Il nebuloso swing di una title track allungata per un fortuito errore è il palcoscenico sul quale Grant Green si esibisce in lick hard bop e blues che lasciano ampi spazi di manovra a piano, vibrafono e sax. L’interazione guadagna rapidità in ‘Jean de Fleur’ per poi recuperare parzialmente l’ipnotico mood sospeso tra le strutture di ‘Django’, dove il chitarrista si confronta con il tenore intimo di Joe Henderson e appoggia i propri soli al misurato stile cool di Duke Pearson e Bobby Hutcherson.
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