Il Sole 24 Ore: La Generazione Z sta lasciando l'Italia. Il 35% è pronto a espatriare per migliori opportunità lavorative.
Se c'è una cosa che ho imparato, dopo quasi 30 anni all'estero, è che la notizia della 'fuga dei cervelli' va sempre bene. Ogni anno vengono pubblicate ricerche a riguardo, che dicono inevitabilmente la stessa cosa.
Una previsione semplice? Nei prossimi giorni i vari 'new media' (Will, Factanza, etc.) riprenderanno la notizia con la solita litania dell'ovvio: non siamo pagati, non siamo apprezzati etc.
È un fatto, per carità, ma le lagnanze che ogni volta ne emergono... 🤦♂️ Pensiamo a come uscirne, piuttosto.
Il Sole:
La recente indagine Ipsos per la Fondazione Barletta lancia un allarme sul futuro del nostro capitale umano. Il 35% degli under 30 italiani è disposto a lasciare il Paese in cerca di opportunità e salari più elevati, con l'85% pronto ad allontanarsi da casa per un lavoro gratificante. Questa tendenza coinvolge professioni ad alto valore aggiunto come medici, ingegneri e specialisti ICT, mettendo a rischio il futuro economico dell'Italia.
Nonostante la denatalità e l’emigrazione dei giovani, il nostro Paese deve fare i conti con un panorama lavorativo poco attrattivo. Tra il 2008 e il 2022, 525mila giovani sono emigrati e solo un terzo di loro è tornato. I laureati che lavorano all'estero guadagnano in media il 58,7% in più rispetto a chi resta in Italia. Le prospettive non sono incoraggianti: entro il 2040, la forza lavoro italiana diminuirà di 5,4 milioni di persone.
Le nuove generazioni devono essere consapevoli delle opportunità offerte dall'Itali e non solo nei settori del turismo, moda, tecnologia e agroalimentare. Solo così possiamo evitare di perdere una parte significativa della nostra futura classe dirigente, medica, ingegneristica e artistica. Ma evidentemente, a cominciare dalla scuola, in pochi lo hanno raccontato alla nostra Generazione Z.
My 2 cents
Ognuno di noi ha il diritto (direi quasi il dovere) di cercare di realizzare un proprio progetto di vita. A livello professionale ed umano. Partire non è mai semplice e non è mai un fallimento, è sempre un arricchimento umano.
Come dice l'articolo, il problema è far capire ai nostri ragazzi e al mondo intero, il valore e le possibilità che si possono cogliere anche in Italia.
C'è chi ci crede più di noi (mi viene in mente un recente video di Alec Ross) e forse dovremmo insegnare proprio questa autostima per aprire gli occhi ai nostri ragazzi. Ma non biasimiamo nessuno se parte per realizzarsi e speriamo che ci riesca!
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Sono Matteo Cerri. Su LinkedIn e dalle colonne di Millionaire scrivo principalmente di esperienze imprenditoriali, storie di italiani all’estero e di rigenerazione dei piccoli comuni italiani con ITS ITALY®. Nella mia newsletter aperiodica ‘Esco quando voglio’ parlo di quello che mi pare e piace. Per iscriverti alla newsletter: https://lnkd.in/enPRAK_B
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