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𝐒𝐞𝐠𝐮𝐢 𝐢𝐥 𝐦𝐢𝐨 𝐩𝐫𝐨𝐟𝐢𝐥𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐚𝐩𝐩𝐫𝐨𝐟𝐨𝐧𝐝𝐢𝐫𝐞 𝐢 𝐭𝐞𝐦𝐢 𝐝𝐢 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨 𝐞 𝐝𝐢 𝐦𝐚𝐧𝐚𝐠𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭 | Chairman YOURgroup | Autore di "Fractional Manager" Egea - Uni Bocconi

👇👇👇 Conoscete aziende così? 👇👇👇 In molte aziende, purtroppo, il successo viene ancora valutato con criteri obsoleti: quante ore sei alla scrivania, a che ora entri o esci, e non cosa hai concretamente realizzato. 💡 Il problema non è solo tuo, è dell'azienda! 🏭 Quando un manager si concentra esclusivamente sulle ore lavorate, è il segno di un ambiente dove: 1️⃣ La fiducia è carente. 2️⃣ La leadership si riduce a micromanagement. 3️⃣ I talenti vengono soffocati, mentre emergono solo gli #yesman. 🛑 Il micromanagement uccide la produttività. Un leader che controlla ogni dettaglio e valuta il tempo invece del valore trasmesso, genera insicurezza e blocca l’iniziativa. Un collaboratore "micromanaged" è spesso demotivato, ansioso e meno performante. 🌱 Un vero leader invece si concentra sui risultati. Le aziende moderne e di successo capiscono che il futuro è fatto di obiettivi raggiunti, impatti misurabili e collaboratori valorizzati per il loro contributo unico. 👎 Misurare solo il tempo favorisce una cultura tossica: ➡️ Premia chi “fa vedere” di lavorare, non chi genera risultati. ➡️ Crea un clima di sfiducia, con collaboratori che si sentono sotto sorveglianza costante. ➡️ Distrugge l’autonomia, bloccando l’innovazione. 🔑 La soluzione? #fiducia e #responsabilità. I manager migliori sanno: ✅ Delegare, dando libertà di azione. ✅ Misurare il successo sui risultati, non sulla presenza. ✅ Costruire un ambiente positivo, dove le persone lavorano per passione e obiettivi condivisi. 🔥 Cambiare questa mentalità non è solo utile, è necessario. Perché un’azienda che premia i risultati crea valore duraturo, trattiene i migliori talenti e guarda al futuro con fiducia. E tu? 𝐇𝐚𝐢 𝐦𝐚𝐢 𝐚𝐯𝐮𝐭𝐨 𝐮𝐧 𝐦𝐚𝐧𝐚𝐠𝐞𝐫 𝐜𝐡𝐞 𝐦𝐢𝐬𝐮𝐫𝐚𝐯𝐚 𝐢𝐥 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨⌚ 𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐢𝐥 𝐯𝐚𝐥𝐨𝐫𝐞💰? #leadership #management #lavoro #pilloledimanagement _____________________ 👨💼👩💼 Se siete #imprenditori o #manager e volete conoscere meglio YOURgroup👉 https://lnkd.in/e94ZJWBz ➡️ Se vi interessano spunti di riflessione manageriale, seguite il mio profilo 👉 Andrea Pietrini e quello delle pagine di YOURgroup: yourCFO, yourHR, yourDIGITAL, yourCEO, yourCOO, yourCPO, yourCMO, yourCLO e yourNEXT

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Davide Maizza

Master Data Governance Senior Analyst presso VF Corporation

3mo

Il problema è solo uno ed è molto italiano, ovvero l'allineamento verso il basso o mancanza di meritocrazia come preferite, E' più facile per un capo o un'azienda trattare tutti allo stesso modo oppure fare distinzioni in base al merito/velocità/intelligenza? A questo si somma il nostro sistema giuridico che sostiene l'allineamento di cui sopra, per il quale la differenza di trattamento non si traduce in meritocrazia ma in discriminazione. Mi rendo conto perfettamente che non è semplice gestire situazioni del genere, con le leggi attuali l'unica soluzione sarebbe licenziare chi non è al livello dei migliori, umanamente non è giusto. Il problema, ripeto, è solo la nostra legislazione che non premia i migliori (un altro esempio è il fatto che un bambino genio non può seguire un percorso scolastico accelerato rispetto agli altri, stesso discorso...).

Enrico Verga

Senior Geopolitical Strategist working with Companies and Family Office. Published on main stream media. My opinions are my own

3mo

In effetti quelli di misurare le ore… in aggiunta a vedere che “sei in ufficio” è una pratica antica. Oggi credo che la soluzione più adatta sia misurare la qualità del lavoro: che tu ci metta 10 minuti dal divano di casa tua o meno. Purtroppo molti “capetti” che hanno come unico plausibile lavoro il monitorare gli altri sono ancora così. Il covid ne ha reso ridondanti alcuni ma ancora molto esistono. In azienda che misura i suoi dipendenti così tanto vale cambiare azienda

Fox Alfa

Responsabile di centrale operativa

2mo

Leggendo il post sovraccarico alla mente mi sono venuti parecchi aneddoti che perfettamente riporterebbero le varie situazioni in cui mi sono trovato e le continue guerre fatte per emergere e cambiare la situazione in cui ero perché scappare non fu un opzione al epoca ero molto meno calmo e riflessivo di ora e spesso ancora oggi mi trovo a mio mal grado in situazioni del genere a volte bisognerebbe capire che dire sempre si non è una cosa buona di "yes man" ne ho conosciuti parecchi e la mia domanda alla fine delle varie riunioni era "ti sei pulito la lingua" e la reazione? sempre la stessa giù la testa e zitti perché non sapevano che rispondermi e devo dire ad onor del vero che quando poi emergevo e ribaltata la situazione me ne andavo per orgoglio errori di gioventù come tutti ora al alba di poco più di 20 anni di carriera posso dire che qualche sassolino dalla scarpa me lo sono tolto però in certe occasioni avrei dovuto stare zitto ma non è il mio carattere non mi piego né mi spezzo ma spesso l'orgoglio prevale ma a mio avviso cio che viene scambiato per orgoglio e semplicemente dignità che è diverso però siamo in un mondo dove il verbo apparire a messo in crisi il verbo essere e concludo questo mio intervento...

