“Voglio offrire una panoramica sulla mia storia e sui miei modelli, sulla musica che negli anni ha forgiato il mio sguardo e il modo in cui creo”, dice Fort Romeau a Apple Music a proposito di questa selezione. “Ho incluso anche alcune mie tracce, cercando di comporre una scaletta per unire i puntini tra ciò che ho realizzato e i nomi che mi hanno guidato, con i quali sento di condividere una certa prospettiva o che mi toccano in qualche maniera”. Le sue scelte sono ampie, ma ci sono momenti che rimandano direttamente all’ultimo Beings of Light. “Nel mio nuovo disco, per esempio, ci sono netti richiami minimal house. ‘Ramona’ e ‘Power of Grace’ si riallacciano ai pattern percussivi alieni di Margaret Dygas e Thomas Melchior, in combinazione con i consueti echi della deep house statunitense, dell’ambient e della techno del Regno Unito”. Tra le sonorità che l’hanno formato, l’artista cita quelle di ‘Morning Factory’, di Ron Trent e Chez Damier: “Rappresenta tutto quello che amo di house e techno. Timbri profondi, allucinati, coinvolgenti, con una linea di basso calda, il perfetto equilibrio tra mente e corpo per uno stile assolutamente senza tempo”. E definisce ‘Love’ di Luke Slater “uno dei brani che apprezzo di più in assoluto, firmato da un gigante della scena. Cattura perfettamente la misteriosa emozione tra malinconia ed euforia, che per me è l’essenza della grande elettronica, particolarmente radicata nella tradizione britannica”.