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Formazione

Scuola HR per l'impresa responsabile. Una scuola dove si parla di persone, di imprese e di lavoro etico e responsabile

Chi siamo

CHI SIAMO HRoad è un percorso formativo su strategie, prassi e strumenti innovativi per la gestione e la valorizzazione delle persone nelle imprese. È la scuola per Imprenditori, Manager e Responsabili e Specialisti HR dove si parla di persone, imprese e lavoro etico e responsabile. La formazione di HRoad vuole incoraggiare un approccio trasformativo dei modelli di leadership e di organizzazione, ponendo la responsabilità sociale e il benessere organizzativo al centro della strategia di business. I NOSTRI ELEMENTI DISTINTIVI 🔸Eterogeneità del corpo docente: professionisti provenienti da contesti molto differenti e uniti da valori comuni consentono un’eterogeneità di osservazione. 🔸Trasversalità e contaminazione: affrontare lo stesso tema da posizioni diverse costituisce un valore aggiunto per chiunque voglia costruire l’impresa responsabile del futuro. 🔸Spazio aperto e informale, dove il confronto e lo scambio si basano sulla libertà di espressione. Qui, il valore delle persone è indipendente dal ruolo e dalle gerarchie. QUELLO IN CUI CREDIAMO 📌Nella possibilità di creare una nuova visione di insieme che tenga conto della concreta trasversalità delle problematiche che si presentano alle aree gestionali e della conseguente trasversalità che necessita l’individuazione e la sperimentazione di soluzioni reali 📌In un approccio più sistemico legato ai ruoli serve agire una visione più sistemica legata alle persone, che integri e potenzi il loro bagaglio soggettivo, extra lavorativo 📌In un mondo del lavoro che sia alleato di passioni, affetti e desideri di ognuno e non ostacoli l’espressione dell’unicità delle persone 📌Nel confronto, scambio di idee ed esperienze, condivisione, trasversalità e contaminazione, attenzione al valore e alle diversità di ciascuno, informalità e divertimento CONTATTACI 📲Contattaci su LinkedIn o visita il nostro sito web: https://hroad.it/

Sito Web
https://hroad.it/prima-edizione/
Settore
Formazione
Dimensioni dell’azienda
2-10 dipendenti
Sede principale
Milano
Tipo
Società privata non quotata
Data di fondazione
2023
Settori di competenza
Risorse Umane

Località

Dipendenti presso HROAD

Aggiornamenti

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    Per molto tempo abbiamo guardato alle strutture aziendali come a grandi #alberi: strutture che rimandano a #gerarchie ben definite. Un’immagine naturale presa a modello per le strutture delle organizzazioni. Se vogliamo mimare le strutture naturali serve forse osservarle meglio. Cosa accade se spostiamo lo sguardo sotto la superficie? Il modello che osserviamo è quello della #rete. Attraverso la cosiddetta wood wide web, il bosco ci insegna che la forza dell’albero, con la sua verticalità, è l’effetto della capacità di #comunicare, #scambiare risorse e #collaborare con ciò che lo circonda. Altre teorie traggono ispirazione da questa visione radicalmente diversa, dove la rete produce, nutre e difende l’albero con il potere delle #relazioni. In questo modello, le gerarchie non scompaiono, ma si stemperano in una più complessa trama collaborativa, perdendo il loro primato a favore di una logica più reticolare. Chi continua a difendere la naturalezza delle strutture verticali, ignora le dinamiche meno evidenti e più complesse della natura, dinamiche che sono tendenzialmente intraducibili in rigidi #modelli umani. Non si tratta di ridefinire cosa è naturale e cosa no, ma di avvicinarsi a modelli più sperimentali, più capaci di interpretare spazi, processi e strutture senza temere di contrariare leggi che in fondo sono solo culturali.

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    Immaginare un design dei #comportamenti che ispiri le persone ad adottare #pratiche costruttive e utili è una sfida affascinante per chi opera nelle organizzazioni contemporanee. Considerare l’opzione di una “spinta gentile” – una strategia che integra il disegno dei #processi con l’intreccio delle #relazioni – non solo rappresenta un approccio innovativo, ma risponde anche a un bisogno sempre più urgente: mobilitare le #volontà attraverso il desiderio, piuttosto che con la coercizione. In un mondo in cui le relazioni sono ormai la vera infrastruttura produttiva, trovare #strumenti per orientarle verso risultati positivi è diventato un’arte indispensabile. Sperimentare nuovi modelli che attivino le persone in modo autentico e partecipato non è solo una scelta pragmatica; è un passo verso una visione più umana e strategica della #collaborazione.

