Post di Reputation Manager S.p.A

C’è ancora nella gran parte delle persone, almeno qui in Italia, l’idea che la #reputazione si debba difendere e non costruire. È un errore. Si continua in quest’approccio di riparazione della reputazione quando viene intaccata e non di costruzione della reputazione come elemento di forza. Invece, la reputazione è proprio questo, è un lavoro costante sulla proiezione pubblica - essenzialmente in Rete, ma non solo - della nostra realtà, un lavoro importantissimo. Ne ho parlato con sergio luciano in questa intervista per EconomyMagazine. #ingegneriareputazionale FrancoAngeli | Le conoscenze per innovare

Siamo ormai abituati alla politica e alla cultura del malaffare che percepiamo di default questo mondo associato al mondo del privato, come se una difficoltà ancestrale ci impedisse di vedere che da sempre questi comportamenti sono un format che appartiene anche e soprattutto alla sfera del pubblico. Ma perché coloro che dovrebbero scegliere persone adeguate al ruolo e che dovrebbero mettere al centro l’interesse della collettività fingono di non vedere o di non sapere? Tutto questo non può che generare diffidenza e allontanamento dalla politica come res publica. In particolare le aziende che gestiscono Servizi di Pubblica Utilità sono tutte dotate di un Codice Etico, di un Modello di Società Trasparente e di tutti gli Strumenti di Controllo Anticorruzione e poi fanno sedere nei propri CDA persone prive di Cultura Etica. È ora di cambiare rotta!!!

Chiaro e forte il #monito che lancia #CristhianRe in questo articolo del #DazebaodellaSecurity. L’autore, con dovizia di #spiegazioni, #riferimenti e #analisi, dichiara, in merito alle #direttiveUE, che oggi i #securitymanagers si trovano davanti ad una “#impresa #improba, poiché si è chiamati a razionalizzare iniziative legislative carenti di un’unitaria visione d’insieme”. Buona lettura!

Ecco a voi, ve lo presento, l'emblema, il simbolo, la perfetta rappresentazione di una gran testa di [...], perchè !!! direi che è del tutto evidente, e il suo atteggiamento, la sua scioltezza, la disinvoltura con la quale passeggiava a ben 16 metri da terra o forse più - sull'ottavo impalcato di quell'opera provvisionale difforme - non lasciava alcun dubbio. Si trattava di una delle più interessanti specie di testa di [...]. Quello che vedo è atteggiamento passivo e colposo nei confronti di obblighi e doveri, dovuto a tutta una serie di circostanze che non riesco a motivare, pigrizia?, insensibilità?, disattenzione? dimenticanza? carenza di informazione, formazione ed addestramento? negligenza dai...cosi chiudiamo il cerchio. Dall'analisi ritengo che il soggetto non era un comune operaio, ma si trattava di una specie evoluta, quella degli osservatori, dei supervisori, quelle specie che guidano il branco e controllano che il lavoro vada avanti come si deve, non so se il "come si deve" ricomprende i termini "in sicurezza e qualità" , ma questa specie ha a che fare con quelli che vengono identificati come "Preposti", capobranco, leader, l'esempio da seguire. Ci scherziamo per esorcizzare l'enorme quantità di conseguenze che si nascondono dietro un comportamento del genere, aggravato dalla presenza di una presunta conoscenza del pericolo, considerato che l'operatore indossava un imbrago da caduta - piuttosto che anticaduta - rilevata l'assenza di un cordino anticaduta o altro sistema di assicurazione/vincolo. Vi assicuro che altri lavoratori, li presenti, si trovavano nelle stesse condizioni di esposizione in assenza di DPC o/e DPI. La storia è sempre la stessa, la conoscete, la colpa è sempre di altri, del sistema, del governo, del caldo, (per altro fattore di rischio aggravante), del prezzo basso, del sub-appalto, della fretta, dell'abitudine. Cosa resta nel peggiore dei casi? - un uomo morto, il dolore delle moglie e dei figli, dei parenti e degli amici, dell'amante, dei debitori... resta un procedimento penale a carico del datore di lavoro, non importa che sia innocente, o colpevole, in ogni caso sarà intrappolato nella rete della giustizia per un decennio e pagherà contro ogni previsione una serie di danni ingenti, calcolabili... avrà un cantiere sequestrato, un danno immobiliare, un danno da lucro cessante, un danno patrimoniale, un danno esistenziale, uno morale e di relazione... insomma, avrà un sacco di casini che è giusto che paghi... se responsabile. Il rischio và trattato, il rischio operativo delle organizzazioni si può e si deve trattare adeguatamente, i rischi attinenti alla vita umana richiamano altri rischi, economici e finanziari, allora cosa possiamo fare se già abbiamo fatto tutto?, trasformiamo il rischio in opportunità, diamo la possibilità a quella testa di casso di esprimere la sua indole altrove, ma non nel nostro cantiere, no all'interno della nostra organizzazione, il pericolo va ridotto, meglio, eliminato alla fonte.

