🚫 Qual è il metodo più efficace per contrastare l’invasione di una specie aliena? Ovviamente fermarla ancora prima che inizi, o almeno cercare di contenerla non appena si manifestano i primi segni. Prevenire non è però sempre così semplice, soprattutto considerando che una specie invasiva viene identificata a danni già in corso. Ma esistono dei casi in cui le operazioni di contrasto preventive vengono messe in atto con il giusto tempismo. 🐝 Il calabrone asiatico, o calabrone dalle zampe gialle (Vespa velutina), è un esempio di specie invasiva riconosciuta già ai primi stadi di diffusione e di come molti sforzi collettivi stiano agendo per contenerla il più possibile. Il calabrone asiatico è arrivato in Europa nel 2004, con le prime segnalazioni provenienti dalla Francia, e in Italia nel 2012, quando la sua presenza è stata confermata in Liguria. 🍯 Nonostante sia più piccolo del calabrone europeo, il calabrone asiatico si è rivelato un importante predatore degli impollinatori del nostro continente, come le api da miele. Proprio il danno al settore dell’apicoltura che ha fatto nascere in breve tempo numerose iniziative dedicate al contrasto della diffusione del calabrone asiatico in Europa. Queste, e il coinvolgimento di cittadini e cittadine nella segnalazione dei nidi, hanno portato ad esempio all’eradicazione della specie dalle isole Baleari. 🕵️ Applicare però un piano di eradicazione sul territorio di una nazione intera è molto più complesso e richiede sforzi più coordinati e capillari, soprattutto se la specie in questione può volare! Per dare il nostro contributo, intanto, possiamo segnalare la presenza del calabrone asiatico in Italia su una delle pagine web presenti nei commenti. Attenzione però a non segnalare specie sbagliate: i calabroni sono molto simili! #GliAlieniGliAlieni #vespe #animali #natura #divulgazione ✍️ Filippo Nicolini 📚 Bertolino et al., 2016. Appl Entomol Zool. 51(4):589-597 📚 Leza et al., 2021. Pest Manag Sci. 77(5):2375-2384
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Su AgroNotizie il programma sperimentale di lotta biologica a Takahashia japonica, cocciniglia originaria dell'Asia segnalata per la prima volta in Italia nel 2017. Dopo il lancio degli insetti predatori nel mese di maggio, a breve verranno effettuati lavaggi della chioma con prodotti biologici ad azione asfissiante -abbattente nei confronti della cocciniglia ma completamente innocui per tutti gli altri insetti, per le persone e gli animali e più in generale per l’ecosistema urbano. L’utilizzo di questi prodotti ha lo scopo di ridurre la presenza della cocciniglia e favorire l’insediamento degli insetti predatori. https://lnkd.in/dNmaD_rk #lottabiologica #verdeurbano #verdesostenibile #azioniconcrete #arboricoltura
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🎓Non tutte le specie aliene sono poco studiate come i vermi piatti terrestri o i funghi dita del diavolo dei post precedenti. Alcune sono molto conosciute e il loro impatto sugli ambienti è ben documentato. La nutria (𝘔𝘺𝘰𝘤𝘢𝘴𝘵𝘰𝘳 𝘤𝘰𝘺𝘱𝘶𝘴) è una di queste specie e il livello di preoccupazione per la sua diffusione è tale che l’Unione Europea l’ha inserita nella lista delle specie aliene invasive di interesse unionale... Ricordate? Ne abbiamo parlato a proposito dell’ibis sacro. 🧥La nutria, comunemente conosciuta come castorino o castoretto, è originaria del Sud America e durante il Novecento è stata oggetto di intense attività commerciali e di allevamento per la produzione di pellicce. Scappate o rilasciate dagli stabilimenti, le nutrie si sono poi stabilite in natura, colonizzando gli ambienti di Nord America, Europa, Asia e Africa. 🌪Sin da subito, le nutrie si sono rivelate ospiti indesiderati: causano danni sia alle piante selvatiche che a quelle coltivate, distruggono i nidi degli uccelli acquatici, sono vettori di malattie per altre specie e con le loro gallerie minacciano l’integrità di varie infrastrutture. Insomma, una specie aliena invasiva per antonomasia! 🛃A causa dell’elevato impatto, le nutrie sono da vari anni oggetto di interventi di controllo ed eradicazione in molti dei Paesi in cui figurano come invasive: in Inghilterra la specie è stata eradicata quasi ovunque già nel Novecento, mentre in alcune zone del Nord Italia la crescita delle popolazioni è stata fortemente rallentata. Ma attuare tali interventi non è sempre semplice: per assicurarne la riuscita è infatti fondamentale coinvolgere i cittadini e le cittadine, promuovendo campagne di sensibilizzazione e informazione riguardo agli effetti delle specie aliene sul nostro territorio. #GliAlieniGliAlieni ✍️ Filippo Nicolini e Valentina Guidi 📚 Bertolino & Cocchi. 2018. Piano di gestione nazionale della nutria Myocastor coypus. 📚 Viviano et al. 2024. Sci Nat 111:42.