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    Il #nudging, o "spinta gentile", è un dispositivo che orienta i #comportamenti senza imposizioni, rendendo più probabili azioni desiderabili senza limitare la libertà individuale. Nato dagli studi di Thaler e Sunstein, il nudge è oggi uno #strumento efficace per promuovere la #sostenibilità e decisioni socialmente condivise, affiancando strumenti normativi tradizionali. Nel suo libro 𝐿𝑎 𝐶𝑒𝑟𝑛𝑖𝑒𝑟𝑎. 𝐿𝑎 𝑠𝑝𝑖𝑛𝑡𝑎 𝑔𝑒𝑛𝑡𝑖𝑙𝑒 𝑎𝑙 𝑠𝑒𝑟𝑣𝑖𝑧𝑖𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑜𝑠𝑡𝑒𝑛𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀ (PACINI EDITORE S.r.l., 2024), irene ivoi esplora come applicare il #nudging a rifiuti, energia, mobilità e acqua, offrendo casi pratici e idee per stimolare scelte consapevoli e sostenibili, sia nel pubblico che nel privato. #Nudge #SpintaGentile #DesignComportamentale #EconomiaCircolare #ComportamentiSostenibili #CambiamentiPositivi #RaccoltaDifferenziata #RiduzioneSprechi #MobilitàSostenibile #RisparmioEnergetico #PolitichePubbliche #LaCerniera #StrategiaAmbientale #GestioneRisorse #ScienzeComportamentali #SostenibilitàPratica #InnovazioneSociale

    Nudge e sostenibilità: la forza della spinta gentile

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    innovazionesociale.org

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    L’economia dell’attenzione ha imposto un paradigma in cui il valore si misura in #visualizzazioni e #reazioni rapide, frammentando il pensiero e riducendo la conoscenza a uno spettacolo effimero. Questo modello non solo impoverisce l’individuo, ma compromette la capacità collettiva di produrre significato. Per approfondire, leggi qui 👉 https://lnkd.in/dgigJbEh

    L'economia della distrazione - HRoad

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    https://hroad.it

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    Il concetto di #engagement va necessariamente riletto nel contesto e nelle condizioni in cui il lavoro si intreccia con la vita delle persone. L’attaccamento al lavoro, infatti, non si riduce a una generale capacità performativa, alla motivazione o alla gratificazione individuale: esso è profondamente legato alla costruzione della #dignità umana, alimentata da una remunerazione equa e da una #sicurezza che consentano una vita capace di soddisfare i propri bisogni e desideri. Oggi, l’insicurezza lavorativa, la precarietà contrattuale e l’assenza di adeguate tutele hanno eroso questa reciprocità e ogni tipo di fiducia. Le nuove generazioni si confrontano con una realtà frammentata, dove il #precariato e l'insicurezza non rappresentano più l’eccezione, ma la regola. Questo scenario produce una disaffezione crescente, trasformando il lavoro in un mezzo temporaneo e oltre tutto spesso privo di significato, lontano dall’essere una fonte di #benessere e dignità. Non si può più parlare di engagement senza prima ribaltare la prospettiva e guardare anche l’altra faccia della medaglia. È alle organizzazioni che spetta il compito di coinvolgere le persone, offrendo un terreno di #continuità, fiducia e anche di #senso.

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    Da una situazione in cui nulla può accadere, tutto di colpo torna possibile!

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    Scrittore, consulente, formatore, ricercatore