Gianluca Minniti e Filippo D’Aquino pubblicano oggi su Il Sole 24 Ore una pagina dedicata ai nuovi profili di responsabilità degli amministratori nell'ambito del Codice della Crisi, approfondendo la disciplina della revoca per giusta causa nel contesto della crisi e della mancata isituzione di adeguati assetti.

SIMLA ARTICOLI 𝐈𝐥 𝐂𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐝𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐛𝐨𝐜𝐜𝐢𝐚 𝐥𝐚 𝐓𝐔𝐍 𝐞 𝐜𝐢 𝐟𝐚 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚𝐫𝐞 Inaspettatamente il Consiglio di Stato rimanda al mittente la TUN e propone alcune riflessioni sul risarcimento del danno che escono dall'usuale mainstream. Ne scrive il dott. Franco Marozzi, vicepresidente e responsabile della comunicazione SIMLA. Continua a leggere qui: https://lnkd.in/dh7KRC2e

Il nostro principio di correttezza ci impone il rispetto dei diritti di tutti i soggetti coinvolti nelle nostre attività. I Destinatari devono agire correttamente per evitare situazioni di conflitto di interessi. Questo include tutte le situazioni in cui il perseguimento del proprio interesse è in contrasto con gli interessi e la mission della Società. Situazioni in cui un dipendente, un amministratore o altro Destinatario possa trarre vantaggio indebito da opportunità conosciute durante la propria attività devono essere evitate. #CorrettezzaAziendale #EticaProfessionale

Vi suggerisco la lettura di questa interessante riflessione di Antonio Naddeo, presidente dell'ARAN. Per innovare in maniera autentica, l'amministrazione deve andare oltre la mera esecuzione del dettato normativo. Bisogna sempre interrogarsi e interrogare la situazione in cui si è chiamati ad adottare la discrezionalità: il principio di legalità è solo una delle variabili. Un esercizio, uno schema, una matrice operativa - che mi permetto di ricondurre al caro vecchio istituto del principio inquisitorio dell'istruttoria - utile a prevenire o accantonare condotte conservative buone solo per finger di azionare il potere assegnato dalla legge al singolo organo. Il "nuovo" può spaventare ma è l'unico obiettivo verso il quale tendere.

