Anche se pensiamo sia infinito e perenne, il suolo è una risorsa vitale, limitata, non rinnovabile e insostituibile. E il suo consumo ha un impatto enorme sugli ecosistemi e sulla qualità della vita. Oggi è la Giornata mondiale del Suolo, ed è fondamentale ricordare la sua importanza per la sopravvivenza di tutti gli esseri viventi. In Italia il nostro suolo non se la passa benissimo. Infatti, il consumo di suolo legato alla costruzione di edifici e all’espansione delle città sta trasformando il nostro territorio con velocità elevate. Secondo l’ultimo rapporto ISPRA sul consumo di suolo, tra il 2022 e il 2023 le nuove coperture artificiali hanno occupato altri 72,5 km2, circa 2 m2 al secondo coperti da asfalto e cemento. Oggi il suolo consumato in Italia è pari al 7,16% del territorio, aumentando al contempo anche l’impermeabilizzazione delle superfici, ovvero la capacità di assorbire l’acqua durante piogge e alluvioni. Il rapporto ISPRA ci dice che in 15 regioni italiane il suolo consumato supera il 5% del territorio, con la Lombardia al primo posto con il 12,2%, seguita da Veneto (11,9%) e Campania (10,6%). Purtroppo in Italia si attende ancora una legge sul consumo di suolo, mentre a livello europeo, nel 2021, la Commissione ha fissato come obiettivo di lungo periodo un consumo netto di suolo pari a zero per il 2050. Traguardo molto difficile da raggiungere. Un suolo sano accresce la nostra resilienza ai cambiamenti climatici e agli eventi metereologici estremi come siccità e inondazioni. Inoltre, è un ecosistema ricco di biodiversità e, attraverso le piante, assorbe l’anidride carbonica e la trattiene. L’Italia è un territorio fragile dal punto di vista idrogeologico e siamo il Paese europeo con la maggiore diversità di suoli (25 su 30). Ecco perchè risulta fondamentale proteggere il nostro suolo e avere una legge che fermi l'urbanizzazione selvaggia. 💬 Che ne pensi? Vivi in un territorio fortemente urbanizzato? #suolo #Terra #Italia #ecosistemi #CO2 #alluvioni #pioggia #clima #ambiente #città
Chi siamo
Coinvolgiamo persone e organizzazioni nella lotta al cambiamento climatico. Lo facciamo semplificando, informando e sensibilizzando sulle sfide climatiche e ambientali dei nostri tempi. Diffondiamo le notizie più importanti su clima e ambiente, dando ampio spazio a quelle positive. Raccontiamo progetti/soluzioni per la salvaguardia del pianeta e le storie di changemakers che stanno rendendo il pianeta Terra un posto migliore.
- Sito Web
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- Settore
- Contenuti audio e video online
- Dimensioni dell’azienda
- 2-10 dipendenti
- Sede principale
- Torino
- Tipo
- Società privata non quotata
Località
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Principale
Torino, IT
Dipendenti presso Greencome
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Elena Sofia Carnassale
Graphic Designer • zeroCO2 • Riforestazione 🌳 | Impatto sociale 👩🌾 | Innovazione 💡
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Andrea Fumero
Urban planner @LAND | Ho scoperto il digital marketing grazie a @Start2impact University | Unisco queste due passioni per comunicare al meglio come…
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Ginevra Zolli
Co-founder @Greencome Media | Economista ambientale
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Duccio Travaglini
Duccio Travaglini è un influencer Eco-founder @Greencome Media | Forbes U30 | LinkedIn Top Voice | Laureando in Economia dell'Ambiente
Aggiornamenti
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Vestiti che crescono con i bambini? Ogni anno milioni di tonnellate di abiti finiscono nelle discariche, spesso spediti da paesi occidentali in luoghi come Ghana e Cile, dove diventano vere montagne di rifiuti tessili. L'industria della moda è responsabile del 10% delle emissioni globali di CO₂, consumando enormi quantità di acqua e inquinando interi ecosistemi con sostanze tossiche. Proprio per affontare questi problemi che è nata vestiti di Petit Pli. Questi speciali indumenti, realizzati con materiali riciclati, si adattano alla crescita dei bambini, riducendo il bisogno di nuovi acquisti. Questo approccio aiuta a combattere l’eccesso di produzione e consumo tipico dell’industria tessile. 💬 Tu cosa ne pensi? Indosseresti o compreresti vestiti così per fare la differenza? #modasostenibile #fastfashion #sostenibilità #cybermonday #blackfriday
