Quando l’ho conosciuta qualche anno fa, Mara si sentiva bloccata. Aveva avuto il coraggio di chiudere una lunga collaborazione professionale che non la faceva più sentire valorizzata. Ma dopo un iniziale respiro di sollievo, il tempo passato senza trovare una vera alternativa lavorativa l’aveva logorata. La fiducia in sé stessa, nei suoi talenti e persino nella sua identità stava andando in pezzi. . 🌟 Così ha deciso di intraprendere il suo percorso di #coaching con me: non cercava qualcuno che la aiutasse a dare una "rinfrescata" al CV ma un'esplorazione ben più profonda che le portasse dei risultati concreti e mirati. Insieme siamo infatti partite dall'esplorare: 👉 Chi è davvero Mara, oltre il lavoro e i ruoli? 👉 Che cosa la fa sentire viva, appassionata, forte? . 💥 E BOOM! 💥 Quello che è successo dopo è stato straordinario: 🚀 Mara ha ritrovato fiducia, chiarezza e un senso di direzione. 🚀 Le opportunità hanno iniziato a bussare alla sua porta ancor prima che iniziasse a cercarle. 🚀 Il mondo non le era più ostile, ma pieno di possibilità che aspettavano solo di essere colte. . 💡 Se come Mara desideri sbloccare il tuo potenziale e realizzarti pienamente, la nuova edizione di #3MesiXSvoltare è aperta, ci sono solo 4 posti disponibili per il mese di dicembre 2024💥 👉 Scrivimi a info@cristinapedretti.com per candidarti alla call informativa gratuita. #successo #carriera #professioniste #donne #cambiamento #ambizioni #empowermentfemminile #realizzazione #realizzarsi
Post di Cristina Pedretti
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👨🎓 Avere la responsabilità di gestire risorse umane significa misurarsi con la storia, le attitudini e le ambizioni del singolo, tentando di incanalare al meglio il patrimonio di competenze e di motivazioni individuali all'interno delle dinamiche di gruppo che governano ogni organizzazione complessa: un'operazione, va da sé, in cui successo e fallimento sono vincolati a un ampio ventaglio di variabili, in primo luogo alla capacità del dirigente di farsi interprete delle aspirazioni del dipendente e all'impegno di quest'ultimo a raggiungere con determinazione gli obiettivi fissati. 🤦♂️ Una rappresentazione patinata, quasi da manuale, le cui premesse poco condividono con l'episodio che (sinteticamente, prometto!) voglio raccontare. 🔎 La mia storia è la storia di una giornalista che voleva continuare a fare la giornalista, ma che ha saputo vincere le proprie resistenze e che, dopo una vita "con la penna in mano" (immagine assai romantica, ma in verità la avevamo dotata di un pc di servizio 😜 ), si è lasciata convincere e ha intrapreso - era il mese di novembre del 2020 - una nuova avventura nelle vesti di responsabile dei canali #social di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia: un ambito lavorativo relativamente nuovo, per lei; una sfida stimolante per tutti, con un team da ricostruire praticamente da zero e un potenziale, in termini di capacità di coinvolgimento della comunità regionale, ancora largamente inespresso. ❓ I risultati? 📢 Oggi, a tre anni e mezzo di distanza, celebriamo i primi 100.000 follower 💣 su #Facebook (contro i 36.000 di inizio 2021), cui si somma una crescita di contatti pari al 300% 💣 su #LinkedIn, al 75% 💣su #Instagram e al 72% 💣 su #X. 👉 Come? Creando contenuti di qualità, dialogando con gli utenti e proponendo una narrazione coerente, istituzionale ma al tempo stesso non ingessata nei formalismi spesso propri della pubblica amministrazione. 💪 Ah sì, quasi me ne dimenticavo: tutti risultati conseguiti "in organico", quindi senza ricorrere a sponsorizzazioni e interamente a costo zero. Che dire? Brava Carla Ciampalini (e, ovviamente, brave anche le tue "girls")! ❤️ #comunicazione #socialmedia #pubblicaamministrazione #regionefvg #fvg #friuliveneziagiulia #risorseumane
