Aziende fatte da persone
"È possibile insegnare a un tacchino a salire in cima a un albero, però per quel lavoro sarebbe meglio assumere uno scoiattolo"
G.P. Montali
Da quando sono entrato nel mondo del lavoro mi sono sempre sentito ripetere come un mantra che “tutti sono utili ma nessuno è indispensabile”. Verissimo. Ma provate a sentire la musica dei Queen prima e dopo Freddie Mercury: chiunque sostenga che non è cambiata non è onesto o ha seri problemi di udito…
Sono certo che sarete tutti d’accordo sull’esempio fatto, ma allora non si capisce perché la stessa cosa non debba valere in una qualsiasi azienda: sostenere che un Direttore Commerciale vale un altro o che i tecnici specializzati sono tutti più o meno uguali è semplicemente sbagliato. E scorretto.
Tutti lo sanno ma pochi lo ammettono perché a questo punto si presenta il problema di gestire eventuali sostituzioni per dimissioni, pensionamenti, ecc. Si tratta chiaramente di un problema complesso.
La soluzione di gran parte delle aziende ?
Procedure, creazione di organizzazioni intricate e ogni altro accorgimento che limiti la possibilità da parte delle capacità individuali di incidere.
La soluzione funziona: quando si perde una risorsa l’organizzazione è talmente “ingessata” che basta un minimo di professionalità del sostituto per limitare i danni. Il problema è che così facendo si perde gran parte dello spirito di iniziativa e innovazione delle persone che, a tutti gli effetti, vengono ridotte a risorse non sfruttate.
Immaginate di dire a Freddie Mercury di cantare con un’estensione di una sola ottava perché “almeno se decidi di andartene troviamo subito un sostituto all’altezza”.
Gran parte delle aziende fa questo !
Per l’ennesima volta una soluzione complessa ad un problema complesso.
Proviamo invece a ragionare su pochi principi fondamentali:
- l’azienda è fatta di persone
- le persone sono risorse (e non costi)
- il valore di una persona può portare valore all’azienda
- perdere una risorsa può essere un grosso rischio
quindi
dal momento che l’obiettivo di un’azienda dovrebbe essere quello di creare valore va da sé che il pieno sfruttamento delle risorse debba essere una condizione imprescindibile per il suo successo e la capacità di mantenerlo nel tempo passi attraverso la capacità di coltivare e trattenere i talenti.
A questo punto risulta evidente che la creazione di organizzazioni molto strutturate se da un lato garantisce una sorta di continuità di base, dall’altro limita fortemente lo sfruttamento delle risorse.
Se affrontiamo il problema da un differente punto di vista, esattamente come già visto per la Lean Production, è immediato pensare che invece di preoccuparci di cosa fare quando perdiamo i talenti sarebbe più logico pensare a cosa fare per trattenerli. Come ?
Le persone lavorano fondamentalmente per due ragioni principali:
- Ragioni economiche: per quanto banale possa apparire il denaro serve per soddisfare i propri bisogni primari e secondari. Ma il denaro in sé non è in grado di soddisfarne nessuno. Quindi l’aspetto economico di un rapporto di lavoro può essere fortemente demotivante (una retribuzione ritenuta insufficiente non permette di soddisfare i bisogni ritenuti importanti) ma non motivante (guadagnare di più non è di per sé sufficiente a generare motivazione o soddisfazione)
- Soddisfazione personale: questo aspetto può avere infinite sfaccettature assolutamente soggettive ed è compito del manager capace sapere leggere quali sono le motivazioni forti di ciascun collaboratore e lavorare su di esse. Alcuni esempi che potremmo considerare comuni sono ad esempio vedere adeguatamente riconosciuto il proprio lavoro, sentirsi parte fondamentale di un progetto, di un obiettivo, avere opportunità di crescita personale, lavorare in un ambiente piacevole, ecc.
Un'azienda che voglia ottenere e mantenere nel lungo periodo il successo deve necessariamente lavorare sulle Risorse Umane considerandole come vere risorse, destrutturando l’organizzazione per liberare la creatività e lo spirito di iniziativa e instaurando un patto di reciproca fiducia operando investimenti di lungo periodo sulla risorsa più preziosa (e costosa) e più difficile da sostituire di cui dispone.
I bassi tassi di turn over del personale di talune aziende, contrariamente a quanto molti pensano, non nascono per caso e -sorpresa!- le retribuzioni medie sono spesso più basse di quelle con turn over elevati.
TROVA LE DIFFERENZE …
In sintesi: investire, con criterio, nelle Risorse umane rende tantissimo; tanto quanto disinvestire può costare cifre esorbitanti.
La prossima settimana: L'effetto gregge esiste !
At present searching for a new job position - previously sales manager - sviluppo campioni presso calzificio
8yConcordo in toto, di fatto c'è che le persone sono ormai considerate unicamente come costi e di conseguenza vengono trattatee i risultati si vedono
Usborne Partner presso Usborne Publishing
8y@Federico Gambarini: la metafora del tacchino e dello scoiattolo è troppo azzeccata e originale, grazie!
Enterprise Account Executive Intesa Sanpaolo c/o Aditinet Consulting Spa Nomios Group cyber security
8ycomplimenti
Biopharma Packing Services | Global Regulatory Status | Commercial | Clinical | Serialization
8yComplimenti per l'articolo Federico Gambarini che condivido al 100% Aggiungo 2 considerazioni che ho maturato personalmente: 1. Le aziende media e piccole sono quelle che maggiormente valorizzano le proprie risorse umane 2. Quantificare e valutare potenzialità e valore delle risorse umane è un compito molto arduo. Con estrema franchezza un VP HR a livello globale mi confidava che l'unico vero metro per capire il valore di una persona è perderla. Mentre la hai in organico è di fatto quasi impossibile
I enjoy helping people to improve their negotiation skills - Author of La Versione della Giraffa
8yFederico grazie per l'argomento affrontato. Argomento molto grande. Vorrei qui fare una breve considerazione che riguarda la formazione, di cui in parte mi occupo nel quotidiano. E' vero che spesso come dici tu le persone ( le risorse) sono viste come costi, poco o nullo l'investimento sullo sviluppo e il consolidamento delle loro capacità. A ciò si aggiunga una managerialità ancora improvvisata, poco dedita alle persone, a parlare con loro, a capirle, motivarle, guidarle quando necessario. Non parliamo poi di leader, che mancano pressoché totalmente all'appello. Dall'altra però vorrei anche sottolineare come qualche volta anche le persone ( o risorse) vivono l'impegno verso il proprio sviluppo e la propria crescita come una perdita di tempo, qualche volta con un senso smaccato di presunzione e di sufficienza. Insomma di tutto e di più: c'è ancora molto da fare.