frasario non indicheremo l'accento, dando per scontato che sia ad inizio di ogni parola.
Tutte le lettere "sonore" finali (b,d,d',g,h,v,z,ž) si pronunciano sorde (p,t,t',k,ch,f,s,š). Esempio:zub. zub = dente
Le lettere t', d' e n' sono dette palatali e il loro suono è addolcito rispetto alle lettere senza apostrofo. Nella scrittura, quando sono seguite dalla vocale 'e' l'apostrofo si fonde: dě, tě, ně
Il gruppo 'mě' si pronuncia /mne/
r e l possono servire da vocali quando non ce ne sono altre nella parola. Esempio:skrz. skrz = attraverso
Il dittongo 'ou' si legge come una 'o' lunga.
Attenzione infine al gruppo consonantico 'sh' che non è simile all'inglese di ship ma si pronuncia come una s seguita da un'aspirazione del tipo di "house" in inglese. In alcuni dialetti boemi, quella scrittura si rende come una semplice 's'.
Bozza: l'articolo rispetta il modello standard e ha almeno una sezione con informazioni utili (anche se di poche righe). Il piè pagina è correttamente compilato.