Eppur si muove (l'Agenda Digitale)
Alessandra Poggiani
Direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale
Bisognerebbe provare a fare un esercizio collettivo: scrivere, una volta per tutte, l'elenco definitivo sui ritardi dell'Agenda Digitale e da lì partire per iniziare ad alzare lo sguardo. Curiosamente, invece, proprio nel momento in cui si sta lavorando per far partire gli investimenti nazionali ed europei e si inizia a coinvolgere seriamente le pubbliche amministrazioni nel cambio di passo, sembra esserci una particolare attenzione sullo stato dei cronici ritardi. "Punti della situazione" fotocopia. Diciamocelo una volta per tutte, che l'Italia è in ritardo. Ma diciamocelo soprattutto per avere parametri dai quali far partire la misurazione degli obiettivi. O almeno, per i più scoraggiati e avviliti, per tarare il livello delle preghiere da innalzare al cielo (c'è ancora tempo per rivolgersi alla divina provvidenza).
Iniziamo con il dirci a che punto siamo, oggi. Oggi 10 novembre. A settembre, AgID ha messo a disposizione di tutte le amministrazioni la procedura online per comunicare l'elenco delle basi di dati in loro gestione e degli applicativi in uso, così come previsto dal DL 90/2014 convertito in legge n. 114/2014. Le basi dati sono arrivate. Non tutte ma una buona metà. Non era mai accaduto. Ma c'è di più. Nella giornata di mercoledì 5 novembre, AgID ha pubblicato sul proprio sito la lista delle amministrazioni inadempienti ovvero quelle che nei termini previsti della normativa vigente non hanno inviato l'elenco delle proprie basi di dati e non hanno effettuato nemmeno la registrazione/autenticazione sul sito AgID destinato a questo scopo. Neanche questo era mai accaduto. Sono 10.320 (diecimilatrecentoventi), quelle inadempienti. Il numero, nella realtà, è sottostimato perché relativo alle sole amministrazioni presenti in Ipa (l'Indice delle Pubbliche Amministrazioni): alle 10.320 amministrazioni, infatti, vanno aggiunte tutte quelle che non è stato possibile tracciare in quanto doppiamente inadempienti perché non ancora registrate in Ipa, secondo l'antica usanza per cui alle norme non consegue sempre una effettiva capacità di attuazione. Pubblicare questo elenco, farlo conoscere, significa contribuire a fare informazione su ritardi specifici e ben precisi, per interrogarsi semmai sulle ragioni del mancato adempimento e lavorare affinché chi è inadempiente proceda a mettersi in regola.
Sempre per fornire argomenti al tema "colmare il ritardo", nelle ultime tre settimane sono state presentate alle regioni, con uno sforzo collaborativo e partecipato - che dà la misura di un governo capace di fare sinergia fra le diverse competenze - i piani nazionali per la programmazione delle risorse comunitarie 2014-2020 che devono essere impiegate insieme a quelle nazionali e private per fare l'Italia digitale: avviare un reale switch off della pubblica amministrazione, definire in modo coordinato architetture, infrastrutture e servizi, promuovere competenze di imprese e cittadini, partire con piano nazionale per la banda ultralarga, nuovi investimenti e razionalizzazione della spesa Ict e soprattutto farlo mettendo sempre al centro delle azioni l'esperienza di cittadini e imprese.
Anche il reperimento dei fondi, per quanto possa sembrare un'attività marginale mentre ci si scambiano le slide con le griglie di percentuali/ritardo, dovrebbe - in un paese normale - essere considerato un punto di ri-partenza. E lavorare insieme ai territori con una cornice comune per mettere a sistema gli sforzi e le risorse economiche dovrebbe essere visto come un buon auspicio: il modo giusto di fare le cose per provare a non sprecare di nuovo i finanziamenti europei. E se non dovesse bastare, parlando di capacità operativa, che poi è la conditio sine qua non per passare dal pensiero all'azione, possiamo rivolgere lo sguardo a quanto si sta facendo per far accendere la macchina dell'Agenzia. Al 31 luglio AgID non aveva un'organizzazione e un regolamento del personale. Ad agosto sì. Mancava anche un regolamento di contabilità e bilancio. e stato predisposto. Non c'era un responsabile trasparenza e anticorruzione, mai nominato. Ora c'è. Stiamo razionalizzando tutti i progetti esistenti, liquidando quelli da chiudere e con questo liberando risorse per le cose da fare. Il tutto a voler fare conto, più che sulle preghiere di cui sopra, su un più laico "Eppur si muove". Sempre che non ci si voglia arrendere al cinismo a ogni costo.
INGENUO (nell'antica Roma termine legale per chi è nato libero, distinto dal liberto, libero ma prima schiavo)
10yCaro Roberto, mi consentirai di arrendermi al cinismo, da bravo galileiano sono rimasto sull'eppur si muove per quasi 15 anni tra AIPA, CNIPA e DigitPA