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Album

Un Paese Ci Vuole

Dimartino

About “Un Paese Ci Vuole”

Un paese ci vuole è il album di Dimartino, pubblicato il 21 aprile 2015 per Picicca Dischi.

Anticipato dal brano “Come una guerra la primavera”, il disco è stato registrato nel gennaio 2015 in una casa di campagna a Misilmeri (Palermo), sua città d'origine, insieme ai suoi abituali collaboratori Angelo Trabace e Giusto Correnti, con l'ausilio di uno studio mobile.

Il titolo è tratto da un passaggio del romanzo La luna e i falò di Cesare Pavese:

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.

Un paese ci vuole è infatti una sorta di concept album avente il “paese” come tema portante, come si legge nel comunicata stampa «un paese inteso come condizione umana e di appartenenza, il paese che ti porti dentro ovunque tu vada, il paese necessario a conservare i ricordi, le radici che ti tengono legato alla sua terra, ovunque le esperienze poi ti portino».

L'album è stato in anteprima in 350 borghi d’Italia, grazie a una web app creata appositamente per l’occasione che sfruttava la geolocalizzazione. È stato infatti possibile ascoltare sul proprio smartphone il disco, ma solo trovandosi fisicamente in uno dei paesi segnalati sul sito ufficiale del cantautore.

“Un Paese Ci Vuole” Q&A

  • Cosa ha dichiarato a proposito dell'album?

    Tutti siamo legati al posto in cui siamo nati ma nello stesso tempo sentiamo la necessità di liberarcene. Un anno fa mi trovavo in Messico nello stato di Oxaca, ero su un autobus e tra i crinali delle colline attorno a me ogni tanto intravedevo piccoli cumuli di case e poco distanti sagome di uomini sui muli, bardati con fasci d’erba e fiori, a un certo punto mi sembrò quasi di trovami al centro della Sicilia, a quattordici ore di volo di distanza. Questo mi fece tornare in mente fatti e situazioni legati alla mia vita di paese che forse ormai avevo dato per scontato che esistessero. Quando ad Aprile tornai a casa iniziai a parlare sempre più spesso con mio nonno, grandissimo narratore delle cose perdute, e scrissi dei racconti legati alla sua vita passata nel paese e nei campi in compagnia di un mulo. All’inizio provai a trasformare questi racconti in canzoni ma non funzionavano, la canzone ha altri tempi, ha il limite dell’immediatezza. Così mi misi pensare a una serie di immagini che il paese mi suggeriva e arrivai all’idea che il paese oltre che un luogo geografico è soprattutto una condizione umana in estinzione. Non soltanto ogni giorno muoiono dei paesi perché lasciati deserti dalla politica e dalla burocrazia, ma muoiono anche delle abitudini umane messe in un sacco dalla modernità.
    Il paese è un isola, un pezzo di terra nell'oceano, un borgo felice dopo una foresta, è una casa dove si è vissuto felice e dove albergano fantasmi, compagni di chiacchierate e passeggiate notturne. Per fare un paese è necessaria la gente e quella che si potrebbe chiamare la dinamica del porto, cose che arrivano e che all'improvviso se ne vanno.
    Immagino il mio paese raccolto in un silenzio umano, percepibile, diverso dal silenzio urbano della città, un presepe da cui evadere nel cuore della notte e in cui tornare cambiati ma con le stesse linee nelle mani perché quelle non puoi allungarle ne spostarle di direzione.
    Mi piace pensare che questo sia un disco folk, certo c’è dentro la canzone italiana da cui non riesco e non voglio allontanarmi, ma sono dell’idea che questo sia un disco folk almeno nella scrittura. A gennaio di quest’anno siamo andati in una casa in campagna nel mio paese, abbiamo portato lì uno studio mobile e per quindici giorni abbiamo registrato gran parte di quello che avevo scritto nei sei mesi precedenti. Ogni tanto dovevamo staccare perché dalla montagna di fronte partiva il rumore di un motozappa che rientrava nei microfoni.
    Tutto tornava, il mio viaggio lontano da casa, come spesso accade, mi aveva avvicinato ancora di più alla mia casa.

    – Dimartino, comunicato stampa

  • Cosa ha dichiarato a proposito dello "streaming geografico"?

    Da venerdì 3 Aprile è possibile ascoltare tutto il disco gratuitamente. Ma c’è una cosa necessaria che dovete sapere: il disco è ascoltabile soltanto in alcuni paesi italiani. Vi sembrava troppo facile! Si tratta di uno vero e proprio streaming geografico, abbiamo scelto di non dare il disco in esclusiva a un giornale o a una webzine ma di affidare l’ascolto del disco alla geografia, discriminando deliberatamente tutte le grandi città. In che senso? Abbiamo individuato circa 300 paesi in Italia scelti in base alla storia, alla bellezza, alla vicinanza o lontananza con una città e a un interesse puramente personale. Una volta individuati li abbiamo geolocalizzati (termine che ho imparato da poco) e attraverso una webapp abbiamo fatto in modo che lo streaming del disco inizi solo se l’ascoltatore si trova con uno smatphone o un tablet in uno dei paesi indicati. Il nostro vuole essere un invito alla scoperta, un modo alternativo di ascoltare un disco. Approfittate di questi giorni di vacanza per andare in un paese, o per tornare al vostro paese, parlate con gli anziani, bevete del buon vino, mungete una mucca…insomma, dedicate un po' di tempo a voi stessi.

    Dimartino

When did Dimartino release Un Paese Ci Vuole?

Album Credits

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