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Tre giorni dall’inizio della settimana, tre storie che ho avuto modo di ascoltare, molto simili tra loro. Hanno a che fare con l’ambizione ma anche con la #solitudine. Mettermi in ascolto, mi ha fatto comprendere meglio la mia di storia. Michela, Sara e Federica non si conoscono tra loro, vivono in tre regioni italiane diverse, in città di provincia, si occupano di comunicazione da più di 10 anni come libere professioniste e hanno belle soddisfazioni, ma vorrebbero fare un passo in più; in testa frulla un’idea. Il problema è che si sentono sole e fuori dai contesti “giusti”, per cui affrontare una sfida imprenditoriale del tutto in solitudine le spaventa. Ecco allora che rimandano ormai da anni, fino a quando non sentono parlare del concetto di ecosistema in Flowerista. Mi fermo un attimo qui con le loro storie e riprendo alla fine con una proposta. Mi sono chiesta quindi se ci fossero state, nel mio passato, delle condizioni che avessero reso meno inquietante la scelta che ho fatto, escludendo per un attimo le condizioni prettamente economiche, per quanto in realtà determinanti. Quella conditio sine qua non l’ho ritrovata in una persona che è sempre stata al mio fianco nelle scelte: Marco. In effetti, puo sembrare che io sia da sola alla guida perché lui compare molto meno, per motivi caratteriali, ma in realtà avere un compagno di vita che è anche compagno nelle diverse avventure imprenditoriali è un qualcosa che può fare decisamente la differenza. E non voglio dire che questa figura “Buddy” debba essere per forza di cose il compagno o la compagna, assolutamente no, ma che serva qualcuno al proprio fianco per zittire la sindrome dell’impostore che spesso ci blocca, forse sì. Il famoso co-Founder che quasi tutti vanno cercando. Ecco allora l’idea che stiamo maturando in Flowerista Società Benefit, a partire dal concetto di agenzia diffusa: se riuscissimo a far conoscere di più tra loro queste professioniste di grande valore e così determinate, potrebbero nascere nuovi collettivi e da lì nuove imprese, magari #benefit? Serve qualcosa per rompere l’empasse. Come lo si fa tutto questo? Ci stiamo pensando, ma forse qualche evento dal vivo è la soluzione migliore. Il digitale arriva sempre e solo fino a un certo punto. Queste parole in qualche modo vi risuonano? Se sì, avete anche delle proposte?
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🦋 Con l'ingresso di due profili senior, #AnimeInquiete continua la sua evoluzione come percorso di #careercoaching per le fasi più diverse della vita... o forse è semplicemente cambiato il mondo e anche chi ricopre un ruolo professionale consolidato da molti anni sente oggi il bisogno di investigare e dare forma alla propria inquietudine professionale. 🔁 Rigenerare il senso del nostro lavoro, riscoprire il tracciato della nostra carriera, che è storia della nostra vita. 🏠 Mi trovo inoltre nella felice situazione di dover limitare il numero di coachee che posso seguire, per i tanti concomitanti impegni ma anche e soprattutto perché Anime Inquiete è la mia creatura e la mia attività preferita, che voglio mantenere di nicchia e curare al più alto livello, garantendo la qualità che solo nelle piccole cose si trova. Non è e non sarà mai un prodotto di massa. 🛋 E la questione logistica mi porta a "ricalibrare", nelle modalità pratiche e anche nei prezzi, la proposta di Anime Inquiete, che trovate aggiornata sul sito. 🎁 Con una aggiunta a cui meditavo da tempo: per chi sceglie la modalità immersiva, una #experience finale al termine del percorso di coaching, da condividere ma soprattutto co-progettare alla pari tra coachee e coach. Un evento di celebrazione, crescita, condivisione e slancio verso il futuro che non è scritto a priori ma che costruiamo assieme. Io qualche idea ce l'ho già... Con le due nuove persone che iniziano Anime Inquiete a marzo 2024 non so quando sarò in grado di avviare nuovi percorsi, probabilmente a maggio. Ma se hai voglia di farci una chiacchierata non esitare a scrivermi.
