L'#intelligenzaartificiale incide significativamente sul mondo dell'#editoria. Ne tratta il nostro fondatore e CEO, Andrea Barchiesi, nella sua rubrica su Prima Comunicazione.
L’intelligenza artificiale sta stringendo rapporti con alcune testate, così facendo però ne assorbe il punto di vista e perde l’imparzialità. Ma con l’editoria il rapporto è complesso e ci sono tre fronti critici da tenere in considerazione. ➡️ Il primo è la categoria dei giornalisti. La professione deve necessariamente evolversi in modo molto rapido. La categoria dovrà integrarsi e saper interagire con l’AI, chi non sarà in grado di farlo sarà tra i primi ad essere messo da parte. ➡️ L’altro fronte è il diritto d’autore. I large language models si fondano sulla rappresentazione del linguaggio e hanno bisogno di testo “nobile”. Ecco quindi che le testate giornalistiche assieme a Wikipedia diventano sorgenti prioritarie. Ma tutto questo è avvenuto in silenzio senza chiedere permessi e autorizzazioni. ➡️ Il terzo fronte è allo stesso tempo il più di lungo periodo e il più pericoloso, la sostituzione. Nel momento in cui nasceranno degli agenti AI in grado di generare una sintesi delle notizie o un giornale ex novo profilato sui nostri interessi, non avremo più bisogno di andare nel sito della testata né tantomeno di comprare il cartaceo. La testata diventerebbe così un flusso dati e non più un luogo da visitare o da sfogliare. Questo scenario è potenzialmente molto pericoloso e le vie d’uscita non sono molte. Ne ho trattato nella mia rubrica su Prima Comunicazione. #intelligenzaartificiale #editoria #giornalismo