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Paolo Benanti Paolo Benanti is an Influencer

Professore presso Pontificia Università Gregoriana

Solo se sapremo addomesticare l’innovazione dell’IA con i guardrail della sussidiarietà e della ricerca del bene comune potremo sperare in un progresso che sappia farsi autentico motore di sviluppo umano. Guardiamo a giugno allora con speranza, perché l’algoretica possa diventare un cardine di questa stagione. #ethics #etica #algorethics #algoretica https://lnkd.in/eEu-tqu7

Tecnologia. G7, IA e regole: addomesticare gli algoritmi

Tecnologia. G7, IA e regole: addomesticare gli algoritmi

avvenire.it

Carlo Mazzucchelli

🍒Marketing Director - 🍒Philosopher, 🍒Writer (22 books) and Journalist - 🍒 Web Strategist and Entrepreneur (SOLOTABLET) - 🍒Trainer - 🍒 Co-creator of STULTIFERANAVIS.IT

7mo

L'addomesticamento dell'IA da parte di umani già addomesticati dalle nuove tecnologie mi sembra un corto circuito perfetto. Ci è stato chiesto di adattarci, anche senza bisogno di apprendere, poi di adottare quello che la tecnologia ci offre, infine di adeguarci assimilando le regole, le logiche, le interfacce, le normative definite da chi possiede la tecnologia. Si parla tanto di bene comune e mi piacerebbe che qualcuno di coloro che mettono il loro MiPiace a un post come questo spiegassero cosa intendono per esso. In particolare mi piacerebbe capire come si sposi Capitale (nessuna piattaforma tecnologica si sarebbe affermata senza un processo di finanziarizzazione privata di aziende e startup) e Bene Comune, dove si trovi il bene comune in realtà digitali che hanno trasformato Internet in piattaforme di proprietà privata che erogano servizi online per generare profitto. Non credo che privato e comune possano stare bene insieme. Sempre pronto a cambiare idea se qualcuno si prenderà del tempo per dialogare. Nel frattempo cerco di svelare a me stesso l'inganno a cui, insieme a tutti gli altri ormai interconnessi tra loro, sono costantemente esposto. Come arma di difesa mi esercito nel "pensare, apprendere e nell'empatizzare".

Corrado Tagliente

Senior Network Architect

7mo

Ricordo le ore trascorse a studiare il pensiero di Hegel, un faro che illuminava anche alcuni filosofi che lo avevano preceduto. La sua dialettica, che lega il reale al razionale, offre a mio avviso un modo per esplorare questo dilemma. Secondo Hegel, la realtà si evolve attraverso un processo di tesi, antitesi e sintesi, che porta sia benefici che svantaggi. Nell'innovazione tecnologica, come l'intelligenza artificiale, vediamo questo processo all'opera. La tesi è il desiderio di migliorare le capacità umane con la tecnologia, mentre l'antitesi comprende le preoccupazioni etiche e il rischio di abusi. La sintesi, compito della società, è trovare un equilibrio che rispetti principi etici come la sussidiarietà e promuova il bene comune. Potremmo affermare che il processo dialettico è un movimento perpetuo e ripetuto, in cui le contraddizioni sono solo apparenti e si risolvono attraverso la sintesi e questo, ammetto, mi offre una certa tranquillità di fronte alle incertezze del futuro, senza nemmeno la necessità di dover "ritornare a Parmenide", come direbbe Severino.

Ippolito Forni

Threat Intelligence Consultant / A.I. Shaman at EclecticIQ

7mo

Gran bell'articolo Paolo Benanti quanto segue pero', a mio avviso, non e' corretto "Questa nuova forma di centralizzazione nei cloud però adesso porta con sé anche una centralizzazione della capacità computazionale personale associata alla democrazia." Non e' corretto in quanto quella che descrivi e' la situazione di adesso: grossi LLM controllati dai giganti del Big Tech. Il futuro sono gli edge SLM (Small Language Models) personalizzati che, entro un paio di anni al massimo, saranno sullo smartphone di tutti, senza necessitare di connessione esterna. Esattamente come siamo passati dai mainframe ai personal computer. e.g. Ora sono in possesso di un laptop in grado di fare girare un LLM e di uno smartphone in grado di fare girare un SLM. Li ho strapagati in quanto sono la frontiera, come negli anni '60 si strapagava la Olivetti 101 in quanto il personal computer, ovvero quella scatola sconnessa che fa tutto da sola senza necessita' di collegarsi al mainframe era qualcosa di avveniristico. Il passaggio e' simile, ma invece di decenni, richiede mesi.

