AgitaLab

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Outsourcing/Offshoring

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Chi siamo

AgitaLab è un laboratorio dedicato alla ricerca e sviluppo di servizi innovativi in ambito automotive, flotte e mobilità che intende accompagnare il cambiamento sostenendo l’attività di ricerca e riflessione culturale nel campo della mobilità. AgitaLab promuove e finanzia la ricerca diretta e tramite centri studi, Università, indagini demoscopiche nel contesto dei servizi legati all'auto e, più in generale, alla mobilità, con l’obiettivo di tracciare l’evoluzione della domanda. In collaborazione con gli attori della filiera (delphi, focus group) AgitaLab valuta i possibili scenari di evoluzione del sistema dell’offerta in risposta alle mutazioni dei modelli di domanda, con l’obiettivo di individuare le principali direttici di cambiamento in termini di: ambito sociale, tecnologia abilitante, filiera produttiva. L’obiettivo di AgitaLab è quello di ricercare e implementare soluzioni innovative per le flotte, non limitandosi alla gestione operativa, ma guardando con attenzione anche al sistema di comunicazioni e relazioni che queste generano. Agitalab è un marchio di Agenzia Italia, società del Gruppo Mutuionline, leader nel settore del business process outsourcing per le Società di Leasing, Noleggio e Banche che oggi conta su un team di 327 dipendenti e un fatturato di oltre 40 milioni di euro.

Sito Web
http://www.agita.it
Settore
Outsourcing/Offshoring
Dimensioni dell’azienda
201-500 dipendenti
Sede principale
Conegliano, Tv
Tipo
Società privata non quotata
Data di fondazione
1986
Settori di competenza
outsourcing, nlt, automotive, leasing, back office finance e nautical services

Località

Aggiornamenti

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    … E L’USATO VA. Nel 2024 la domanda di #autoUsate è risalita ben sopra i 3 milioni, con un incremento dell’8% sull’anno precedente. È il prodotto di gran lunga preferito dagli italiani, che in quantità vale il doppio rispetto alle #immatricolazioni di nuove auto. In merito alla scelta delle #alimentazioni, sul mercato dell’#usato prevalgono sempre le tradizionali #autovetture #diesel e a #benzina, ma si accentua la crescita delle #ibride a benzina, che hanno raggiunto una quota di mercato del 7,3% nel 2024 (8,6% se includiamo anche le ibride/diesel) con incremento annuo del 61%. Stabili le compravendite delle #bifuel benzina/gpl (incidenza del 7,4% nell’intero 2024), mentre restano ancora al di sotto dell’1% le quote annuali delle autovetture a #metano ed #elettriche. Queste ultime evidenziano però un costante incremento (+62,5% nell’intero anno), conquistando progressivamente quote di mercato, al contrario delle alimentazioni a metano che chiudono il 2024 in calo del 6,3%. Fonte: #ACI.

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    Quanto influenza la presenza di ztl nella scelta di acquisto di un auto per gli italiani? A rispondere a questa e ad altre domande sono stati i partecipanti al nostro sondaggio realizzato da #Ipsos

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    E SE FOSSERO I SINDACI A CONDIZIONARE IL FUTURO DELL’AUTO? “La possibilità di circolare in città sempre e anche nelle #ZTL” è, per quasi un italiano su due, l’aspetto che nell’acquisto di un’#auto maggiormente influenza la scelta a favore di un’#autoelettrica rispetto a una termica. È quanto emerge da un sondaggio Ipsos Italia per il think tank AgitaLab, Alla fine, si torna sempre al punto di partenza. Le #macchine servono per andare da qua a là. Tantissimi si muovono dentro le mura e pure chi non lo fa tutti i giorni certamente non gradisce il divieto. Se avendo un’auto vecchia magari se ne fa una ragione, quando affronta la spesa di una nuova ritiene certamente inaccettabile non poterla usare sempre e dovunque. Così, finiscono per essere influenzati dalle decisioni dei sindaci e delle giunte, che spesso cavalcano l’onda del partito anti-auto molto amato dagli abitanti delle ZTL, privilegiati che spesso possono non usare l’auto e/o permettersi quelle elettriche o #ibride plug-in. Un italiano su due ha pure indicato, come conseguenza di obiettivi irraggiungibili di vendita di auto elettriche, "la chiusura di #fabbriche e la perdita di posti di #lavoro". Ma questo ai #sindaci e ai #residenti delle ZTL evidentemente interessa il giusto. https://lnkd.in/d7NuKvZT

    AgitaLab 2024 - Sondaggio Ipsos - Gli italiani e la crisi dell'auto.pdf

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    #Ipsos ha realizzato per #AgitaLab un sondaggio su "gli italiani e la crisi dell'auto" da cui emergono importanti osservazioni raccolte anche in un articolo scritto da Pier Luigi del Viscovo su Il Sole 24 Ore

