Pensieri e opinioni, di alcuni protagonisti del nostro calcio, riguardo l'attuale situazione
Ho il piacere di proporvi una serie di interviste, che coinvolgeranno diverse figure del nostro pallone. L'obiettivo, è quello di avere un'ampia visione, delle conseguenze e delle problematiche derivanti lo stop imposto per arginare il Covid. Ci sarà anche spazio per idee e proposte degli intervistati, che possano essere utili a far ripartire al meglio il settore calcistico e tutto lo sport in generale.
Il primo a intervenire è Alessandro Carta
commerciante con esperienza decennale nel settore dell’abbigliamento sportivo, giornalista e appassionato di calcio e calcio a 5. A Novembre dello scorso anno ha aperto il suo nuovo negozio “L’Angolo dello Sport” a Selargius in via Istria 15.
Visto il periodo che attraversiamo, quali immagini possano essere le ripercussioni sull'attività che svolgi?
Difficile dirlo adesso con precisione ma, sicuramente, lascerà qualche strascico prima che la “macchina” si possa rimettere in moto. Siamo stati travolti da un virus che non lascia molte alternative, purtroppo dobbiamo rispettare le disposizioni che ci vengono impartite da chi ci governa, non prive di falle. A mio avviso sono stati sbagliati i tempi e la gestione generale del problema e questo “mostro” ha fatto il resto. Giustamente la salute arriva prima di tutto, l’Italia, ma anche il resto del mondo, ha già avuto troppe vittime esperiamo che a breve si possa ripartire ma senza dimenticare. Nella mia attività, quella dell’abbigliamento sportivo, ovviamente, c’è stata una paralisi a causa del blocco di tutte le attività. Le società, così come gli atleti, hanno dovuto rispettare le disposizioni ministeriali e, di conseguenza, anche le vendite si sono fermate. Questa pandemia sta creando disagi economici a tutti gli imprenditori e coloro che, come me, hanno deciso di avviare un’attività che in questo momento ha solo costi. Spero che quando tutto passerà, abbia la forza (economica non certo di volontà) per continuare in questo sogno che sono riuscito a realizzare con tanti sacrifici. Ma l’Italia è una nazione tosta e noi sardi ancora di più, quindi sono fiducioso.
In che modo e con quali strumenti economici aiuteresti il mondo dello sport – di conseguenza anche le attività commerciali che basano il proprio business sulla pratica sportiva - per aiutare a ripartire?
Sappiamo bene quanto sia importante lo sport nel nostro paese, vere e proprie aziende che movimentano ingenti capitali, come, ad esempio, l’azienda calcio, lo sport più popolare in Italia. Non sono un politico e neanche un tecnico di economia, quindi non saprei indicare gli strumenti che possano aiutare il mondo dello sport o, più semplicemente, chi ha delle attività commerciali. La crisi economica che sta vivendo tutta la nazione, dovuta al Covid-19, innescherà un domino che colpirà sia le società (bisognerà capire quante famiglie avranno la forza per mandare i propri figli a fare sport) ma anche noi negozianti (ovvia conseguenza di un mondo “paralizzato”). Serviranno leggi mirate per sbloccare le attività che cercheranno di uscire dalle sabbie mobili, con incentivi sull’acquisto di attrezzature sportive a condizioni agevolate, contributi per le società che daranno la possibilità a tanti adolescenti (ma anche ai più grandi) di poter riaffollare gli impianti di gioco abbandonando le piazze e le playstation, ma anche con degli sgravi fiscali per i commercianti. Naturalmente anche noi dobbiamo cercare di fare la nostra parte, concordando con i clienti forme di pagamento un po’ più flessibili e con una scontistica che possa aiutare le società a spendere le poche risorse che hanno, anche se devo essere sincero, per quanto mi riguarda, questo avveniva anche prima dell’arrivo di questo maledetto Coronavirus.
Come sappiamo, il sistema calcio è un importante fattore di crescita nell’economia del nostro paese. Quali idee suggeriresti ai vertici della FIGC? Sei favorevole o contrario alla conclusione dei campionati?