    Con spietata lucidità Mark Fisher descrive nel libro 'Realismo capitalista' (2009) https://lnkd.in/dJ4TBftz il senso di impotenza che attanaglia lavoratori e manager (e più in generale: ogni cittadino) nel tempo in cui viviamo, quando sembrano sempre più vigenti, dopo quasi mezzo secolo, le parole di Margaret Thatcher: 'Non c'è alternativa'. Gli istituti della democrazia rappresentativa appaiono impotenti di fronte alle regole del neoliberismo e al dominio della finanza speculativa. Gli spazi di azione dei manager si riducono sempre più. Le organizzazioni appaiono tossiche, e i tentativi di immaginare organizzazioni senza gerarchia appaiono del tutto vani. L'azione sindacale non trova appigli per essere incisiva. Crescono così di pari passo l'astensione dal voto e la disaffezione al lavoro. Il grigiore del 'realismo socialista' che vedevamo nei paesi dell'Est prima della caduta del Muro è nulla rispetto al grigiore del 'realismo capitalista' nel quale siamo immersi. "Il capitalismo è quel che resta quando ogni ideale è collassato", e "arranchiamo tra ruderi e rovine", scrive Fisher. Non c'è da sorprendersi se si diffondono senso di impotenza e depressione. A questa depressione soccombe lo stesso Fisher, suicidandosi nel 2017. Eppure è commovente notare come sia proprio Fisher a indicarci una possibile strada. "La libertà, dice Spinoza, può essere ‘conquistata’ solo nel momento in cui apprendiamo le cause reali delle nostre azioni, solo cioè quando siamo in grado di accantonare le ‘passioni tristi’ che ci intossicano e ci ipnotizzano". Per questa via, nella conclusione di 'Realismo capitalista', Fisher arriva ad affermare che "la lunga e tenebrosa notte della fine della storia va presa come un’opportunità enorme". E precisa: "La stessa opprimente pervasività del realismo capitalista significa che persino il più piccolo barlume di una possibile alternativa politica ed economica può produrre effetti sproporzionatamente grandi. L’evento più minuscolo può ritagliare un buco nella grigia cortina della reazione che ha segnato l’orizzonte delle possibilità sotto il realismo capitalista. Da una situazione in cui nulla può accadere, tutto di colpo torna possibile". Torna sull'argomento nel 2015, pochi giorni dopo la vittoria elettorale del partito conservatore in Gran Bretagna. "A dispetto di ciò che la nostra depressione collettiva ci indica, si può fare. Inventare nuove forme di coinvolgimento politico, facendo rivivere istituzioni che sono diventate decadenti, convertendo la disaffezione individuale in rabbia politicizzata: tutto questo può accadere. E quando accade, chi lo sa che cosa può succedere?" E dunque, ecco la risposta alla depressione, all'astensione, ad ogni manifestazione del 'chiamarsi fuori': porre attenzione ad ogni piccolo barlume di luce; prendere spunto dall'evento più minuscolo; trasformare la disaffezione individuale in azione collettiva.

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    Se è vero che alcune #discriminazioni possono essere attenuate da decisioni algoritmiche, è altrettanto vero che molte altre vengono rafforzate e coperte in modo opaco e fortemente problematico. Dietro una presunta neutralità dei #dati tecnici si nascondo dispositivi di selezione iniqui. È urgente prenderne consapevolezza, comprenderne le implicazioni politiche e partire da un'analisi critica dei dati e dei modelli di elaborazione.

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    Ethics, social shaping & impacts of AI and digital technologies - co-CEO & co-Founder at Immanence - Postdoctoral Researcher in Philosophy at University of Milan

    In molti contesti è ormai diffusa la tendenza a parlare di intelligenze artificiali e riferirsi in realtà alle loro applicazioni generative. Mentre ci occupiamo-preoccupiamo di ChatGPT e tutte le altre, nel mondo i sistemi di classificazione basati su machine learning continuano a essere sviluppati e utilizzati in modo molto problematico. 🇺🇸 Solo oggi ho approfondito due di questi casi: uno strumento di valutazione, SafeRent, che utilizza fattori come la storia creditizia e i debiti non legati all'affitto per assegnare un punteggio ai potenziali inquilini. Come racconta The Verge, i proprietari possono utilizzare questo punteggio per determinare se accettare o rifiutare la domanda di affitto di una persona, e il sistema ha assegnato punteggi più bassi in modo ingiusto agli inquilini neri e ispanici, così come alle persone che utilizzano sussidi, portando i proprietari a rifiutare le loro domande di alloggio. Qui c'è un'azienda che ha preso una decisione commerciale per sviluppare questo strumento, ha scelto che tipo di dati usare per le valutazioni, il modo in cui assegnare i punteggi...che ora pagherà circa 2,3 milioni di dollari ai residenti del Massachusetts nell'ambito di un accordo raggiunto con una class action. 🇳🇱 La stessa identica cosa è successa nei Paesi Bassi (sì, di nuovo) fino al 2023, in questo caso all'Agenzia esecutiva per l'istruzione (Dienst Uitvoering Onderwijs, DUO), sotto la responsabilità del Ministero dell'Istruzione, che come racconta un nuovo report di Amnesty International The Netherlands ha utilizzato per diversi anni un algoritmo di assegnazione del rischio che, a causa di molti errori sociotecnici, ha sproporzionatamente discriminato le persone nere. Presto nella mia newsletter, intanto link alle fonti nei commenti 👇 (img: Profiled Without Protection, Amnesty International)

