

La capacità di creare musiche ricche di sfumature che aderiscono al carattere di scene e personaggi ha consentito a Rachel Portman di diventare la prima donna a vincere un Oscar® alla migliore colonna sonora. La vera qualità della compositrice è però il dono di spaziare nel planisfero stilistico a seconda delle necessità, riducendo allo stretto indispensabile interventi che citano tanto gli archi romantici quanto il jazz manouche. Nel 2020, il pastorale esordio discografico dopo 38 anni dietro le quinte rivela una profonda sensibilità ambientalista affidata a pianoforte, violino e violoncello.