Investire con la testa o con lo stomaco?
Quante volte nella vita ci troviamo a dover scegliere tra ciò che ci piace, ci fa stare meglio, ci da confort e ciò che non ci piace ma sappiamo che ci fa bene, che sarebbe la scelta giusta?
In finanza è un po' la stessa cosa: preferiremmo una bella fetta di torta al cioccolato (rendimento alto ed in tempi brevi) e proprio non ci piace la verdura (la noia dell'orizzonte lifetime, la ricerca della protezione prima che del rendimento).
Proprio a causa del funzionamento della nostra mente, per investire dobbiamo innanzitutto imparare a farlo per non confondere i mercati finanziari con i casinò e non scambiare così un investimento con una scommessa. Di questo ci parla il libro di questa settimana.
I MERCATI
Nel corso della settimana entrambe le Banche Centrali (Fed e Bce) hanno alzato i tassi di 25 BP. In particolare, la Fed ha riportato il tasso ai livelli del 2006 e per la prima volta al di sopra dell'inflazione. Possiamo dunque parlare di fine del ciclo di rialzi dei tassi di interesse? Sia Powel che Lagarde hanno lasciato la porta aperta ad un possibile ritocco in giugno, ma giugno si prospetta come il mese in cui lo scontro politico sul tetto dell'indebitamento americano si farà più acceso. In un clima politico "caldo" e con il sistema bancario ancora instabile a causa di alcune banche regionali, la Fed difficilmente alzerà ulteriormente i tassi. Per la Bce qualche possibilità in più c'è; staremo a vedere.
Qualunque siano le decisioni di giugno, possiamo cominciare a fare qualche considerazione sul posizionamento di alcune asset class rispetto a tassi americani che oscillano tra il 5% ed il 5,25%.
A prima vista il 5,25% della Fed appare altissimo e destinato a rientrare rapidamente, il mercato, d'altro canto, ipotizza un dimezzamento entro 2 anni ed stima un tasso a 2,65% entro la primavera 2025.
Ripercorrendo la storia finanziaria degli ultimi 30 anni però, notiamo che il 5% è stato un livello quasi normale pur in presenza di un'inflazione non particolarmente viva. L'inflazione media americana, dal 1990 al 2020 ha oscillato intorno al 2,5%.
I Fed Funds hanno oscillato tra il 5% ed il 6,50% dall'inizio del 1995 alla fine del 2000 ed hanno avuto lo stesso livello di oggi, cioè 5,25%, tra il 2006 ed il 2007.
Altra cosa interessante è che negli anni in cui i Fed Funds mantenevano questi livelli, il Treasury decennale ha sempre offerto rendimenti superiori a quelli attuali. Tra il 1995 ed il 2000 il Treasury ha reso il 6% circa mentre tra il 2006 ed il 2007 il rendimento è stato del 4,75%. Attualmente il decennale americano rende il 3,5% circa.
Tre le ragioni di questa differenza:
Dal punto di vista azionario, negli ultimi 30 anni si sono pagati multipli superiori agli attuali tra la fine degli anni '90 e l'inizio degli anni 2000 mentre si sono pagato multipli inferiori tra il 2006 ed il 2007 (15 volte contro le attuali 18,8).
In sintesi, le valutazioni degli asset riflettono aspettative cautamente ottimistiche per il futuro sia per l'inflazione sia per gli utili. Essendo queste aspettative già contenute nei prezzi degli asset, sono limitate le possibilità di apprezzamento. L'aspetto positivo è che sono limitate anche le possibilità di downside.
L'Europa ha toccato nuovamente i livelli pre-2022.
La situazione generale appare dunque meno negativa di quanto si percepisce (anche a causa di un annus horribilis come il 2022). Mai come in momenti come questi è più importante sapere cosa fare a seconda degli scenari piuttosto che fare previsioni e vaticini. Il sapere sempre cosa fare qualunque cosa accada sui mercati deriva da una approccio basato sulle evidenze e su protocolli robusti.
Torta al cioccolato o Verdura?
Quando investiamo, o pensiamo di farlo, attiviamo dei processi decisionali che sono fortemente influenzati dalla nostra natura e dalla nostra storia di esserli umani sono, in sintesi, riconducibili a 2 modelli: uno più istintivo ed uno più razionale. Questi sono i 2 sistemi mentali che, secondo Daniel Kahneman, ci agiscono continuamente.
In questo articolo, utilizzando un'analogia del cibo, il sistema istintivo e più legato alla ricerca del piacere e del confort, ma non necessariamente vantaggioso a lungo termine, lo identifichiamo con il modello "Torta al cioccolato". Identifichiamo, invece, con la "Verdura", spesso ritenuta noiosa e tutt'altro che piacevole, il modello più razionale e salutare ma meno gratificante a breve.
L'investitore "Torta al cioccolato"
Il mindset dell'investitore "Torta al cioccolato" presuppone di poter controllare gran parte del destino dei propri investimenti attraverso un nutrito repertorio di strumenti che vanno dai grafici di tutti i tipi alle previsioni su base statistica.
Questo approccio fa appello a una narrazione romantica sull'investimento, in cui le persone intelligenti battono il mercato azionario attraverso intuizioni e conoscenze astute. Purtroppo, non rispecchia molto bene la realtà.
Per illustrare la differenza tra il mindset Torta al cioccolato e il mindset Verdure, ci concentreremo su quattro punti chiave dell'investimento: rendimento, rischio, commissioni e tasse.
