Negli arrangiamenti di Fletcher Henderson palpita il fermento di un jazz in divenire. Tracciando una linea tra il dixieland e New York e riformulando blues e stomp, il pianista e direttore ha contribuito a porre le basi per lo swing. L'andamento staccato e danzereccio delle pagine è sottolineato dalle inflessioni ritmiche di cornettisti e trombettisti come Louis Armstrong e da un intreccio di temi convergenti su tappeti di sincopi scattanti. Creando nuovi spazi per botta e risposta frizzanti, i suoi pezzi esaltano anche le voci dei sax di Benny Carter o Coleman Hawkins, che militarono con lui.