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    COME UCCIDERE L'INDUSTRIA DELL'AUTO. Sulla #crisi profonda dell’#industriaAutomobilistica, gli italiani si aspettano che l’Europa decida di modificare le regole che ha imposto (45%) ma anche la chiusura di #fabbriche con annessa perdita di posti di #lavoro (44%). È quanto emerge da un sondaggio Ipsos per il think tank AgitaLab, presentato da Enrico Billi e Alessio Casonato . Secondo il panel, rappresentativo della popolazione adulta, questa congiuntura è riconducibile alla politica dei #costruttori, che hanno alzato troppo i #prezzi delle #auto (53% dei rispondenti), proprio mentre i concorrenti #cinesi offrono auto molto più competitive per prezzo e qualità (secondo il 41%). C’è però anche un 30% che pensa che siano le #regole imposte dall’Europa a non permettere all’industria di produrre ciò che chiedono i #consumatori. Che l’auto a pile sia particolarmente indicata per le città è confermato anche dal 44% che ritiene la scelta influenzata dalla possibilità di circolare sempre e anche nelle #ZTL. L’altra leva, indicata dal 43%, è la sensibilità verso l’#ambiente. Quali che siano le opinioni degli italiani, tra pochi mesi il flop dell’auto elettrica trascinerà con sé tutta l’industria, che ha già annunciato che ridurrà di alcuni milioni la #produzione delle #termiche, per il meccanismo delle multe. Così la vita media delle auto, ormai vicina ai 30 anni, aumenterà ancora, con ottimi risultati su ambiente e #sicurezza stradale: si chiama effetto Cuba. https://lnkd.in/dDgwtnmC

    REGOLE UE E PREZZI ALTI AFFOSSANO L’AUTOMOTIVE - Fleet&Mobility

    REGOLE UE E PREZZI ALTI AFFOSSANO L’AUTOMOTIVE - Fleet&Mobility

    https://www.fleetandmobility.it

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    SALDO NEGATIVO PER IL 2024 “Con il calo di novembre, il mercato dell’auto del 2024 è sceso in territorio negativo” queste le parole di Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce Italia. Effettivamente #novembre si attesta come un mese in rosso, confermando i dati di ottobre. Le #immatricolazioni segnano un -11% portando così il saldo dell’anno, per la prima volta e di poco, a valori negativi. In questo mese tutti i canali della #distribuzione hanno performato peggio dell’anno precedente, con dati molto negativi soprattutto per il #noleggio. Infatti, il lungo termine ha segnato un calo del 24%, mentre il breve termine del 35%. Pareggiano le auto-immatricolazioni che quest’anno hanno contribuito in maniera determinante a mantenere a galla il #mercato. A livello di #alimentazioni, novembre ha portato a un calo per tutte le tipologie, tranne le #fullhybrid che hanno registrato circa 1.500 #targhe in più. “La chiusura dell’anno porterà a un livello di immatricolazioni ben più basso delle attese, attorno a 1,6 milioni di nuove targhe. Le speranze di rilancio basate sugli inutili #ecobonus sono state puntualmente smentite. Particolarmente pesante la situazione di Stellantis, che continua a scendere di quota” conclude Saladino.

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    È stato presentato alla sede di Confcommercio di Milano “I dieci anni che hanno cambiato l’auto – Dal Diesel-Gate ai giorni nostri” LEGGI SU FLEET MAGAZINE ➡️ https://lnkd.in/d69fzhit ---------- L'autore, Pierluigi Del Viscovo, ha pensato di dividere questo libro bianco in tre capitoli: ✅ Dire, fare, Cambiare - dove presenta numeri, avvenimenti e tendenze nella società in questi ultimi 10 anni – tra cui anche il diesel-gate che interessa il settore auto, ma anche molto altro -; ✅ Dimmi quanto, quanto, quanto - 50 pagine di grafici, torte, statistiche e quant’altro; ✅ Qui lo dico e qui lo nego - con interventi dei tanti attori della filiera. Uno “spaccato” dei quali ha partecipato anche al tavolo della presentazione. Con posizioni che, diciamo, non sono proprio tutte uguali… #automotive

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    LA CINA, FABBRICA DI AUTOMOBILI La #Cina ha portato in equilibrio la sua bilancia commerciale #auto. Sulla torta globale del #commercio mondiale di auto, che nel 2010 valeva circa 560 miliardi di dollari e nel 2022 era arrivata a 780, la Cina ha sempre avuto una quota di #import intorno al 6%. Invece, la quota #export è passata da un misero 0,6% del 2010 al 6% del 2022. La crescita forte è avvenuta dopo il Covid e, oltre a essere impressionante, lascia presagire che continuerà nei prossimi anni. All’opposto, Giappone e Germania, che erano e restano i due maggiori esportatori di auto, hanno perso entrambi circa 5 punti di quota. La Germania aumentando anche la quota import. Gli Stati Uniti, sempre il più grande importatore di #automobili, ha ridotto di diversi punti la sua quota in ingresso. La fonte dei dati è The Observatory of Economic Complexity, un organismo che fa capo al #MIT.

