Post di Andrea Benesso

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3PARENTESI agency founder

Fiera sì, fiera no, fiera forse. My two cents. Rientro da Italian Bike Festival, la fiera italiana del ciclo e mi sento di fare qualche riflessione, tra passato e futuro. Fiera sì: organizzazione perfetta, location comoda e a suo modo affascinante. Le 57.000 persone annunciate sono un numero importante e per i brand è un'occasione per incontrare un pubblico qualificato. Vedere tornare Specialized è di certo un sintomo positivo. Per il sistema Italia è poi importante avere una fiera di riferimento che sia anche una vetrina verso l'estero e penso che la strada sia quella giusta. Per operatori, media, addetti ai lavori e consulenti vari, è un'occasione preziosa per fare network e PR. Fiera no: Il format è molto tradizionale, con pregi e difetti: le persone passano, vedono centinaia di prodotti in poche ore e se ne vanno. Anni fa Ernesto Hutmacher, il geniale fondatore di Massa Vecchia, mi disse che le aziende dovrebbero parlare con i loro clienti nel momento in cui questi sono felici, legarsi alle emozioni. Siamo certi che questo accada in questo contesto? le aziende sono in grado di prendersi carico di questo, all'interno di un evento contenitore? sotto questo aspetto è interessante il Bike Festival di Riva, dove le persone arrivano in bicicletta e che lega l'esperienza sui sentieri a quella dell'evento. Anche la Sea Otter è costruita su questa dinamica. Le novità presentate alle fiere ormai sono poche e i costi per esserci sono, soprattutto oggi, sensibili. Cosa rimane quindi dopo l'esperienza fiera? lascio in sospeso la risposta, perché penso sia diversa a seconda di chi risponde. Fiera forse: un evento come la fiera deve fare i conti con la necessità di fare grandi numeri, ma, al contempo, i grandi numeri spesso vanno poco d'accordo con la costruzione e la cura di una community. Oggi ogni cliente è una storia da raccontare: cosa cerca l'appassionato che entra in contatto con i brand che lo interessano (e che lui ama, in certi casi?)? Molti eventi nati negli ultimi anni sono in tal senso un interessante spunto di riflessione: numeri più contenuti, ma molta "cultura" e senso di appartenenza e per i brand una fonte di quelle emozioni di cui parlavo poco sopra. #ciclismo #bikeindustry 3PARENTESI foto profilo FB IBF

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Gian Paolo Galloni

CYCLING INDUSTRY accomplished professional, based on not too common complementary experiences and technical background

5 mesi

Io frenerei sui numeri, tutti da verificare e sui quali nutro alcuni dubbi. Rifletterei invece principalmente sul profilo del visitatore medio, che ho visto assumere identità più da "passeggiatore curioso" dell'auspicato. Magari è stato perché la maggior parte dei prodotti era esposta senza riferimenti che ne evidenziassero scala gerarchica, nel catalogo specifico, e caratteristiche tecniche, ovviamente con alcune piacevoli eccezioni. Prodotti che, una volta che sono molto simili tra loro (come in effetti sono se non se ne evidenziano le peculiarità, ammesso che ci siano), rischiano di ubriacare il visitatore. Così come ho trovato meno voglia dell'auspicato di seguire, informare e supportare chi entrava negli stand... di nuovo con piacevoli eccezioni. Non ci vorrebbe molto per rendere invece tutto più "funzionalmente informativo", ma dubito che accadrà presto... conoscendo il settore da oltre 30 anni. Non farei ad ogni modo paralleli con mondi assai diversi, com'è quello della Sea Otter americana, in quanto evento arricchito anche da profondi contenuti agonistici, oltre che da tradizione di gran lunga più consolidata. Sarebbe poi da parlare dei prezzi di cibo e bevande, parcheggi, esposizione ai capricci climatici, ecc...

Alessandro Fasolo

Content Analyst@Flueedo | New Business@PixelFactory | EIZO Creative Partner

5 mesi

Ciao Andrea, non sono molto esperto del settore quindi ti chiedo: anche nel settore bicicletta è sparita (se c'è mai stata) l'abitudine di avere le "esclusive fiera"? In un momento storico come quello attuale in cui tutti possono avere tutto nel giro di qualche giorno, credo sarebbe una bella leva creare un'occasione unica di interazione con la community di clienti ed appassionati. In altri settori era una pratica molto diffusa che si è andata perdendo con la crisi delle fiere. Ora che si è tornati a capire l'importanza di momenti di incontro dal vivo, chissà che cambi qualcosa.

Stefano Bovolon

Group Sales Director presso Norman Group

5 mesi

Secondo me non è una fiera…

Michele Salmaso

Account & Project Manager | Bicycle enthusiast

5 mesi

Andrea sto lavorando a un articolo su Bikeclever - Bicycle Marketing People che ragiona proprio sul discorso dei format. E chiamo in causa anche il BAM!

Pinar Pinzuti

Cycling Brainwasher

5 mesi

Grazie Andrea Benesso per aver trovato le parole sensate per i miei pensieri "post-fiera" :)

Daniele Avanzi

Studio Fotografico | Fotografo | Still-Life | Fotografia Professionale | E-Commerce | Reportage Aziendale | Image Editing | Photo Manipulation | Profumiere dell'Immagine | Drummer |

5 mesi

Grazie mille per questa riflessione.

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