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🍎 Fra i parassiti chiave del melo figurano l'afide lanigero e l'afide grigio. A causa dell’elevato numero di individui di entrambe le specie e della loro contestuale presenza nei meleti, per proteggerli sono necessari tre specifici interventi, uno per ogni momento chiave del programma aficida: in pre-fioritura, in post-fioritura e durante la migrazione delle neanidi. La strategia di difesa aficida articolata su più interventi può contare su Oikos ed Epik SL, il primo a base di azadiractina A, il secondo contenente acetamiprid, che inseriti in un programma di interventi, confermano un altissimo livello di efficacia complessiva. Scopri come funzionano in questo articolo 👇 #sipcam #sipcamitalia #agricoltura #agricoltori #agroalimentare #agricolturaitaliana #melo #aficidi
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+++ 𝐀𝐆𝐆𝐈𝐎𝐑𝐍𝐀𝐌𝐄𝐍𝐓𝐎 𝐗𝐘𝐋𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐈𝐍 𝐏𝐔𝐆𝐋𝐈𝐀 +++ Mentre con il monitoraggio in corso si sta valutando l'ampiezza effettiva dei focolai di Xyella fastidiosa delle subspecie multiplex e fastidiosa, aumentano i positivi nella zona di contenimento di Xylella fastidiosa subspecie pauca. In particolare si è passati da 130 piante infette a 166, per via del ritrovamento di altre 36 piante infette. Le piante infette rilevate col monitoraggio in corso sono così distribuite: - Polignano a mare 20; - Castellana Grotte 14; - Putignano 1; - Monopoli 75; - Fasano 46. #xylellafastidiosa #Xylella #pianteinfette #emergenza #emergenzaxylella #puglia
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🌲 Oggi è la Giornata Internazionale delle Foreste. 🌲 Una data importante che ricorda l'urgenza di prenderci cura dei polmoni verdi del nostro #Pianeta. Infatti, gli eventi climatici estremi sono diventati sempre più frequenti e ci obbligano a riflettere sull'importanza di agire un reale cambiamento contro il #climatechange, a partire dalla tutela delle nostre foreste. Lo sanno bene le comunità del Nordest d'Italia che hanno visto le proprie #foreste distrutte dall'uragano Vaia del 2018 e che oggi affrontano una nuova e drammatica #emergenza: l'infestazione da bostrico. La grande disponibilità di #alberi caduti sul terreno dopo Vaia e le estati torride del 2022 e 2023 hanno consentito a questo piccolo coleottero di riprodursi a dismisura, causando una vera e propria #epidemia, che oggi sta continuando a distruggere interi boschi in Veneto e nelle regioni limitrofe. Secondo gli studi si stima che i #danni da bostrico potrebbero superare addirittura quelli della stessa Vaia, rispettivamente: - Più di 16 milioni di alberi morti - Più di 360 milioni di danni economici - 11 milioni di CO2 che le foreste morte potrebbero rilasciare, esclusa quella che non catturata Donare per la ricerca sul bostrico dell'Università degli Studi di Padova significa ideare concretamente le foreste del #futuro, più resilienti e resistenti ai cambiamenti climatici, così da tutelare l' #ambiente, gli ecosistemi e le comunità locali presenti e future. Dona ora 💚 https://lnkd.in/d6fN9cAA
🪲 Emergenza parassita bostrico: una campagna per la Giornata Internazionale delle Foreste. Dopo l'uragano Vaia del 2018 arriva l'epidemia del bostrico, un piccolo insetto che si nutre delle piante danneggiate di abete rosso. In risposta nasce il progetto "Emergenza parassita bostrico", condotto dal Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali e dal DAFNAE - Dip. di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse naturali e Ambiente - UniPD per finanziare due dottorati di ricerca per lo studio dell'epidemia e nuovi possibili metodi di prevenzione. Al progetto si unisce anche AKQA e Dal Negro Srl con “Le Bellunesi”, un nuovo mazzo di carte regionali che racconta la storia dell’evoluzione del parassita bostrico. Sostieni anche tu il progetto. Dona ora o acquista un mazzo delle Bellunesi. > https://lnkd.in/dEUsHUWA
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Il rapporto antico tra l'essere umano e il regno vegetale non riguarda soltanto le specie alimentari o officinali, ma riguarda anche le specie che oggi consideriamo tossiche: molte di queste rientravano nell'armamentario del medico antico, che sapeva come, quando, quanto e se usarle e, se necessario, era in grado di formulare antidoti per contrastarne gli effetti. Oggi a Carsiana, in un incontro dal titolo "Veleno o farmaco? Le specie tossiche e l'uso medico antico" vedremo quali sono le specie tossiche presenti nel territorio della Venezia Giulia, parleremo dei loro effetti e della loro storia medicinale, imparando a riconoscerle e a evitare eventuali confusioni con le specie commestibili. "Omnia venenum sunt: nec sine veneno quicquam existit. Dosis sola facit, ut venenum non fit” (Paracelso)