Se chiedi agli investitori Torta al cioccolato di classificare questi quattro elementi in base a ciò che intuitivamente ritengono più importante, li metteranno in questo ordine:
Molti investitori riflettono il mindset Torta al cioccolato quando investono, e l'industria degli investimenti ama sfruttare questo punto di vista, poiché queste credenze aumentano i ricavi dell'industria stessa. Proprio come gli annunci pubblicitari alimentari sanno colpire i nostri punti sensibili riguardo al cibo gustoso, l'industria degli investimenti dimostra grande abilità nel ricorrere alla sensazione romantica di battere il mercato, sperando che tu ignori quanto pressocchè inutili i loro sforzi complessivi per farlo si sono rivelati nel tempo.
La classifica sopra riflette anche come si è evoluto il nostro cervello, in quanto questo tipo di pensiero ci è stato molto utile migliaia di anni fa quando gli esseri umani cercavano ancora di capire quali parti dell'universo e quali risultati controllavano effettivamente. (Gli esseri umani antichi presumevano spesso che le loro azioni influenzassero cose come i corpi celesti.) Lo sviluppo del pensiero scientifico, specialmente negli ultimi quattro secoli, ha contribuito a chiarire quali cose controlliamo e quali no.
L'investitore della verdura
Questo mindset, a differenza del primo, basa il processo decisionale su dati, evidenze statistiche per valutare i componenti fondamentali dell'investimento, ovvero il rendimento, il rischio, le commissioni e le tasse.
Questo approccio si basa sulla realtà invece che sull'illusione di controllo e si scontra con la difficoltà di cambiare le nostre preferenze a causa del nostro desiderio di superare il mercato. Tuttavia, l'industria degli investimenti spesso sfrutta questa tendenza e promuove l'investimento attivo, che può essere meno redditizio per gli investitori a lungo termine.
Come investitori affrontiamo quindi due ostacoli alle scelte di investimento ottimali: 1) il nostro cervello e 2) un'industria degli investimenti che troppo spesso si addice alla nostra brama di torta al cioccolato malsana (investimento attivo) poiché questo fa guadagnare loro più soldi.
Si pone, a questo punto, la questione dell'Esperto che ci guidi nelle scelte di investimento ma questa è un'altra storia.
LE LETTURE
Il libro di cui vi parlo oggi è un'altro di quelli che maggiormente hanno contribuito al mio cambio di visione e a fare chiarezza sull'industria del risparmio e degli investimenti. Il libro di questa settimana è "Il piccolo libro dell'investimento" di John C. Bogle.
Il libro in sintesi:
"Il piccolo libro dell'investimento" di John C. Bogle è un'opera breve ma intensa sulla filosofia di investimento dell'autore, fondatore di Vanguard, una delle più grandi società di investimento al mondo.
Bogle sostiene che gli investitori dovrebbero evitare di cercare di battere il mercato e di cercare i titoli azionari "giusti", ma invece dovrebbero investire in fondi indicizzati a basso costo. Egli crede che, nel lungo termine, gli investimenti azionari offrano un rendimento positivo, ma che gli investitori non possono prevedere quando ciò accadrà.
Inoltre, Bogle critica le alte commissioni e le spese associate ai fondi gestiti attivamente, affermando che esse riducono significativamente i rendimenti dell'investitore. Egli incoraggia gli investitori a concentrarsi sul loro obiettivo a lungo termine e ad adottare un approccio di investimento semplice e costante, basato sull'acquisto di fondi indicizzati a basso costo.
In generale, "Il piccolo libro dell'investimento" è un'opera importante che fornisce un'alternativa semplice e ragionevole ai costosi e complessi prodotti finanziari offerti dall'industria del risparmio. La visione di Bogle è quella di un investimento accessibile e trasparente per tutti, che si concentra sulla costruzione di un portafoglio equilibrato e diversificato nel lungo termine.
L'autore:
John C. Bogle (1929-2019) è stato un noto imprenditore e finanziere americano, fondatore della Vanguard Group, uno dei maggiori gruppi di investimento del mondo.
Bogle è stato un forte sostenitore dell'investimento passivo, ossia l'idea che gli investitori dovrebbero mirare a replicare il rendimento di un indice di mercato, piuttosto che cercare di batterlo attraverso l'acquisto di titoli individuali o l'attività di market timing. Bogle ha pubblicato diversi libri sull'argomento, tra cui "Common Sense on Mutual Funds" e "The Little Book of Common Sense Investing", che sono diventati dei classici per gli investitori di tutto il mondo.
La sua filosofia di investimento semplice, a basso costo e a lungo termine ha ispirato numerosi professionisti del settore e gli ha valso il soprannome di "il padre degli investimenti in fondi indicizzati".
Cosa mi resta:
Sono 3 le cose che mi restano di questo piccolo ma intenso libro:
Perché leggerlo:
Consiglio di leggere "Il piccolo libro dell'investimento" di John C. Bogle perché è un libro che offre una visione semplice e accessibile degli investimenti, adatto sia ai principianti che agli investitori più esperti. Inoltre, Bogle ha una vasta esperienza nel settore degli investimenti ed è stato il fondatore di Vanguard Group, una delle più grandi società di investimento al mondo.
Il libro mette in guardia contro l'eccessiva complessità e l'alto costo degli investimenti, e incoraggia i lettori a seguire un approccio semplice e a lungo termine all'investimento, attraverso l'uso di fondi indicizzati a basso costo.
Inoltre, Bogle offre molte citazioni e consigli saggi provenienti dalla sua vasta esperienza, e fornisce esempi concreti di come gli investimenti a basso costo possono portare a risultati migliori rispetto a quelli ad alto costo. Nel complesso, questo libro è una risorsa preziosa per chiunque voglia comprendere meglio il mondo degli investimenti e come investire in modo intelligente e consapevole.
Una lettura fondamentale per chiunque si interessi di investimenti, a maggior ragione per i Consulenti - Promotori Finanziari se vogliono veramente essere "Consulenti".
Buona lettura!