Nonostante il virtuosismo fulmineo e leggendario che, specialmente grazie ai 24 Capricci, ne ha cementato la caratura e la fama, Niccolò Paganini è stato capace di esprimere appieno tutte le sfaccettature del proprio talento anche abbassando la velocità delle sue partiture. Fra placidi e gioiosi zampilli affiancati dalla chitarra e i chiaroscuri soffusi su un tappeto di pianoforte, il gigante del violino sa comunque dare prova di un eclettismo straordinario nelle composizioni più quiete, che nella loro velata calma brillano di una luce forse ancora più intensa e controllata.