La popstar svedese lo dichiara nella prima traccia: ‘Anche le robot hanno sentimenti’ e Body Talk è zeppo di emozioni. L’album è stata la pista di lancio per ‘Dancing On My Own’ e ‘Call Your Girlfriend’, due iconiche ‘hit tristi’ del Ventunesimo secolo, dando il via a un’ondata di inni malinconici ma trionfali, da ballare piangendo in discoteca. Il fulcro emotivo dell’album non consiste però solo in quei classici istantanei. Per esempio, ‘Love Kills’ e ‘Hang With Me’ ricordano di corazzarsi contro le potenziali ferite e sofferenze causate dall’amore. Accanto a questi importanti momenti di vulnerabilità, ci sono canzoni spavalde, che traboccano di sicurezza, vedi la cruda ‘Don’t Fucking Tell Me What to Do’ e la bizzarra, meravigliosa collaborazione con Snoop Dogg ‘U Should Know Better’, caratterizzata da ritmi pulsanti e da una giocosa baldanza. A parte la popstar svedese, sono infatti poche le persone che riuscirebbero a essere credibili cantando un verso come “Even the Vatican knows not to fuck with me” [“Anche il Vaticano sa che con me è meglio non immischiarsi”]. E ogni singola canzone aggiunge qualcosa di indispensabile alla visione espressa sin dal principio da un lavoro impeccabile ed equilibrato, con una protagonista che non ha paura di mettere a nudo la propria anima.
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