Placebo

Anomali ospiti glam alla festa del britpop, i Placebo seguono percorsi alternativi verso il successo, spaziando dall’elettricità garage degli esordi a un raffinato ibrido di rock ed elettronica, con un piede nel passato e uno nel futuro. - Per il frontman Brian Molko, il nome del gruppo (fondato con il bassista Stefan Olsdal) è frutto di un gioco tra il significato latino “io piacerò” e la moda anni ’90 di battezzare le band ispirandosi al campo semantico di farmaci e sostanze. - La traduzione inglese del grunge e l’alba di un’inarrestabile esplorazione dei temi LGBTQ+ sono il fulcro di ‘Nancy Boy’, prima debordante hit che nel 1997 sgancia fra le distorsioni un inno pulsante e liberatorio. - Il 1998 segna un momento di svolta: impreziosito da un cammeo di David Bowie, Without You I’m Nothing adotta tinte più dark e rilegge il post-punk in chiave cupa, aprendosi la strada del boom globale con singoli quali ‘Every You Every Me’ e ‘Pure Morning’. - Chiamata a omaggiare le proprie radici sullo schermo in Velvet Goldmine (1998), la formazione veleggia progressivamente verso una personale dimensione pop che prende piede con vigore a terzo millennio inoltrato, dopo i vaghi accenni hip-hop di Black Market Music (2000), le cavalcate di Sleeping With Ghosts (2003) e la ruvida aggressività di Meds (2006). - Situazionismo e ribellione animano una creatura che entusiasma le arene e nel 2022 inaugura con Never Let Me Go un nuovo corso in versione duo.