Equo Compenso: tutela del professionista e stop alle tariffe al ribasso. Introdotta la nuova disciplina per un compenso giusto e proporzionato alle prestazioni professionali. Garantire una maggiore qualità delle prestazioni professionali, tutelando al contempo la dignità ed il decoro dei professionisti di Antonino Galletti https://lnkd.in/dKunFsNJ #equocompenso #avvocati #professionisti
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EQUO COMPENSO, GLI AVVOCATI ROMANI: L’ANAC METTE IN DISCUSSIONE LA DIGNITÀ DELLA PROFESSIONE - Dura presa di posizione dell’Ordine degli Avvocati di Roma sull’Anac, che nei giorni scorsi è intervenuta con un invito a Cabina di Regia e ai Ministri dell’Economia e delle Infrastrutture sulla questione dell’Equo compenso. Secondo L’Autorità Anticorruzione sarebbe urgente un intervento interpretativo o normativo delle Istituzioni in materia di contratti pubblici e sulla legge n. 49/2023, appunto sull’equo compenso dei professionisti. “Si tratta evidentemente di un intervento a favore dei c.d. committenti forti e contro la legge sull’equo compenso, che ha lo scopo di garantire ai professionisti un corrispettivo equo ed adeguato per la prestazione eseguita nell’ambito di rapporti in cui si trovino nella posizione di contraenti deboli – commenta il Presidente dell’Ordine forense di Roma, Paolo Nesta – Noi non possiamo che esprimere la più netta contrarietà ad ogni tentativo di vanificare lo spirito della legge e continueremo a difendere la dignità degli Avvocati in tutte le sedi”. Nocciolo della questione è che il compenso deve essere proporzionato tanto alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, quanto all’importanza dell’opera e al decoro della professione. Per questo, prosegue Nesta, ‘i rilievi dell’Anac non sono fondati, poiché non sussiste alcuna antinomia tra la l. 49 e la disciplina dei contratti pubblici. Non lo dicono gli Avvocati, ma anche i giudici, da ultimo il TAR Veneto con una recentissima sentenza del 2024. Nè esiste alcuna violazione del principio di concorrenza o la violazione dell’art. 3 della Costituzione”. Infatti, proprio come rilevato dalla sentenza del TAR Veneto, la componente del prezzo rappresentata dai “compensi” consente ai professionisti di ricevere un corrispettivo equo anche da un contraente forte come la Pubblica Amministrazione. Inoltre la legge non pregiudica in alcun modo l’accesso al mercato italiano da parte di professionisti di altri Stati dell’Unione Europea. Di qui la decisione del COA Roma di intervenire con una posizione forte, chiedendo di unirsi nella protesta a tutti i Consigli dell’Ordine d’Italia, al CNF e all’OCF
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EQUO COMPENSO: entrano in vigore le modifiche introdotte dall'art. 25-bis del Codice Deontologico Forense. Con comunicato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 102 del 03/05/2024, è stato reso operativo l'art. 25-bis inserito nel Codice Deontologico Forense con la delibera n. 275 adottata dal CNF nella seduta amministrativa dello scorso 23/02/2024. Il nuovo art. 25-bis stabilisce che gli avvocati non possono concordare o preventivare un compenso che non sia giusto, equo e proporzionato alla prestazione richiesta, secondo i parametri forensi vigenti. L’accettazione di compensi inferiori ai parametri forensi comporta la sanzione disciplinare della censura. Inoltre, nei casi in cui l’avvocato stipuli una qualsiasi forma di accordo con il cliente, la norma prevede l'obbligo di avvertire per iscritto il cliente che il compenso per la prestazione professionale deve rispettare i criteri stabiliti dalla legge, pena la nullità della pattuizione; la violazione di tale obbligo comporta l’applicazione della sanzione disciplinare dell'avvertimento. La nuova norma deontologica disciplina dunque le condotte contrastanti con il disposto di cui alla legge n. 49/2023 in materia di equo compenso, perseguendo l'obiettivo di garantire un adeguato compenso per l'attività professionale. #equocompenso #cnf #codicedeontologico
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#equo #compenso #avvocati 1. L'avvocato non può concordare o preventivare un compenso che, ai sensi e per gli effetti delle vigenti disposizioni in materia di equo compenso, non sia giusto, equo e proporzionato alla prestazione professionale richiesta e non sia determinato in applicazione dei parametri forensi vigenti. 2. Nei casi in cui la convenzione, il contratto, o qualsiasi diversa forma di accordo con il cliente cui si applica la normativa in materia di equo compenso siano predisposti esclusivamente dall'avvocato, questi ha l'obbligo di avvertire, per iscritto, il cliente che il compenso per la prestazione professionale deve rispettare in ogni caso, pena la nullità della pattuizione, i criteri stabiliti dalle disposizioni vigenti in materia. 3. La violazione del divieto di cui al primo comma comporta l'applicazione della sanzione disciplinare della censura. La violazione dell'obbligo di cui al secondo comma comporta l'applicazione della sanzione disciplinare dell'avvertimento.