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Secondo una recente statistica LinkedIn, tra i primi 20 profili più ricercati dalle aziende italiane è entrato, dal 2023, il #ProductOwner. ❓ E' un'ottima notizia: ma come viene inteso il ruolo? Qualche dettaglio in più ce lo forniscono le #JobDescription, spesso anche in palese contraddizione tra loro. Estraendo un po' di informazioni dalla sezione “Responsabilità del ruolo” si trovano, tra le altre, le seguenti: ▶Analisi e sviluppo di funzionalità applicative; ▶Preparare e condurre riunioni di avanzamento sulle diverse iniziative seguite; ▶Raccogliere i requisiti e fornire un documento di analisi per il team di sviluppo; ▶Garantire supporto alla fase di testing ▶Elaborare documentazione tecnica ▶Definire la Product Roadmap e la Vision includendo funzionalità, benefici attesi e valore di business ▶Collaborare con il team di sviluppo nella fase di prioritizzazione e di stesura del piano di lavoro ▶Capacità di gestire il confronto, la negoziazione ed uno storytelling efficace ▶Capacità di mettere in opera i principi e le metodologie dell’Agile avendo come obiettivo la massimizzazione del valore ▶Adattare la strategia di sviluppo in base alle necessità; ➡ L’obiettivo di questo post è stimolare una #riflessione, per cui non mi dilungo su quali di queste #responsabilità siano coerenti o meno, ma questa varietà mi ha ricordato Oscar Wilde e la sua commedia “L’importanza di chiamarsi Ernesto”. In lingua originale, Wilde gioca sulla omofonia tra #Ernest (Ernesto) e #Earnest (onesto) costruendo una storia in cui due uomini fingono entrambi di chiamarsi #Ernest per conquistare le ragazze che amano. Una delle due, in particolare, sogna proprio di sposare un uomo di nome Ernesto perché quel #nome la rassicura. I due verranno smascherati ma finirà tutto bene, perché uno dei due scopre di chiamarsi all'anagrafe davvero Ernesto. Come per #Ernest, talvolta anche per l'#Owner, si cerca un #nome rassicurante, rischiando poi di attribuirgli compiti diversi da quelli che il significato autentico esprime: è un segnale di agilità, una scelta "di tendenza" o confusione? #ownership è #proprietà: da qui, l’autorità nella indicazione degli obiettivi e delle priorità. Senza questa consapevolezza, si rischia di scivolare nell’equivoco su ruolo, responsabilità, efficacia. #ownership è anche #padronanza: del contesto, delle complessità intrinseche (tecniche, funzionali) e di quelle aggiuntive e/o accidentali (organizzative, gestionali) che per loro natura e tutte insieme determinano il grado di difficoltà di un progetto. Per le società di servizi, che sviluppano prodotti di cui non hanno proprietà, la #productownership va allargata, per cui trovo più coerente parlare di #project #leadership, in particolare nella accezione di guida, ispirazione e responsabilità. Si abilita forse meglio la costruzione di quel rapporto di fiducia che è alla base di un progetto di successo. Lo trovo, insomma, un modo più Earnest di chiamarsi Ernest.
