Composto nel 1896 ed eseguito appena due volte in pubblico l’anno seguente, l’Ottetto di Charles Martin Loeffler è stato casualmente riscoperto nel 2020 dal clarinettista Graeme Steele Johnson, che qui lo ripropone in una prima incisione mondiale. Con un’apertura brahmsiana, un ‘Adagio molto’ influenzato da Wagner e un vivace finale ‘alla Zingara’, l’opera esemplifica l’originale sintesi stilistica del compositore tedesco adottato da Boston, ma anche la ricerca di un’identità nazionale che all’epoca impegnava la scena musicale americana. Intriso del simbolismo che l’autore integrava nella propria estetica, un adattamento di Prélude à l’après-midi d’un faune di Debussy inaugura un programma concluso da Timbres oubliés, altro gioiello raro di Loeffler, in una versione arrangiata dal titolare del progetto e dall’arpista Bridget Kibbey.
Video
- François-Xavier Poizat, Michael Foyle & Jamie Walton
- Boris Andrianov, State Academic Symphony Orchestra of Russia Evgeny Svetlanov & Timur Zangiev
- Renaud Capuçon & Orchestre de Chambre de Lausanne
- Nikita Boriso-Glebsky & Georgy Tchaidze
- Ulf Wallin & Roland Pöntinen
- Emmanuele Baldini & Luca Delle Donne