Gelsomina Grieco

Talent Acquisition | 20+ experienced professional in supporting Teams improving Lending and Sales Skills | Retail Market

3mo

La fiducia è il carburante che alimenta le grandi imprese. Il micromanagement, invece, è un freno a mano che blocca la creatività e la motivazione delle persone. Abbiamo migliaia di micro manager che lavorano nelle nostre organizzazioni. Trasformarli in guide ispiratrici è una delle più importanti sfide che dovranno cogliere le nostre aziende. Solo così potremo creare ambienti di lavoro dove le persone si sentono valorizzate e danno il meglio di sé

Schiavi dei risultati. Pensate sia meno stressante dover pensare ai risultati? I risultati necessitano di ORE. Più che una pillola di management mi sembra na supposta. Un gioco di parole ad effetto acchiappa frustrazione e ricerca del nemico del sistema aziendale. Il lavoro rompe i coglioni a tutti sia strutturato su ore o risultati. Seppur sia il lavoro dei sogni prima o poi ti rompe i coglioni. Poi se hai fatto della tua identità il tuo lavoro, lì è patologia. Il lavoro è farlo senza manco accorgertene. Sentire il flusso della vita che ti spinge a compiere "naturalmente" qualcosa, un lavoro. Il resto sono le chiacchere di schiavi con schiavi.

Giuseppe Aversa

Manager - Consigliere personale del titolare presso GYN MEDICAL SA - LUGANO

3mo

Direi che ľazienda è il problema! Un'azienda, attraverso il suo management, che valuta ľoperato dei suoi collaboratori (materia prima fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi!) con questi metodi retrogradi ed oppressivi, otterrà risultati inversamente proporzionali alle aspettative! I collaboratori, innanzitutto, vanno stimolati e resi partecipi dei risultati (bonus vincolati ai risultati conseguiti,in proporzione ai rispettivi ruoli ricoperti!); devono sentirsi protetti ed inculcare loro un senso di appartenenza; nel rispetto delle gerarchie interne, devono potere esprimere la loro creatività, esponendo le proprie opinioni (tese ad un miglioramento dell'attività!) su eventuali opzioni da potere adottare. In molte, troppe, realtà lavorative, questa politica non rientra assolutamente nel loro modo di concepire il raggiungimento dei risultati mediante il coinvolgimento dei collaboratori. Dare sempre carta bianca, a prescindere, ai manager potrebbe rivelarsi deleterio ! Brutto a dirsi, ma la realtà è questa!

Mario Bonsegna

La nostra missione è farti riuscire ad ottimizzare le fasi di lavorazione per una maggiore resa economica ed in sicurezza, formiamo i tuoi Responsabili ma anche Consulenti per aggiornamenti o nuove necessità

3mo

Complimenti, Con la prima parte del POST hai descritto probabilmente il 60% delle aziende italiane. Purtroppo il cambio generazionale, con i “giovani “ che vogliono scimmiottare i “grandi”, o altre realtà che non sono la loro, sta portando alla chiusura di tante belle aziende, magari gestite all’antica ma ancora floride. Se il “vecchio “ era comunque tollerato per rispetto o debiti morali, il “giovane” vede l’abbandono dell’ azienda dai Talenti aziendali. Questo è quello che vedo, purtroppo, in tante aziende in Italia

Alessandro Cattaneo

Tecnico specializzato Customer Service impianti di ingenieria robotica e automazione

3mo

Parlate sempre di scrivanie, ma di chi è in giro dalla mattina alla sera a svolgere attività con pericoli e pressioni interne ed esterne non ne sento mai parlare… se l ufficio è cosi terribile perchè non vi mettete su un furgone e non venite a lavorare sul campo? Cosi potete avere un paragone di fatica e stress e chissà magari… qualcosa migliora per entrambe le posizioni lavorative. Con i grafici e le parole non si costruiscono i successi di una azienda… mio umile parere.

Alessandro Piermattei

Finance & Business Support Manager | 15+ anni nel mercato Moto | Fan del corretto sviluppo del Business attraverso le leve del Controlling, della Gestione Amministrativa e Finanziaria | Work-in-Progress for COO

3mo

Buongiorno Andrea, faccio mea culpa e confesso un peccato di gioventù ed inesperienza. Sai quando ritieni che ci sia un modo sbagliato di fare le cose e poi c'è il tuo? Concordo pienamente un buon manager non micro gestisce le attività del suo team ma, al contrario, delega le responsabilità, facendo crescere nelle persone fiducia e competenze. Grazie per i sempre ottimi spunti di riflessione.

Stefania Giachino

IT Governance Specialist | Continuity and Resilience | ITIL® Certified | Nature Lover 🌱 | Proud Mum

3mo

Le immagini create con AI mi fanno morire.......... scrive parole a caso 🤣 a Parte questo concordo al 100% sul concetto!

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