Avvocati: in Gazzetta le novità sull'equo compenso
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Per ogni avvocato è un dovere concordare un compenso che sia equo, giusto e proporzionato alla prestazione professionale richiesta. Chi viola questa disposizione verrà sanzionato con la censura. Vige l’obbligo per il professionista di avvertire per iscritto il cliente che il compenso per la prestazione professionale deve rispettare i criteri stabiliti dalle disposizioni vigenti in materia, pena la nullità della pattuizione e l’applicazione della sanzione disciplinare dell’avvertimento. Questo è quanto stabilito dall’articolo 25 bis – Violazione delle disposizioni in materia di equo compenso, la nuova norma del Codice Deontologico Forense, approvata dal CNF in data 23 febbraio, in conformità all’art. 5 della Legge n. 49/2023. Ma cosa si intende per equo compenso? È l’art. 1 della L.49/2023 a definirlo: “la corresponsione di un compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale nonché conforme ai compensi previsti per gli avvocati, dal decreto ministeriale emanato ai sensi dell'articolo 13, comma 6, della legge 31 dicembre 2012, n. 247.” Questa nuova norma, che accoglie alcune indicazioni espresse dal COA, rende la trasparenza informativa un chiaro elemento di tutela per entrambe le parti: professionista e committente. Chi ci guadagna? Il mercato, o meglio la concorrenza leale. Seguici per scoprire le ultime novità del mondo legale! #legos #avvocati #compenso #equo #giustizia #cnf
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LA GUERRA PER L’EQUO COMPENSO (e autonomia indifferenziata dei tribunali italiani ) In Italia, la battaglia per l’equo compenso rappresenta una vera e propria guerra che ogni avvocato è costretto a combattere quotidianamente. Da ieri l’ho apertamente dichiarata (ovviamente a questo punto senza scoprire carte e strategia fino a profili di responsabilità che appunto qui per adesso non scrivo). Non si parla di una semplice richiesta di pagamento, ma di una lotta per il riconoscimento del proprio valore e del proprio lavoro, svolto con impegno e professionalità. Gli avvocati dedicano tempo, risorse ed energie per difendere i diritti dei propri assistiti, spesso raggiungendo importanti risultati. Eppure, quando arriva il momento della liquidazione in sede giudiziale, i compensi vengono spesso ridotti o sottostimati, ignorando l’effettivo contributo professionale fornito. La situazione diventa paradossale quando, nonostante le somme incassate dalle controparti per effetto del lavoro svolto dall’avvocato, queste non vengono poi versate al legale. Questo sistema non solo mina la dignità della professione forense, ma rischia di far perdere fiducia nei confronti di un sistema che dovrebbe tutelare chi contribuisce alla giustizia. I giudici, incaricati della liquidazione, hanno il dovere di riconoscere un compenso equo e proporzionato, in linea con la normativa e con il valore del servizio reso. I consigli dell’ordine dormono, fanno convegni, non si combatte: dico ai singoli di svegliarsi e non piegarsi accettando un sistema perverso. Si formano gabbie simili a quelle salariali . A fronte di una parità di trattamento dei funzionari pubblici da Como a Lampedusa, il tribunale di Napoli liquida meno della metà di quanto fa il Tribunale di Milano (violando in ribasso persino il limite dei minimi tariffari e usando i valori indeterminabili malgrado in citazione sia esposto il calcolo della domanda precisamente svolta in termini monetari ). La misura è colma: non si può continuare a ignorare il diritto degli avvocati a un equo compenso, mentre il loro lavoro viene sminuito e il rispetto per la professione calpestato 👆 tante gare di triathlon mi hanno insegnato due cose : a) morire un po’ meno degli altri ; b) crederci fino al traguardo 👆
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Una breve riflessione in materia di equo compenso: https://lnkd.in/dNs2Ps6y Associazione Azione Legale Giovani Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma #organismocongressualeforense #consiglionazionaleforense #equocompenso
L’EQUO COMPENSO ENTRA NEL CODICE DEONTOLOGICO FORENSE
