Recovery Plan, Michilli (Fondazione Mondo Digitale): ''Necessario investire su infrastruttura digitale e capitale umano.''
La presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen ha presentato le linee guida che dovranno orientare i governi nella preparazione dei piani nazionali per i fondi del Recovery Plan. Bruxelles si ripromette di avere un atteggiamento vigile sull’uso del denaro da parte degli stati membri per garantire un circolo virtuoso tra investimenti e riforme. Il Fondo per la Ripresa ha un valore totale di 750 miliardi di euro, di cui 672,5 da distribuire direttamente ai governi nazionali, con un vincolo del 20% riservato agli investimenti sul digitale: la volontà dell'UE è quella di costituire una leadership che possa competere con le grandi potenze mondiali.
Il punto di vista di Mirta Michilli, direttore generale della Fondazione Mondo Digitale.
Direttore, l'Italia riceverà una grande quantità di fondi economici: 44,7 miliardi di euro provenienti dal primo pacchetto, circa il 70% del totale, e altri 20,7 miliardi in una seconda tranche, che riguarda il restante 30%. Quali interventi sono prioritari perché l'investimento sul digitale sia efficace?
Credo che sia fondamentale intervenire sull’infrastruttura digitale (dati, banda larga, supercomputer), ma è di pari importanza investire nella formazione del capitale umano, affinché quanto investito possa essere usato al meglio e in maniera produttiva. I due aspetti non possono essere scollegati. Sono fondamentali anche i tempi: non ha senso indebitarsi per realizzare progetti i cui frutti si vedranno solo 10 anni dopo. L’Italia occupa il venticinquesimo posto nell’Indice europeo di Digitalizzazione dell’economia e della società (DESI). Occorre, quindi, fare un salto di qualità con un piano strategico, che coinvolga soprattutto i giovani. Su questo il Governo si sta già muovendo: sono rimasta positivamente colpita del fatto che nel piano italiano venga data molta importanza alla scuola e all’università.
Passiamo al vaglio tutti i punti trattati dalla Presidente Von Der Leyen. Il primo è la costruzione di un data economy europeo: un cloud dove inserire tutti i data industriali, al momento non utilizzati all'80%.
La risorsa dati ha un’importanza chiave per ciascuno di noi, figurarsi per le imprese. Per questo motivo, la costruzione di un cloud europeo costituisce un progetto che mi sento di supportare. Mi ripeterò, ma è necessario che di pari passo ci sia uno sviluppo nel settore delle risorse umane per garantire lo sfruttamento di tali dati per migliorare la vita delle persone e favorire l’innovazione nelle aziende. È proprio di questi giorni l’appello lanciato dall’amministratore delegato di Microsoft Italia Silvia Candiani, che ha ribadito la necessità di passare dagli annunci a interventi concreti per favorire l’adozione del cloud anche nella P.A. italiana. Ritengo che la creazione di un cloud europeo favorito da una legislazione che garantisca la sicurezza e la protezione dei dati sia importante, va fatto però in fretta e senza creare una sovrastruttura burocratica troppo complessa.
Un altro punto importante è costituito dalla digitalizzazione della pubblica amministrazione, processo già in corso nel nostro paese.
Abbiamo già un buon numero di servizi di e-government, ma non siamo certamente tra i paesi più virtuosi, ed è molto importante continuare a investire soprattutto nel settore della sanità. Con l'emergenza Covid è diventata evidente l’importanza di un settore sanitario che funziona, vicino alle esigenze dei cittadini. Prima del lockdown, le risorse informatiche venivano usate da troppe poche persone, mentre ora assistiamo a un miglioramento, soprattutto nella richiesta di identità digitali. Poste Italiane ha rilevato oltre un milione di attivazioni di SPID solo nel mese di luglio. A dicembre 2019 erano 4 milioni, ora è stata superata la soglia di 10 milioni. Tra gennaio e luglio SPID è stato usato in media 8 milioni di volte al mese per accedere ai servizi online. Si tratta di un dato molto importante, perché significa che gli italiani stanno finalmente familiarizzando con i servizi di e-government. Bisogna educarli, formarli, tanto più che si stanno rendendo essenziali. Non bisogna lasciare indietro nessuno. La sfida è rendere universali anche i servizi digitali.
Focus anche sullo sviluppo del 5G, del 6G, della fibra e della diffusione della banda larga per i residenti nei centri rurali. Sul tema è stata fatta molta confusione fino a ipotizzare perfino cospirazioni... Qual è la sua posizione sul tema?
Credo che l’infrastruttura tecnologica di banda larga sia fondamentale in modo particolare per il Mezzogiorno. È necessario rendere quei territori più competitivi, soprattutto perché hanno grandi potenzialità turistiche. Possiamo valorizzare le università e i centri di ricerca, trasformando il Sud in un luogo di possibile aggregazione di startup, piccole e medie imprese. Dobbiamo imparare a comunicare meglio lo sviluppo scientifico e tecnologico. E imparare a governarlo senza aumentare le disuguaglianze.
Luca Clementi