Gabriele Micozzi

CONSULENTE STRATEGICO DI SALES, MARKETING, COMUNICAZIONE, ORGANIZZAZIONE presso Gabriele Micozzi

7mo

Gentile Professore Benanti, Apprezzo il suo impegno nel promuovere un'etica dell'IA e nel sottolineare l'importanza dei guardrail della sussidiarietà e della ricerca del bene comune nel guidare l'innovazione tecnologica. Tuttavia, mentre riflettevo sul suo post, non posso fare a meno di notare che, in alcuni casi, l'idea di addomesticare l'innovazione sembra incontrare resistenza nell'ambiente normativo. Sembra che i regolamenti, pur essendo concepiti per guidare l'innovazione in modo responsabile, possono essere interpretati e talvolta aggirati in modi che portino a pratiche poco etiche, talvolta il regolamento stesso è uno stimolo al suo superamento, come una palizzata che stimola i curiosi a superarla. La recente proliferazione di algoritmi che manipolano i risultati dei motori di ricerca per fini di lucro, ignorando i principi etici, suggerisce che, nonostante i regolamenti esistenti, vi sia ancora molto da fare per garantire che l'innovazione sia veramente al servizio del bene comune. Il vero antidoto come per ogni cosa è la cultura e non la norma.

Gabriele Micozzi

CONSULENTE STRATEGICO DI SALES, MARKETING, COMUNICAZIONE, ORGANIZZAZIONE presso Gabriele Micozzi

7mo

Credo fermamente che, nonostante queste sfide, vi sia una strada verso una cultura di rispetto e crescita autentica. Questa strada può essere tracciata attraverso non norme- che vedo molto sussidiarie ed accessorie e risolvere il problema - ma una educazione etica e una sensibilizzazione sulle implicazioni delle nuove tecnologie. Investire nella formazione di professionisti e cittadini consapevoli delle implicazioni etiche dell'IA può aiutare a coltivare una cultura che incoraggi l'innovazione responsabile e il progresso umano autentico. Guardiamo con fiducia al futuro, sperando che insieme possiamo costruire un ambiente in cui l'etica e l'innovazione collaborano armoniosamente per il bene di tutti. Cordiali saluti,

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Stefano Devescovi

Membro della Segreteria Tecnica Esperti PNRR Regione Lazio

7mo

Assolutamente d’accordo. Accanto al cardine dell’etica degli algoritmi, occorrerà pensare anche a meccanismi di certificazione del loro percorso di formazione e abilitazione. Perché se è pur vero che i primi ingegneri, medici e scienziati non erano “laureati”, è stato solo con la strutturazione di percorsi ufficiali di formazione e certificazione che le varie discipline associate alla conoscenza umana hanno potuto svilupparsi. Forse è prematuro pensare ad una “università per gli algoritmi” ma, almeno, potrebbe essere utile cominciare a riflettere a degli “esami di stato” che ne certifichino il livello di abilitazione alla professione per cui sono stati pensati. 

Milvo Ferrara

Co-Fouder di SENSERS S.r.l.s

7mo

La presenza del Santo Padre al G7 di giugno mi rassicura, pochi leader mondiali hanno la Sua capacità di essere del e nel mondo come Lui, mi sembra evidente che siamo veramente al giro di boa di un Epoca, non sarà facile governare questo giro, mi sembra evidente, anche leggendo i commenti in questo post, ma comunque si deve procedere, anche in ordine sparso…, ma ad un certo punto sarà naturale vivere il cambiamento, nel mentre ognuno si prepari come può e come sa, fortunatamente abbiamo punti di riferimento, come Padre Paolo, che sollecitano il nostro spirito critico e, l’ordine sparso incomincia a divenire una questione etica e morale, certo non possiamo parlare di etica dell’Ai e poi, i mercati ne hanno un altra…, come per la sussidiarietà verticale o orizzontale, che nel tempo è diventata motivo di scambio “non sempre trasparente e scevro d’interessi particolari”, dovremmo incominciare a parlare di circolarità anche quando si parla di sussidiarietà, in merito ricordo la carta di Lipsia sulle città sostenibili Europee, come farò laico EU visto che quello Cristico lo abbiamo ben puntato, camminiamo insieme verso una meta condivisa di un futuro governato e condiviso da noi con l’anima e il web3 😊🧡♥️💚💙🙏

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In un'epoca in cui la velocità del progresso tecnologico ha cambiato il paradigma, da lineare a esponenziale, e in cui il legislatore ha aumentato il ritardo verso la correzione delle storture della libertà di intraprendere servono delle voci che segnalino i pericoli più che regole che li anticipano in una visione oscurantista. Il web ci ha già deluso una volta, creando ricchezze e potere per chi ha saputo essere competente e spregiudicato negli anni della creazione di questo nuovo mondo; stiamo tutti, ognuno per quanto ha capacità, vigili a evitare una replica nel campo della frontiera dell' innovazione...

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Massimo Somma

Business Development

7mo

Il progresso scientifico non è un'acquisizione costante e cumulativa di conoscenza, dovrebbe essere guidato dalla filosofia della scienza incentrata sui suoi aspetti epistemici e semantici, ma senza mai dimenticare l'essenza metafisica, spirituale dell'universo che è la guida nell’infinito indefinito. Senza guida il progresso va in crisi, “una crisi innanzitutto antropologica. Un uomo che ha perso ogni riferimento di fondo, che non sa più chi è”. L'evoluzione tecnologica deve per forza guardare indietro alla storia ed essere guidata dai talenti umani, dai valori, dall’etica e dalla ricerca del bene comune!

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