L’ondata di gelo del gennaio 1985, a quarant’anni di distanza, rappresenta uno degli eventi meteorologici più estremi mai registrati in Italia. Quell’inverno entrò nella storia per le temperature eccezionalmente basse e le nevicate straordinarie che colpirono gran parte del Paese. Fu provocata da una massiccia discesa di aria gelida di origine siberiana, sospinta verso l’Europa centrale e meridionale da un vasto anticiclone sull’Europa orientale e da una depressione sul Mediterraneo. Questo raro incontro tra aria fredda e correnti umide generò condizioni di gelo intenso e nevicate diffuse, con conseguenze che segnarono la memoria collettiva.
L’aria gelida raggiunse l’Italia nei primi giorni di gennaio, con temperature che toccarono valori estremamente bassi, specialmente al Nord. Torino, Milano e molte altre città della Pianura Padana registrarono minime intorno ai -20°C, mentre le gelate si estendevano fino alla Toscana, al Lazio e persino in alcune aree costiere. Roma visse uno degli eventi più straordinari della sua storia meteorologica, con nevicate che imbiancarono il Colosseo e la città eterna come raramente accaduto.
Le nevicate furono eccezionali non solo per la loro intensità, ma anche per l’estensione geografica. Intere regioni del Nord e del Centro Italia furono sommerse da cumuli di neve, mentre al Sud e sulle isole maggiori il gelo causò danni enormi all’agricoltura. Le città furono paralizzate: i trasporti subirono gravi interruzioni, le scuole rimasero chiuse per giorni e si registrarono numerosi problemi legati alle tubature gelate e alla fornitura di energia elettrica.
Nonostante i disagi, l’ondata di gelo del 1985 è oggi ricordata con una sorta di nostalgia, anche grazie alle immagini suggestive di città e paesaggi trasformati in scenari fiabeschi. Rimane un evento eccezionale, un esempio delle estreme capacità della natura di influenzare la vita quotidiana, segnando un’epoca in cui l’imprevedibilità del clima era vissuta con maggiore intensità rispetto a oggi.