Songs of Surrender

U2
Songs of Surrender

“La gente dice che le canzoni sono come dei figli”, racconta Bono a Apple Music. “Si sbagliano: sono come dei genitori. Ti dicono cosa fare, come vestirti. Ma dopo un po’, se hai successo, si fanno grandi. Non sono più tue. Con questa raccolta, in un certo senso, volevamo provare a riascoltarle e a chiederci ‘Resisteranno al passare del tempo? Reggeranno anche senza la potenza di fuoco di un gruppo rock come gli U2?’” In 45 anni di carriera, raramente la band si è guardata indietro. Il libro autobiografico Surrender, pubblicato dal frontman nel 2022, ha segnato un cambiamento, raccontando la storia della sua vita attraverso 40 pezzi. Favorita dalle chiusure imposte dalla pandemia, questa compilation ne è una diretta conseguenza, con 40 brani (10 per ogni componente) selezionati dal vasto catalogo della formazione irlandese e completamente reinterpretati, per gran parte in versione acustica. “Improvvisamente abbiamo avuto lo spazio e il tempo per fare musica senza pressioni o aspettative”, dice The Edge. “Era un’idea che accarezzavo da un po’, quella di provare a proporre in modo ridotto all’essenziale alcuni brani che abbiamo fatto negli anni. La cosa bella è anche che non c’era nessuna necessità di pubblicarli, se non ci fossero piaciuti”. Per Bono, rivisitare il passato in modo tanto profondo non sarebbe stato possibile se la band non avesse lavorato così assiduamente per produrre nuova musica. Il progetto è al contempo un bilancio di ciò che hanno fatto e un’indicazione di dove possono ancora andare. “Songs of Surrender può esistere solo grazie allo straordinario slancio verso il futuro”, spiega. “Per essere onesti, il nostro batterista è infortunato e non può suonare rock ’n’ roll. Se consideriamo questo interesse per le sonorità acustiche e l’intimismo come il nuovo punk rock — ed è così — credo davvero nel potere dell’intimità e nel modo in cui oggi usufruiamo della musica”. Il risultato finale non è solo un’occasione per rinnovare (o in alcuni casi correggere) gli arrangiamenti, ma anche per rivedere i testi che hanno cambiato significato nel tempo. Tracce come ‘Out of Control’ e ‘Stories for Boys’, scritte da teenager con la foga del punk, assumono un peso diverso. ‘Bad’, tratta dall’album The Unforgettable Fire del 1984, è stata riscritta in prima persona, dal momento che Bono, rispetto a 40 anni fa, ha cambiato la propria concezione di dipendenza. Mentre gli U2 si preparano a riportare sul palco a Las Vegas l’epocale Achtung Baby, parlando del significato di Songs of Surrender il cantante dimostra di saper ancora abbracciare un ego da rockstar. “È al contempo un atto di vanità e una resa dei conti”, confessa. Continua a leggere per immergerti in alcuni episodi chiave del progetto insieme a Bono e The Edge. Stories for Boys Bono: “Immagino sia una sorta di fantasia giovanile, ma non è ben delineata. Per questa raccolta non ci siamo limitati a definirla, ma Edge l’ha cantata ed è stata stravolta. Ora ha una risonanza del tutto diversa”. The Edge: “L’abbiamo riscritta guardando a come eravamo nel 1979, quando l’abbiamo iniziata: dei ragazzi. Con questa distanza in termini di tempo ed esperienza, siamo riusciti a osservare ciò che eravamo e a finire il testo, cosa che non avremmo mai potuto fare all’epoca”. Bad Bono: “Alcune canzoni, quasi tremavo nel cantarle. Ho fatto questo brano, che parla di un mio amico che ha quasi perso la vita in un paio di occasioni: da bambino in un attentato terroristico nella nostra città e poi per colpa dell’eroina. Mi sono chiesto ‘Posso cantarla?’. Perché anch’io devo avere qualche dipendenza. Non sono sicuro di quale sia la mia droga, ma è chiaro che ci sono cose di cui mi devo liberare. L’ho riscritta in prima persona, e interpretarla è stata contemporaneamente molto difficile e molto facile”. All I Want Is You Bono: “Svelo un trucco che ho utilizzato in ‘All I Want Is You’, pezzo in cui cantavo dal punto di vista della musa: ‘So you say you want a diamond on a ring of gold’ [‘Così dici che vuoi un diamante su un anello d’oro’]. Ascoltandola da fan pensi che sia Bono che si rivolge a sua moglie, ma poi ti accorgi che è lei che si rivolge a lui, dicendo ‘Non mi serve’. È stato bello poterlo dichiarare veramente e trattare il testo e la melodia con un certo rispetto”. If God Will Send His Angels The Edge: “Il fatto è che mi sono reso conto che non avevamo evidenziato tutta la melodia nel modo giusto. L’abbiamo mantenuta astratta ed era molto meglio di quanto si potesse intuire dalla canzone. Così ho cambiato gli accordi e un sacco di altre cose. Stessa melodia e stesso testo, ma ora è un brano più bello”. Bono: “Non è lo stesso testo”. The Edge: “Ah, giusto! Abbiamo cambiato le parole”. City of Blinding Lights The Edge: “La cosa divertente è ascoltare tracce come ‘City of Blinding Lights’, che alle mie orecchie suona come un testo completamente diverso, perché Bono lo interpreta in un modo che non sarebbe stato possibile con la versione rock. Lo stesso vale in molti altri brani: ascoltandoli ti sembrano differenti. Penso sia per questo che [Bono] ha scelto di cambiare il testo di molte canzoni. Era una bella occasione per cantare parole che prima non esistevano”.

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