Madame

Colmando di slancio le distanze tra rap, pop e canzone d’autore, Madame propone un paradigma originale nella musica italiana. La vicentina Francesca Calearo (2002) non è nemmeno maggiorenne quando ‘Sciccherie’ (2018) comincia a girare in rete, tra gli account social dei coetanei e quello di una star del calcio come Cristiano Ronaldo. Con uno pseudonimo creato da un generatore di nomi per drag queen (in origine Madama Wild), la cantante incarna una fluidità che traspare in versi impermeabili agli stereotipi sulla femminilità e anzi critici dei ruoli e dei canoni prestabiliti. Nutrita del mito di Fabrizio De André e cresciuta alle pendici sonore della trap, la sua poetica gioca con i simboli e scava a fondo nell’autoanalisi, per esaminare le radici del desiderio o del senso di alienazione personale e generazionale. Queste qualità non hanno affascinato soltanto colleghi veterani del calibro di Marracash, che l’hanno voluta sulle loro tracce, ma anche i tantissimi giovani che in un modello così trasversale hanno sentito un conforto e una liberazione. La platea di estimatori si è ampliata enormemente dopo il debutto a Sanremo nel 2021 con ‘Voce’, brano che ne ha anticipato l’omonimo album di debutto. Sempre decisiva in veste di MC, l’artista tuttavia trascende le scuole di pensiero e di genere: se le soluzioni ritmiche e le immagini fulminanti delle barre stupiscono gli intenditori di rime, i testi parlano già una nuova lingua, che lei stessa ha contribuito a codificare.