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⛈️ Il governo spagnolo ha approvato una legge che garantisce fino a quattro giorni di assenza retribuita se le condizioni metereologiche estreme impediscono di raggiungere il posto di lavoro. I congedi climatici retribiti si ispirano alla legislazione canadese, grazie a cui dal 2021 i lavoratori sono tutelati in caso di emergenze climatiche. 🚬 A partire dal 2025 a Milano non sarà più possibile fumare sigarette all’aperto. Nei luoghi isolati si può fumare solo a una distanza minima di 10 metri dalle altre persone, e in ogni caso sono esenti dal divieto le sigarette elettroniche. 🌳 Il governo della Danimarca ha deciso di convertire il 10% dei terreni coltivati in foreste e habitat naturali. Il piano prevede la piantumazione, nei prossimi 20 anni, di un miliardo di alberi. 🐋 In Nuova Zelanda oltre 40 balene pilota si sono arenate nel Nord del Paese. La pronta risposta di centinaia di cittadini e volontari ha permesso in poche ore di salvare quasi tutti gli animali. 🌲 Gli alunni della scuola elementare Melton Primary della contea di Suffolk, in Inghilterra, partecipano a un programma per piantare 250.000 alberi. L’obiettivo è aumentare dell’1% la copertura arborea del loro. #buonenotizie #clima #alberi #balene #cambiamentoclimatico #fumo
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☢️ Gli italiani sono favorevoli il ritorno del nucleare? Un recente sondaggio IPSOS realizzato per Legambiente mostra come l’81% degli italiani sia avverso al ritorno del nucleare all’interno del mix energetico per la decarbonizzazione del Paese. Il 43% degli intervistati è molto scettico che sia l’energia giusta su cui investire; il 38% preferisce trovare tecnologie più sicure; solo il 19% valuta un ritorno immediato all’energia nucleare. Per quanto riguarda la distanza minima dalla propria abitazione di un ipotetico impianto nucleare, il 41% degli italiani non lo vorrebbe in nessun caso. Il 31% ad almeno 100 km, il 17% ad almeno 50 km, e solo l’11% ad almeno 10 km. I dati emersi dimostrano come sia elevato l’effetto NIMBY, acronimo inglese che significa Not In My Back Yard, “non nel mio cortile sul retro”. In poche parole, è l'opposizione a priori di una comunità contro la realizzazione di opere o infrastrutture di interesse pubblico in prossimità delle proprie abitazioni. Spesso viene associato alla costruzione di isole ecologiche (discariche), ma in Italia abbiamo avuto due opere in cui l’effetto NIMBY è stato evidente: la TAV Torino-Lione e il gasdotto TAP pugliese. Secondo l’osservatorio Nimby Forum, il 57% delle proteste dei cittadini italiani ha riguardato il settore energetico, all’interno del quale addirittura il 73% degli italiani ha contestato la costruzione di impianti da fonti rinnovabili nelle prossimità delle loro abitazioni. Insomma, che si tratti di nucleare o di rinnovabili, quasi nessuno vuole che diventino i loro nuovi “vicini” di casa. 💬 Che ne pensi? Saresti favorevole al ritorno del nucleare in Italia? #nucleare #energytransition #sostenibilità #rinnovabili
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Cosa comprare online durante il Black Friday per salvare il pianeta? Niente! #BlackFriday #sostenibilità #shopping ——— Ne ha parlato Nicolas Lozito 🙋♂️
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Comprare o non comprare al Black Friday? Secondo l’indagine di Scalapay, nel 2024 il 93% dei consumatori italiani ha pianificato di fare acquisti online durante il Black Friday. Ma scegliere di comprare nella settimana di “sconti folli” che va dal Black Friday al Ciber Monday non è una grande idea per il pianeta. Secondo le stime del Freight Leaders Council, gli ordini online per il Black Friday generano il più grande volume di rifiuti da imballaggio dell’anno in Italia. In Europa, ogni anno si producono 188.7 kg di rifiuti da packaging per abitante, che si sommano alle tonnellate di rifiuti tessili ed elettronici prodotti dai cittadini italiani ed europei ogni anno (dati Eurostat). Oltre a causare una quantità enorme di rifiuti, questa ricorrenza annuale genera un’impennata di emissioni di CO2, circa il 94% in più in Europa rispetto a una settimana media secondo l’analisi di T&E 2022 per via dell’aumento della produzione e l’intensificarsi dei trasporti di merci, contribuendo quindi al già inarrestabile aumento delle temperature. Con ogni scelta quotidiana, decidiamo l’impatto che vogliamo avere sul pianeta. Chiederci se quel nuovo telefono, borsa all’ultima moda o soprammobile di tendenza ci serve davvero è il primo passo per fare scelte meno impattanti sul pianeta, soprattutto nel periodo del Black Friday. #BlackFriday #consumo #consumo Crediti foto: Darin Oswald | Daniel Acker/Bloomberg | National Geographic | AP