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"Ho potuto approcciarmi a questo lavoro a 360 gradi e proprio per questo sono grata a Larin e a tutto il suo team, che, con le giuste direttive, mi ha permesso di sperimentare dandomi dal primo momento massima fiducia". È un passaggio, riportato testualmente, inserito nella tesi di Alessia per il Master in Marketing, Omnichannel Sales & Digital Management presso Università degli Studi di Torino. Queste parole sono per tutti noi motivo di riflessione e orgoglio, perché nascondo dal lavoro e dalla dedizione dei Lariner che hanno affiancato Alessia. Non sono solito fare post autoreferenziali, ma oggi voglio fare un'eccezione. Lo voglio fare non per celebrare Larin Group, ma per sottolineare un principio che per noi è fondamentale: il valore del rapporto umano e professionale che stabiliamo con ogni persona che entra a far parte della nostra realtà. Sì, ok, possono sembrare paroloni fini a sé stessi, ma per noi rappresentano qualcosa di estremamente concreto e tangibile. La libertà, l'autonomia e la responsabilità sono i pilastri del nostro approccio, soprattutto quando si tratta di accompagnare le nuove generazioni a conoscere il mondo del lavoro, come nel caso di Alessia. Crediamo nell'importanza di un affiancamento che sia anche protezione, che non lascia mai solo, ma che al contempo non costringe, non limita e responsabilizza (che è un aspetto fondamentale). Rifiutiamo l'idea di rinunciare a questi principi, anche quando incontriamo ostacoli o viviamo esperienze meno positive. La buona riuscita di un percorso in tutte le aziende di Larin Group non è dettata da regolamenti o controlli, ma dalla condivisione di un principio di libertà responsabile, commisurata all'esperienza e al ruolo di ognuno. E l'esperienza ci insegna che, con le persone giuste, questo approccio funziona, dando vita a percorsi professionali ricchi e stimolanti. Perché è un approccio che non è adatto a tutti ed è giusto che sia così. Lato nostro continueremo a costruire percorsi che possano essere viaggi di crescita condivisi, perché il successo di Larin è fatto dalle persone che, come Alessia, si impegnano con passione, dedizione e, soprattutto, rispetto. Te l'ho detto di persona settimana scorsa, ma lo ripeto anche qui: grazie Alessia, ad maiora! #livinglarin #peoplemanagement #hr #vitadaagenzia #agenziadicomunicazione
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NEGLI AFFARI SEI «TAKER» O «GIVER»? In «Give and Take [A Revolutionary Approach to Success]», Adam Grant divide i gruppi di persone oggetto delle sue ricerche in «taker» e «giver». Molto sinteticamente... mentre i «taker» si concentrano esclusivamente sul proprio successo e interesse personale, abituati a prendere più di quello che sono disposti a dare, i «giver» danno incondizionatamente, guidando il proprio successo sulla base di diversi «stili di reciprocità». Grant ci mostra quanto i giver «attivi» raggiungano più spesso il successo nella propria carriera lavorativa grazie alla costruzione di relazioni solide, collaborative e motivanti, e alla loro reputazione di persone disponibili e degne di fiducia. Io penso di avere un atteggiamento da «giver»: sono convinto che abituarsi a dare sempre qualcosa in più a clienti e collaboratori, porti a raggiungere buoni risultati nel lungo termine grazie alla reputazione e al passaparola positivi, alimentati dalla rete di contatti, relazioni e «conversazioni». Nel mio piccolo, con i miei comportamenti, ho la speranza di riuscire anch’io ad aumentare il valore e il benessere dell’ambiente a cui appartengo. 