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    Intrecciare diritti e profitti è un gioco rischioso. L’idea che #diversità e #inclusione rendano i team più produttivi, creativi e competitivi è una narrazione seducente, quasi impeccabile nella sua linearità, e in parte condivisibile. È ragionevole pensare che un ambiente inclusivo e rispettoso migliori la #qualità del lavoro, favorendo collaborazioni più efficaci e soluzioni più brillanti. Un team che opera senza discriminazioni ha certamente maggiori probabilità di esprimere il proprio potenziale. Tuttavia, intrecciare in una narrazione i #diritti umani a benefici economici o obiettivi di crescita rischia di ridurne il valore intrinseco, trasformandoli in strumenti contingenti anziché principi fondamentali. I diritti non dovrebbero dipendere dalla loro presunta utilità, ma essere il fondamento di scelte etiche consapevoli.

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    Ripensare il merito è un atto politico.  È tempo di abbandonare la meritocrazia come dispositivo di esclusione e trasformarla in una pratica di riconoscimento, solidarietà e partecipazione.

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    Il legame tra successo educativo e occupazionale nel nostro Paese è ancora pesantemente legato al livello di istruzione di genitori e famiglie. Il problema non è il merito in sé, ma il modo in cui lo abbiamo definito e utilizzato. Va ripensato il successo: non più come accumulo di status o ricchezza, ma come capacità di costruire relazioni significative e promuovere il bene comune. Leggi l'articolo di Simone Cerlini 👉 https://lnkd.in/dPD9WJQE

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    Le #strategie aziendali, spesso, sprofondano in una routine di risposte prevedibili, figlie di #domande poco coraggiose. Obiettivi mancati, inefficienze operative, crisi di performance: tutto viene ancorato a cliché onnicomprensivi. Tutto vero, ma il grande limite non è nei problemi, per quanto difficili da affrontare e in alcuni casi insormontabili, ma nell’incapacità di porre interrogativi che sappiano scardinarne le radici. Il potere delle domande non sta nel trovare conferme, ma nel creare rotture.  Una domanda ben formulata trasforma i vincoli in #possibilità. Ciò richiede di uscire dal recinto della #prevedibilità. Chiedersi: "Perché i nostri collaboratori non raggiungono gli obiettivi?” può condurre a risposte preconfezionate. Ma domande come “in che modo stiamo definendo il concetto stesso di obiettivo?”, “quali fattori, oltre ai costi, influenzano il valore che creiamo?” o “quali dinamiche culturali modellano il nostro modo di lavorare?” aprono #orizzonti inaspettati. Le domande trasformative non sono comode, ma sono l’unico strumento per trasformare i problemi in #opportunità.

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    🌍🔴 Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne: il nostro impegno Oggi, 25 novembre, vogliamo ribadire un messaggio chiaro: la violenza sulle donne è prima di tutto una sfida culturale ed economica. Con la finanza etica, ci impegniamo a costruire un futuro in cui ogni donna possa vivere libera dalla paura e dall'oppressione. Come? ✔️Dando credito alle imprese femminili. ✔️Selezionando le realtà su cui investire, guardando anche alle iniziative per la parità di genere che queste riescono ad attuare. ✔️Portando avanti azioni di sensibilizzazione verso le istituzioni e la società civile. ✔️ Sostenendo progetti che promuovono l'inclusione finanziaria e l'autonomia economica delle donne. ✔️Finanziando associazioni che combattono la violenza di genere. 📢 La violenza economica è una forma spesso invisibile ma devastante di abuso. Per questo, il nostro lavoro è anche creare strumenti che garantiscano indipendenza e inclusione finanziaria per tutte. 👉 Leggi l'articolo per approfondire https://lnkd.in/d9ykFZze Teresa Masciopinto Fondazione Finanza Etica Anna Fasano Differenza Donna Aps-Ong

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