L’attuale governo si è distinto, in meno di due anni, per la quantità di SLAPP, le cosiddette querele “bavaglio” che mirano a intimorire giornalisti e attivisti, spesso senza alcuna fondatezza. E, dobbiamo ammetterlo, in alcuni casi va anche riconosciuta la “qualità” di alcune di queste cause legali. Pensate, per esempio, al più recente tra questi episodi, che ha visto il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, querelare alcuni giornalisti per l’uso, poco gradito, del nomignolo “Adolfo Urss”. Insomma, è indubbio che questa Maggioranza sappia come attirare l’attenzione, soprattutto di movimenti e organizzazioni che lottano contro le cause temerarie, come CASE, la Coalizione europea anti-SLAPP di cui facciamo parte anche noi, che non ha potuto fare altro che assegnare il premio “SLAPP - Politico dell’anno” a…  No, non ve lo diciamo, ma siamo abbastanza certi che non farete fatica a indovinare! Vi diamo qualche indizio: la persona in questione ha fatto causa per diffamazione aggravata a Roberto Saviano, che ha dovuto pagare una multa di 1000 euro per aver criticato “una certa” retorica anti-migranti; ha inoltre intentato una causa diffamatoria contro i redattori del quotidiano Domani in risposta a un articolo nel quale si sollevavano dubbi sul suo ruolo nella scelta dei fornitori di mascherine durante la prima ondata della pandemia. Un “premio” tutt’altro che immeritato, non c’è che dire! Allora? Avete capito di chi stiamo parlando? Fatecelo sapere nei commenti. Tutto questo si inserisce in un più ampio clima di tensione e repressione delle libertà individuali, con attacchi continui al libero giornalismo e al pluralismo dei media, come sottolineato dalla missione del Media Freedom Rapid Response, tenutasi in Italia lo scorso mese. Non possiamo restare in silenzio davanti a simili episodi, lo spazio civico in Italia è in pericolo, e con esso le nostre libertà di espressione, associazione e protesta. #SLAPP #giornalismo #querelebavaglio #diritti #libertà #stampa #espressione #politica #politicaitaliana #advocacy

Trovo incredibile che in queste ore qualcuno abbia voglia di parlare di attacco alla #magistratura. Ovviamente a tenere banco è ancora la vicenda di #Salvini e di #OpenArms. Per la verità sarebbe anche la vicenda di #Conte, il quale però ama riabbracciare i suoi ex ministri solo quando questi si chiamano #Speranza o giù di lì. C'è chi sostiene che #MatteoSalvini preferisca parlare della bega giudiziaria, difendendosi peraltro dal processo piuttosto che nel processo, solo per distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dalle difficoltà sue e del #Governo. Che su certe questioni ci siano delle difficoltà mi pare del tutto evidente, ma vorrei modestamente ricordare che non è stato lui ad attualizzare la questione: l'accusa ha chiesto nel processo 6 anni di reclusione. È a fronte di tale richiesta che ha reagito: non mi pare un dettaglio trascurabile. E che si difenda anche dal processo mi pare sacrosanto: "anche", dal momento che nel processo si sta difendendo eccome; "sacrosanto", perché (come ho provato ad argomentare ieri e dunque non ci rientro) questo è un processo politico e rappresenta l'ennesimo gravissimo precedente di incursione della magistratura nel campo della discrezionalità politica. È la magistratura ad attaccare la #politica, non il contrario (quantomeno in questo frangente). C'è un altro aspetto che mi preme chiarire, dal momento che alcuni ieri polemizzavano, ricordandomi come «un #Ministro non sia al di sopra della legge e, dunque, se innocente sarà assolto». A parte il fatto che l'automatismo "innocenza - assoluzione" mi convince poco, vorrei sommessamente ricordare che anche l'azione penale perseguita dall'accusa non deve in alcun modo essere arbitraria o forzata. Vale a dire: non è che siccome hai la possibilità di ottenere l'assoluzione, allora i pubblici ministeri possono accusare chiunque gli passi a tiro senza alcun criterio o, peggio, ricorrendo a elementi che sono squisitamente politici. Parlo in generale: abbiamo la minima idea di cosa possa voler dire subire un procedimento penale? subirlo, magari, nell'assoluta convinzione di essere totalmente innocenti? Ragioniamo per un attimo anche sui danni, materiali e morali, che possono derivare da un procedimento penale ingiusto. Non solo quella del #magistrato giudicante è una funzione delicatissima. Chi #accusa, prima di puntare i dito con ferocia contro un cittadino, dovrebbe probabilmente pensarci cento volte perché il suo è un potere devastante, affidatogli dalla Costituzione perché lo eserciti con le dovute cautele, proprio in considerazione di quanto gravi possono essere le conseguenze di un operato inadeguato. Inadeguatezza (eventuale), peraltro, della quale i magistrati non sono praticamente mai chiamati a rispondere.