🔊 Il servizio di «Playlist su Misura®»* ha fatto il suo esordio su questo social, lanciato con il video/spot qui sotto, come attività "pro bono" dedicata a liberi professionisti in cerca di uno strumento/canale nuovo per raccontare la propria storia o quella del proprio brand. A distanza di due anni da quel lancio, dopo migliaia di «moodboard sonori» compilati (non più a titolo gratuito), ho deciso di offrire un buono valido per una «Playlist su Misura®» alla prima persona che mi invierà in privato le risposte alle seguenti 2 domande: 1️⃣ l’animazione qui sotto è un tributo piuttosto fedele [«nulla si crea, nulla si distrugge... tutto si copia» 😬] ad un altro spot che ha fatto tanto clamore durante un super-evento del 2022. Di che brand/azienda stiamo parlando? 2️⃣ il "mio" spot si apre con una strepitosa musichina in stile arcade «8-bit» che fa parte di un’altrettanto strepitosa colonna sonora di un film... strepitoso! Di quale fondamentale opera cinematografica si tratta? Buona fortuna a chi vorrà giocare... BREAKING NEWS! Sembra che ci sia già una vincitrice... o forse un vincitore. O entrambi. Dichiaro comunque ufficialmente chiuso il quizzone! Se vuoi, però, puoi provare lo stesso a indovinare, per partecipare all'estrazione del premio di consolazione. [Grazie a Danilo Spanu per il suggerimento]. 𝐏.𝐒. Il buono omaggio, volendo, può anche essere regalato a chi vuoi tu. *Se vuoi saperne di più sulle «Playlist su Misura®», questa è la pagina che ti spiega tutto tutto tutto: https://bit.ly/3sUl7ex. - - - - - - - - - - - - - - - 🎵 𝐶𝑟𝑒𝑑𝑖𝑡𝑠 Oltre alla traccia da indovinare, le altre due presenti nel video sono: «Calvin», The Jon Spencer Blues Explosion [1998] «Warrior 001», ilRicky [2011] - - - - - - - - - - - - - - - #businessethics #musica #branding #playlist #spotify
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❓Chi siamo? Un gruppo di liberi professionisti con il desiderio di lasciare un impatto positivo nel mondo. 📄 Amiamo raccontare storie vere di persone che ci ispirano per il loro desiderio di cambiare in positivo. Superando una difficoltà personale, imprimendo la loro orma sul territorio, creando luoghi di lavoro flessibili in cui ognuno possa mostrare il proprio valore. 🤝 Siete dei nostri? Iscrivetevi alla newsletter e seguiteci sul nostro blog! #storievere #sfidetrasformate
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Ieri sera ho visto la foto di alcune persone del team di Disclosers a cena insieme. E ripensavo anche a una chiacchierata di un paio di sere fa, dove parlavamo di tutte le amicizie e i legami nati in agenzia in questi 6 anni. Un’impresa viene spesso giudicata dai risultati: numeri, obiettivi raggiunti, progetti consegnati, percentuali di crescita a doppia cifra. Ma non è tutto qui. Sono profondamente convinta che il vero valore di un’organizzazione non si misuri solo nei suoi traguardi. Si trova - anche - nelle relazioni che nascono al suo interno (ad esempio, nei rapporti di amicizia) e nelle connessioni che resistono al passare del tempo. Impegnarsi davvero affinché un posto di lavoro diventi anche un terreno fertile per la nascita di rapporti umani positivi e virtuosi è uno degli aspetti più delicati e impattanti. Un’impresa che riesce a farlo diventa qualcosa di più: un luogo in cui le persone non solo lavorano, ma crescono insieme. Creare un ecosistema con questa architettura richiede un impegno continuo, fatto di scelte quotidiane spesso invisibili dall’esterno. Non è un processo semplice, né rapido. Ci vogliono tempo, a volte fatica e tanta costanza: ascoltare davvero le persone, anche quando è più difficile; creare spazi di dialogo autentico, anche quando le urgenze sembrano avere la priorità; mettere al centro valori che non siano slogan, ma guide per ogni decisione. Un’impresa così non si limita a produrre risultati. Genera qualcosa che va oltre: un ambiente capace di arricchire chi lo vive, di lasciare un segno duraturo e di creare legami che spesso continuano ben oltre il lavoro e che si fondano sul mantenimento di un reale rispetto e sul senso di responsabilità. Questo - secondo me - è uno degli impatti più intensi di un ecosistema costruito con cura.
