

C’è chi afferma che non si può dire di aver davvero sentito il clarinetto se non ci si imbatte in Martin Fröst. Insieme al pianista Roland Pöntinen e al contrabbassista Sébastien Dubé, il virtuoso compone qui una formazione originale che si avventura nella dimensione malinconica tipica delle improvvisazioni notturne, rileggendo brani di un repertorio in cui il Barocco incontra jazz e folk. Il programma passa così attraverso le acute rielaborazioni di una danza tradizionale scandinava, di una sonata di Scarlatti e di due gioielli di Chick Corea, per arrivare al saluto finale su Gordon Jenkins.