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👨⚖️⚖️ Dal #ConsiglioNazionaleForense "Sulla base di una interpretazione logico-sistematica della disciplina di cui all’art. 13, comma 10, l. n. 247/2012 e al d.m. n.55/2014 e della l. n. 49/2023 sull’equo compenso, l’eventuale riduzione della percentuale del 15% stabilita dal decreto ministeriale per le spese forfetarie dell’avvocato – percentuale quantificata ex lege – determina un ribasso del compenso parametrico dell’avvocato, con conseguente violazione della disciplina dell’equo compenso di cui alla l. n. 49/2023." Leggi l'intera risposta al quesito del COA di Torino 👉 https://lnkd.in/d3viEf2Y #AllinGiuridica #Avvocati #DeontologiaForense #GruppoSeac
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La #Cassazione, con #ordinanza n. 13693 del 16.05.2024 ha chiarito che l'emissione di un #decretoingiuntivo in materia locatizia da parte del giudice ordinario non postula automaticamente l'adozione del rito speciale locatizio. Segnatamente, se il decreto ingiuntivo, anche se attiene a controversia attratta nella competenza del giudice del lavoro, viene emesso da un giudice civile ordinario, l'ingiunto può legittimamente seguire le regole del #giudizio ordinario nella proposizione dell'opposizione. Questo in base ai principi dell'apparenza e di ultrattività del rito, le quali obbligano l'ingiunto a rispettare le regole processuali indicate nel provvedimento, anche se non corrette e dunque errate. https://lnkd.in/dhSQjF6m #decretoingiuntivo #rito #competenza #casalex
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È stato pubblicata in Gazzetta Ufficiale del 3 maggio 2024 la modifica del codice deontologico forense riguardante l'introduzione dell'art.25 bis intitolata violazioni delle disposizioni in materia di equo compenso) che così recita 1. L'avvocato non puo' concordare o preventivare un compenso che, ai sensi e per gli effetti delle vigenti disposizioni in materia di equo compenso, non sia giusto, equo e proporzionato alla prestazione professionale richiesta e non sia determinato in applicazione dei parametri forensi vigenti. 2. Nei casi in cui la convenzione, il contratto, o qualsiasi diversa forma di accordo con il cliente cui si applica la normativa in materia di equo compenso siano predisposti esclusivamente dall'avvocato, questi ha l'obbligo di avvertire, per iscritto, il cliente che il compenso per la prestazione professionale deve rispettare in ogni caso, pena la nullita' della pattuizione, i criteri stabiliti dalle disposizioni vigenti in materia. 3. La violazione del divieto di cui al primo comma comporta l'applicazione della sanzione disciplinare della censura. La violazione dell'obbligo di cui al secondo comma comporta l'applicazione della sanzione disciplinare dell'avvertimento.». Una norma giusta, che impedisce concorrenza sleale tra Colleghi e ridà la dignità che merita alla professione evitando fenomeni di contrattazione al ribasso. Un bravo alle associazioni che si sono battute per questo in un momento tanto impegnativo per l'avvocatura.
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Cassazione civile - equo compenso " Dopo la legge sull'equo compenso del 2023, la parcella dell'avvocato non potrà più essere liquidata sotto il minimo sancito dai parametri. Lo ha sancito la Corte di Cassazione che, con la sentenza n. 17613 del 26 giugno, ha accolto il ricorso di un legale. Nella liquidazione del compenso, il Giudice è chiamato dall'art. 4 del d.m. 55/2014 a tenere conto dei valori medi determinati dalle tabelle allegate al decreto. Essi possono essere diminuiti non oltre il 50% senza eccezione e sono soggetti ad aggiornamento biennale ex art. 13 comma 6 L. 247/2012. Tale inderogabilità è stata introdotta con una modifica apportata dal d.m. 37/2018. Per la Cassazione, tale intenzione legislativa ha trovato ulteriore espressione nella L. 49/2023 in materia di equo compenso delle prestazioni professionali, ove l'art. 1 dispone che, per equo compenso si intende la corresponsione di un compenso proporzionato alla quantità e la qualità del lavoro svolto, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale". Resta aggiornato con le notizie pubblicate dalla redazione ed imposta le ricerche nell'archivio del merito civile ponendo il quesito con la frase naturale. Cassazione 4.0 ti aiuta nelle ricerche più complesse restituendo la lista dei risultati con maggiore pertinenza nel minor tempo possibile. Attiva una demo senza impegno e provalo per 30 gg: https://lnkd.in/dS_ejs4d
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avvocato presso Studio Legale Paola M. Ferrari
8 mesiNon ho visto un Ordine muoversi verso le associazioni (alcune con sede in Albania) che intermediano appaltando cause o società che sui social invitano a fare causa a provvigione. L'Equo compenso è solo un fare finta.