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#RAFlyReminder concept di Giuseppa Di Pierno Benvenuto maggio, come sempre con un giorno di stop. E come sempre iniziamo il mese con una #riflessionegentile Maggio ci sta portando tante idee, sfide ed opportunità... e insieme tanti potenziali ostacoli... 🔥Ma quante volte ci siamo ritrovate di fronte a un ostacolo che sembrava insormontabile? Un progetto che fallisce, un cliente che ci delude, una porta che si chiude all'improvviso. In quei momenti, è facile lasciarsi sopraffare dallo sconforto e dalla frustrazione. ✨Cosa succede se proviamo a cambiare prospettiva? Se invece di vedere l'ostacolo come un muro invalicabile, lo consideriamo come un messaggio che la vita ci sta inviando? Un segnale che forse stiamo prendendo la strada sbagliata, che è il momento di cambiare direzione, di esplorare nuovi sentieri. 👉Perché gli ostacoli non sono un impedimento al successo, ma piuttosto una bussola che ci indica la via da seguire. Proprio come una bussola ci aiuta a orientarci in una mappa, gli ostacoli ci spingono a riconsiderare le nostre strategie, a mettere in discussione le nostre convinzioni, a scoprire nuove risorse dentro di noi. Sono un'occasione per imparare, per crescere, per diventare più forti e resilienti. 😉E ricordiamo sempre che non siamo sole in questo viaggio. Insieme, possiamo supportarci a vicenda, condividere le nostre esperienze, trovare soluzioni creative e trasformare ogni ostacolo in un trampolino di lancio verso il successo. ❤Perché la vera forza di una donna risiede nella sua capacità di trasformare le difficoltà in opportunità. Insieme, possiamo costruire un futuro luminoso per noi stesse e per le donne di tutto il mondo. #retealfemminile #retealfemminilemilano #opportunità #mindset #determinazione #successo #positiveattitude #nevergiveup #crescitapersonale
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Le storie di famiglia nell’impresa sono sempre più utili per comprendere come una nuova cultura d’impresa orientata allo sviluppo di una visione comune deve essere il driver determinante per gestire l’azienda. La famiglia deve condividere questa visione per scegliere la migliore strada per realizzarla. Il protagonismo o l’assenteismo non sono ammessi! #imprenditori #familybusiness #vision #madeintitaly #italia #italianbusiness #foodretail #foodconsultant #scpfoodconsultant #salcostapasqualino
Cosa avrei fatto se la Naj-Oleari fosse ancora nostra? Devo ammettere che non essendo mai stata un’opzione disponibile solo ultimamente me lo sto chiedendo seriamente. E se prima mi rispondevo che probabilmente non avrei mai voluto farne parte perché ostinato a costruirmi un percorso tutto mio ora ora cerco di andare oltre e di immaginarmi come sarebbe stato. Mi sarei trovato probabilmente dentro un’azienda che ha fatto a suo modo la storia della moda italiana, a viaggiare in tutto il mondo tra i nostri negozi, a comunicare e ideare campagne di marketing e strategiche per quello che negli anni 80 è stato un vero e proprio love brand. Forse, la verità è che, forse mi duole ammetterlo, sarebbe stato bellissimo. Sarebbe forse stato da una parte molto più facile perché non sarei dovuto ripartire da zero e solo con le mie forze, dall’altra difficile perché avrei dovuto trovare un equilibrio e lavorare con la mia famiglia e dimostrare a tutti il mio valore a prescindere dai rapporti di parentela. Chissà se sarei stato all’altezza (anche se sotto sotto mi piace pensare di sì). Non sarebbe stato né meglio né peggio, sarebbe stato semplicemente diverso. In ogni caso in questi giorni di Family Business Forum ho sentito storie di famiglia di tutti i tipi, in molte fortunatamente ha prevalso l’amore mentre in altre i rapporti si sono logorati per sempre. Purtroppo non saprò mai come sarebbe stato vivere attivamente la Naj-Oleari ma la verità è che avere responsabilità o gestire un’attività, che sia tua o di famiglia, grande o piccola, in crescita o in difficoltà rimane sempre una sfida tanto affascinante quanto complessa che dà un senso più profondo a tutta la mia vita. #vitadaimprenditori #worklifebalance #branding #timelessideas Family Business Forum 🤝 Alma Agency P.s. Grazie ancora a Maria Silvia Sacchi per aver realizzato questo bellissimo forum e aver stimolato certe riflessioni!
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