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Ma davvero chi inquina paga? Alla COP29 sono stati pattuiti 300 miliardi di euro per sostenere i paesi più vulnerabili, ma la cifra stanziata è solo una frazione di ciò che serve davvero. In questo momento i paesi industrializzati hanno una grande responsabilità: sostenere i paesi in via di sviluppo e meno responsabili per la crisi climatica, ma che sono e saranno colpiti maggiormente dagli impatti devastanti del cambiamento climatico. #crisiclimatica #COP29 #giustiziaclimatica #cambiamenticlimatici ——— Ne ha parlato Roberta Bonacossa 🙋♀️
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I SUV stanno ridefinendo il panorama urbano, ma a che costo? Questi veicoli, oltre a contribuire al traffico e a ridurre la sicurezza stradale, hanno un forte impatto sul clima, sia per le emissioni durante l’uso che per quelle legate alla loro produzione. Dal 1° ottobre, Parigi ha introdotto nuove tariffe per scoraggiarne l'uso, penalizzando non solo i SUV, ma tutti i veicoli più grandi e pesanti: sopra 1,6 tonnellate per termici e ibridi, e 2 tonnellate per gli elettrici. Ma ci siamo mai chiesti se questo trend sia veramente necessario? Le auto più piccole, elettriche e ibride, rappresentano un'alternativa già disponibile. È il momento di riflettere su come le nostre scelte di mobilità influenzano la vita urbana e il futuro del nostro pianeta. Adottare misure simili anche in Italia potrebbe fare la differenza in termini di qualità dell'aria, di sicurezza stradale e di gestione dello spazio urbano. Tu cosa ne pensi? #auto #suv #parcheggi #parigi #mobilitàsostenibile
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Ogni anno, il Black Friday ci spinge a credere che il consumismo sfrenato sia indispensabile. Questa tradizione commerciale alimenta un ciclo di spreco con impatti devastanti sul pianeta: risorse naturali sfruttate, energia consumata e montagne di rifiuti. Ogni prodotto acquistato lascia un’impronta ecologica ben oltre la sua fase di utilizzo. In risposta, il Circular Monday ci invita a ripensare le nostre abitudini e promuove scelte più sostenibili: riutilizzare, riparare e condividere. L’economia circolare, al centro di questo movimento, non solo aiuta a ridurre gli sprechi, ma offre anche soluzioni concrete per abbattere le emissioni globali di CO2, con il potenziale di ridurle fino al 39%. Prima di cedere alla frenesia degli sconti, chiediamoci: abbiamo davvero bisogno di ciò che compriamo? Unisciti al Circular Monday e scegli un consumo più consapevole! Fonte: Circular Economy Network #circularmonday #blackfriday #consumo #sconti #circolarità
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Le COP sono un po’ come delle grandi assemblee di condominio: si discute tutti assieme, ma alla fine chi ha l’attico conta sempre un po’ di più. COP29, l’incontro negoziale sul clima di Baku, è finito oggi all’una del mattino. Il tema era solo uno: quanto denaro i paesi ricchi si impegnano a dare ai paesi poveri per permettergli di fare la transizione. Alla fine è prevalsa la linea delle nazioni che dovranno contribuire economicamente - come noi: $300 miliardi all’anno per i paesi in via di sviluppo, da stanziare entro il 2035. Non si tratterà solo di soldi pubblici, ma anche di finanziamenti privati. I paesi che quel denaro lo riceveranno - in Africa, in Asia, in America Latina - sono rimasti delusi. Per tutto la durata della COP avevano chiesto molto di più, almeno 1300 miliardi di dollari, e a partire da una data più vicina, magari il 2030. La rappresentante della Nigeria, quando ha parlato durante la plenaria conclusiva, ha fatto notare che, considerando l’inflazione, quei 300 miliardi tra undici anni rischiano di essere non molto più di quanto già viene dato oggi. E non è solo un problema di quantità: l’Unione Europea ha promesso che farà di tutto perché i soldi siano in maggioranza a fondo perduto - cioè, che non debbano essere restituiti. Ma questa regola non è presente nel testo, e molti paesi temono di doversi indebitare per fare la transizione. Era meglio un accordo debole o nessun accordo? Facci sapere cosa ne pensi! #COP29 #COP #nazioniunite #clima #giustiziaclimatica