Come già detto in precedenza, il sistema calcio è una delle aziende più importanti per l’economia del nostro paese. Una vera e propria industria che ha un indotto notevole, che movimenta tanto denaro e da tanti posti di lavoro. Negli anni le società sono cambiate, cresciute per fatturati grazie alle sponsorizzazioni che arrivano dalle Pay Tv e dagli sponsor e si sono trasformate in società per azioni, alcune delle quali anche quotate in borsa. In poche parole si sono adeguate e allineate alle aziende più grosse che per anni hanno portato avanti l’economia italiana. Suggerimenti per la FIGC? Bella domanda, ma la risposta non è facile da dare e neanche scontata. In questo periodo storico bisognerebbe fare quadrato e cercare di limitare i costi per le società, permettendo loro di sopravvivere e continuare a portare avanti la funzione sociale che hanno per i tanti tesserati che annoverano. Per mia fortuna, da quando ho iniziato a muovere i primi passi in ambito sportivo ad oggi, non ho mai vissuto una situazione catastrofica come quella attuale, quindi non ho mai visto un campionato (di qualsiasi disciplina) non arrivare alla sua conclusione e il solo pensiero mi fa un po’ strano. Parlando dei massimi livelli non sarà facile interrompere i campionati a questo punto perché, ovviamente, ci sono troppi interessi in ballo, dove vincere lo scudetto, qualificarsi per le coppe europee, vincere la coppa Italia o retrocedere, sposta gli equilibri per la stagione in corso ma anche per la prossima. Non sarà facile mettere d’accordo tante “teste”, ognuna con i propri interessi personali. Proprio quest’anno che il campionato di serie A aveva ritrovato un po’ di interesse in più.
Concentrando l’attenzione sempre sul calcio che cosa ne pensi del rischio di fallimento di oltre 3000 società dilettantistiche? Vista la prospettiva di difficoltà, si potrebbe approfittare ora per un riassetto di tutto il settore, magari dando ulteriore risalto alla LND e ai settori giovanili?
Negli ultimi anni, ormai, sempre più spesso si parla di società che falliscono, perché i debiti sono troppi, soprattutto a livello dilettantistico (anche nei campionati di Serie D ormai si fa fatica) e in Serie C, dove non è facile restare a galla con stipendi e costi di gestione elevati ed introiti sempre più miseri. Adesso il rischio potrebbe essere amplificato, perché anche le poche aziende disposte a investire in pubblicità o sponsorizzazione, tramite le società, potrebbero avere maggiori difficoltà se l’economia dovesse tardare a ripartire. La LND è strettamente collegata alla FIGC, un legame che evidentemente conviene ad entrambe le istituzioni, ma che limita il raggio d’azione della lega nazionale dilettanti stessa. Non sono dentro il sistema, quindi non è facile capire le dinamiche che lo regolamentano, ma i settori giovanili dovrebbero essere prioritari a prescindere da questo periodo storico, andrebbero investite risorse umane (qualificate) ed economiche per cercare di limitare i costi per le prime squadre. Un altro strumento che i comitati potrebbero “sfruttare” (qui parlo per esperienza personale nel campo giornalistico) è quello della diffusione delle partite dei campionati minori tramite le emittenti locali (tv o internet) per dare visibilità a campionati che, ormai sempre più spesso, non vengono più seguiti neanche nelle partite casalinghe. Bisognerebbe trovare delle sinergie che possano diventare utili per tutti, compresi gli addetti ai lavori, come allenatori e direttori sportivi, per riuscire a “visionare” giocatori che in altro modo non potrebbero vedere.
Come vedi il futuro da qui a un anno?
In Italia, il commercio, sta diventando un campo molto difficile da tenere in piedi, purtroppo, molto spesso, i costi sono maggiori dei guadagni e chi vuole fare impresa fatica a portare avanti l’attività. Nel mio campo il discorso non è molto diverso, anche perché le società devono far fronte a troppe spese di gestione e, i pagamenti, qualche volta tardano ad arrivare. Ad oggi non saprei dirti come potrà essere tra un anno, navigo a vista perché sta diventando difficile anche capire cosa succederà nei prossimi giorni. Il virus che sta mettendo in ginocchio l’intero pianeta sembra tosto da debellare e non so quanto ci vorrà prime di vedere la luce alla fine di questo lunghissimo tunnel. Una cosa però è sicura, ci vorrà uno sforzo da parte di tutti per far ripartire l’economia. E’ una catena, dobbiamo sperare che tutti gli anelli rimangano ben saldi tra loro, perché se si dovesse spezzare allora saranno dolori per tutti gli imprenditori che, con mille sacrifici, cercheranno di ripartire.