Quali sono le più evidenti trasformazioni del Design nell’ultimo ventennio? Cosa è cambiato rispetto al passato? Ne abbiamo parlato lo scorso Sabato al Museo MA*GA in occasione del Seminario di approfondimento della mostra Hyperdesign, Hyperdesigner curato da Chiara Alessi.
Gli autori e autrici dei progetti in mostra hanno discusso di come la professione del designer abbia reagito alle sfide del nuovo millennio, affrontando tematiche sociali, ambientali e di inclusività.
Aver ascoltato le testimonianze di professionisti che hanno fatto della sensibilità il loro punto di forza, mi ha ispirato fiducia nella costruzione di una carriera sempre più significativa e che tenga conto della rapida evoluzione del contesto socio-economico e culturale.
Di seguito, alcuni degli interventi (e dei progetti) che mi hanno particolarmente colpito:
Parasite 2.0 Eugenio Cosentino, co-founder, ha illustrato la progettazione della mostra “I quaderni di Giancarlo De Carlo 1966 – 2005” alla Triennale di Milano, integrando gli spazi espositivi ad un'area intima di consultazione sfidando il concetto di privato-pubblico.
CHEAP street poster art: Sara Manfredi ha presentato il manifesto “DESIGN WILL NOT SAVE US”, invitando a una riflessione critica sul ruolo e le responsabilità del design rispetto alle questioni sociali.
Sex & the City APS: Florencia Andreola e Azzurra Muzzonigro hanno discusso l'Atlante di Genere, una mappa che invita i cittadini a condividere esperienze emotive legate ai luoghi, ponendo interrogativi sulla geografia urbana in relazione al Genere.
Prof.ssa Laura Calcagnini: ha presentato il “Parco Inclusivo Universale Schuster”, un ambizioso progetto di riqualifica che mira a creare spazi realmente inclusivi e fruibili da tutti.
Studio Folder: Marco Ferrari e la ricerca “Italian Limes” attraverso cui viene analizzato il cambiamento dei confini Alpini, causato dal mutamento climatico.
Giulio Iacchetti ha parlato di come rendere il design accessibile e comprensibile, supportando l’artigianalità italiana e la creazione di “oggetti di senso”, da cui nasce “Internoitaliano”.
Aurelie Callegari, progettista dello studio di Giacomo Moor, ha presentato lo studio “Design for communities”, che promuove la rigenerazione urbana negli slum accanto a Nairobi tramite collaborazioni con artigiani locali, creando arredi per una scuola.
Alberto Piovesan, per D-Air lab, ha illustrato come, partendo dall’eredità del Museo Dainese, la startup applichi la tecnologia D-air® per la sicurezza di lavoratori, anziani, ricercatori, persone.
Vi invito a seguire il Museo MA*GA per ulteriori approfondimenti e futuri talks su temi a mio avviso rilevanti.
Grazie a tutti!
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Ph: Roberto Marossi, courtesy of Museo MA*GA