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    VENDERE TUTTE QUELLE BEV E PHEV PARE IMPOSSIBILE Quanto è grande il problema delle multe per i principali gruppi automobilistici? Un’analisi Dataforce Italia, ben illustrata alla Capitale Automobile, ha calcolato quante #auto #elettriche e #ibride plug-in ognuno dovrebbe vendere nel 2025, in percentuale sul totale delle sue #immatricolazioni, confrontandole con le quote dello scorso anno e del primo semestre 2024. Come si vede, per #Stellantis, #Volkswagen e #Ford pare decisamente difficile colmare il gap. Anche perché nei primi sei mesi dell’anno le quote di auto alla spina sono calate, non aumentate. #Mercedes e #BMW sembrano posizionate un filo meglio, ma anch’esse hanno davanti una salita impegnativa. Chi dovrebbe riuscire più agevolmente è #Toyota, che vanta già un buon mix grazie alle tante ibride. I #costruttori hanno annunciato che la strategia non sarà di lavorare per pagare le multe. Piuttosto, sono pronti a fermare la #produzione delle auto termiche, in maniera da venderne meno e alzare così la quota delle elettriche, che comunque avranno bisogno di tanta pressione sulle reti.

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    LA CINA TIRA LA VOLATA DELLE ELETTRICHE. Le #auto alla spina, ossia quelle solo #elettriche e quelle #ibride plug-in, che vanno per lo più a #benzina, stanno aumentando di numero. Nei tre grandi mercati, #Cina, #Europa e #USA, nel 2020 ne circolavano circa 8,5 milioni. Cinque anni prima non arrivavano al milione. Ma il vero boom è arrivato dopo. Nel 2022 erano arrivate a 23 milioni e quest’anno siamo a 48 milioni. Una crescita impressionante che non dovrebbe far dubitare che presto tutti gireremo a pile. Forse. Sì perché a ben guardare i 2/3 stanno in Cina, che è anche il Paese dove la crescita è di gran lunga più sostenuta. Gli europei ci stanno provando, eccome, ma leggiamo ogni giorno delle difficoltà dei #concessionari a convincere i #clienti. Al punto che non pochi pensano che il tetto dei potenziali clienti, se non ancora toccato, sia ormai vicino. È probabile che a fare la differenza sia il regime politico. Liberal-democrazia noi, dittatura loro. Lì avere una targa per una elettrica è gratis e veloce, mentre per una termica si tratta di aspettare e pagare.

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    SENZA LA PRESSIONE DELLE CASE I #DEALER GUADAGNANO IL GIUSTO. L’ultimo #OsservatorioBilanci di DEKRA Italia, relativo al 2023 e presentato alla Capitale Automobile, mostra in modo lampante come negli ultimi anni la redditività media delle #concessionarie italiane sia balzata a livelli mai toccati prima, con un picco che nel 2022 ha sfiorato un E.B.T. del 3%, per attestarsi lo scorso anno al 2.7. Fino al Covid viaggiavano in media intorno a 1 punto e mezzo, quando andava bene, ed erano tutti felici di aver superato il periodo buio 2011/2014. In quegli anni prima per il rimbalzo negativo del dopo-incentivi e poi per la “cura Monti” era normale che ci fosse il segno meno davanti. Dopo il Covid, la difficoltà dei #costruttori a fabbricare e consegnare le #macchine ha sollevato i distributori dall’onere di dover ritirare e vendere a suon di #sconti più auto di quelle che il #mercato chiede. Anche l’#usato ne ha beneficiato producendo #margini mai visti. Però c’è anche l’abilità dei concessionari a vendere e guadagnare sui servizi accessori, sviluppata proprio per compensare i bassi guadagni sul ferro.

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    VOLKSWAGEN, URGE UN PIANO B #Volkswagen Group sta pianificando la chiusura di 3 impianti e la riduzione di 15mila posti di lavoro in Germania, per la necessità di tagliare dieci miliardi di euro di costi entro il 2026. Un’azienda simbolo dell’#industriaTedesca, che anche in questo caso riflette un malessere generale del Paese, la cui competitività è in caduta libera a causa di #costiEnergetici elevati, normative severe e carenza di #manodopera qualificata. Tornando a Volkswagen, appare chiaro dai dati di vendita che aver puntato molto sulle #elettriche pure (#BEV) anziché sulle #ibride senza spina stia determinando un mix di vendite starato rispetto a quello del mercato e degli altri due gruppi tedeschi.  Così, osserviamo che il titolo ha perso negli ultimi cinque anni quasi un terzo del valore, anche per la struttura organizzativa meno produttiva di quanto servirebbe, con un fatturato di 0,5 milioni di dollari per dipendente. Per fare un paragone, #Toyota viaggia su 0,8, ossia vende più #macchine con circa la metà degli addetti. Adesso la partita è in corso con i #sindacati che puntano a proteggere i livelli occupazionali, mentre pare che l’azienda abbia disdettato l’accordo che li garantiva fino al 2029. Se mai sia servito un Piano B, questo è il momento. 

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