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giardinobotanicocarsiana.it
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🐚 La Patella ferruginea è un mollusco gasteropode, endemico del Mediterraneo occidentale. Un tempo largamente diffusa, oggi è considerata ad alto rischio di estinzione ed è protetta della Direttiva Habitat. 🟣 La sua conchiglia può raggiungere i 10 cm di diametro con colorazioni che virano da marrone al ruggine, da cui il nome scientifico. È un organismo erbivoro e si nutre “brucando” la patina batterica ed algale che trova sugli scogli raschiandone la superficie. Secondo uno studio recente, i “denti” delle patelle sono costituiti dal bio-materiale più resistente in natura. ♂️♀️ È una specie proterandrica, ovvero cambia sesso durante la sua esistenza. Tutti gli individui nascono maschi e dopo circa 3 anni e il raggiungimento di una taglia di 4-5 cm generalmente cambiano sesso e diventano femmine. Tale caratteristica rende questa specie particolarmente vulnerabile: sono infatti gli individui di maggiori dimensioni, per in larga parte femmine, ad essere oggetto preferenziale di cattura da parte dell’uomo e ciò limita drasticamente la capacità riproduttiva della specie. 🪝 La maggiore minaccia per la sopravvivenza della specie è, infatti, rappresentata dal prelievo volontario da parte dell’uomo per scopi alimentari e per l’utilizzo come esca per la pesca ricreativa. Anche l’inquinamento superficiale, in particolare quello connesso alla presenza di idrocarburi, esercita una influenza negativa sullo stato di salute di questa specie. Leggi l'articolo completo: https://bit.ly/491KBpv
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Sapevi che la vite si trova nella fase fenologica del "pianto"? Questo significa che la nuova stagione vegetativa sta per arrivare, sei pronto per cominciarla al meglio? #ProgettoZEI #Viticoltura #PrimeEvolution
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Una giornata incentrata sulla comprensione del fenomeno dell’insediamento dei grandi carnivori nel territorio italiano (dal lupo all'orso, dalla lince al gatto selvatico e allo sciacallo dorato), analizzandolo alla luce della reale situazione nazionale e delle problematiche sociali ad esso legato. #scandicci
Carnivori: un convegno sul fenomeno dell'insediamento in Italia
https://www.umbriaecultura.it
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Il 2 novembre 2024 si è registrato l’ennesimo focolaio di Peste suina africana in un allevamento suinicolo di Frassineto Po, in Provincia di Alessandria. È il primo focolaio in questa provincia dopo che nei mesi scorsi, in Piemonte le autorità avevano registrato altri 8 casi, di cui 7 in Provincia di Novara e uno vicino Vercelli. La mappa diffusa dal Bollettino epidemiologico nazionale (vedi sotto) qui di seguito indica il luogo in cui si è verificato il focolaio, a poche centinaia di metri di distanza dal Po. Si tratta di una pessima notizia per gli allevatori e gli operatori della filiera suinicola. Il riscontro del virus della Peste suina in questo allevamento composto da 2.435 capi comporta infatti l’abbattimento di tutti i maiali. Oltre a ciò l’altro elemento da considerare è che Frassineto Po è un comune situato nella zona II indicata con il colore rosa chiaro sulla mappa. Il colore rosa indica una zona dove la malattia sino ad ora è stata riscontrata solo tra i cinghiali selvatici. D’ora in poi il comune e le aree limitrofe rientreranno nell’area dove dovranno essere applicate misure più restrittive per quanto riguarda la movimentazione degli animali e le carni. Il nuovo focolaio registrato a distanza di oltre due mesi dai precedenti verificatisi in Piemonte, ha destato perplessità fra gli operatori e i veterinari che considerano l’autunno un periodo di “letargo” per il virus della peste suina. Con l’abbassamento delle temperature e l’arrivo dei primi freddi il rischio di nuovi focolai fra i cinghiali selvatici è infatti ritenuta improbabile. Le pochissime positività di carcasse di cinghiali trovate nei boschi negli ultimi quattro mesi sembravano confermare questa teoria. Il nuovo focolaio contrasta clamorosamente con l’annuncio fatto un paio di mesi fa da parte della Regione Piemonte, che con toni trionfalistici aveva annunciato la riduzione di alcune restrizioni in diversi territori regionali. Fino ad or non ci sono comunicazioni ufficiali su questo nuovo focolaio, che però conferma il dato di una situazione non proprio sotto controllo. Vi terremo aggiornati L'articolo su #ilfattoalimentare https://lnkd.in/dCybNz9v
Peste suina: Alessandria 2435 maiali abbattuti. L'epidemia continua
https://ilfattoalimentare.it
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