la scorsa settimana è stato presentato “L’Italia che Ricicla 2024” il Report realizzato da Assoambiente, sezione UNICIRCULAR, con REF, col patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica e di ISPRA.
Secondo il Report il riciclo vale il 2,5% del Pil italiano. Il settore dell’ #economiacircolare rappresenta un importante volano economico per l’economia italiana: in Italia lavorano circa 613 mila persone a tempo indeterminato nel comparto dell’economia circolare, circa il 2,4% degli occupati a tempo indeterminato.
Il tasso di circolarità italiano è del 18,7%. L’utilizzo di materiali riciclati nei processi produttivi rappresenta un pilastro della transizione verso un’economia circolare, con benefici ambientali ed economici. Il rapporto evidenzia che, nel 2023, l’Italia ha registrato un tasso di circolarità dei materiali del 18,7%, superiore alla media UE (il tasso di circolarità medio in Europa è pari all’11,5%), su valori superiori a quelli di Germania e Spagna, seppur inferiore a quello della Francia. Con punte del 47% nel caso dei minerali metalliferi.
Ma il dato italiano, sottolinea Assoambiente, è in calo rispetto al passato. Questo declino è attribuito all’aumento del consumo di materie prime vergini a scapito di quelle riciclate, spinto dalla ripresa economica post-pandemia.
Per invertire questa tendenza, “sono necessari investimenti mirati e politiche che incentivino l’uso di materie prime seconde nei processi industriali”. Sino alla pandemia, il nostro Paese aveva registrato un costante aumento dell’utilizzo di materiali riciclati nei processi produttivi, dal 2020 questa tendenza si è invertita, con un aumento dei consumi, cui ha fatto da contraltare una riduzione dell’utilizzo di materie prime ottenute dal #riciclo.