La prossima settimana, il Parlamento italiano discuterà un emendamento al ddl Concorrenza che introduce una novità di grande rilievo per il settore finanziario e per l’ecosistema delle startup italiane. L’emendamento propone un’esenzione dalla tassa sul capital gain del 26% per i fondi pensione che decidono di investire almeno il 5% del proprio portafoglio in imprese, infrastrutture e fondi di Venture Capital. Questo incentivo è previsto per il 2025, il limite passa al 10% negli anni successivi. Si tratta di una misura che punta a favorire il coinvolgimento diretto dei fondi pensione nello sviluppo dell’innovazione e nell’economia reale del Paese.
L’iniziativa nasce da un lavoro congiunto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, guidato da Adolfo Urso, e dall’associazione Allied for Startups, rappresentata dal consigliere Gianmarco Carnovale. Il modello si ispira a esempi di successo come quello israeliano, dove strumenti simili hanno avuto un impatto significativo sulla crescita delle imprese innovative e sulla competitività economica nazionale. Lo scopo è quello di avvicinare il sistema italiano a best practice internazionali, offrendo un incentivo concreto agli investitori istituzionali per destinare risorse ai settori più strategici per il futuro del Paese.
Non è un caso che anche il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, abbia recentemente sottolineato l’importanza di coinvolgere maggiormente assicurazioni e fondi pensione nel finanziamento delle imprese nazionali. Panetta ha evidenziato che, se questi attori istituzionali destinassero ai fondi nazionali una quota del proprio attivo simile a quella impiegata in Francia, la raccolta potrebbe addirittura raddoppiare. Questo dato mette in luce il potenziale ancora inespresso del mercato italiano e l’urgenza di adottare politiche che favoriscano un cambio di paradigma nell’allocazione delle risorse finanziarie.
Tuttavia, resta da capire come i fondi pensione italiani risponderanno a questa opportunità. La loro adesione sarà cruciale per tradurre l’emendamento in un reale impulso all’economia e all’innovazione. Sarà interessante osservare se questa misura riuscirà a scardinare le consuetudini di investimento più tradizionali, orientando le risorse verso settori che, pur comportando un rischio maggiore, offrono anche un potenziale di rendimento elevato e un impatto positivo sul sistema Paese. Il futuro dell’innovazione italiana potrebbe dipendere anche dalla capacità dei fondi pensione di cogliere questa sfida.
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