TROMBOSI VENOSA SUPERFICIALE: UN EXPERT CONSENSUS DOCUMENT 🩺 La patologia trombotica rimane una delle comorbidità più diffuse e temibili al mondo. Si stima che la trombosi venosa profonda (TVP) abbia un’incidenza annuale di oltre 800.000 casi e sia responsabile di circa 100.000 morti/anno per embolia polmonare (EP) associata. 💔 La trombosi venosa superficiale (TVS) è una condizione clinica relativamente frequente, a lungo giudicata malattia benigna autolimitante, ma di fatto di potenziale gravità. Essa si presenta come un problema di salute pubblica molto comune nella popolazione occidentale: la prevalenza varia dal 3% all’11%, mentre l'incidenza non è mai stata stimata con precisione ma è notevolmente più elevata. 📊 Inoltre, una percentuale di pazienti affetti da TVS, compresa tra il 6% ed il 36%, mostra all’analisi ecografica una TVP, e una percentuale del 33% presenta una concomitante EP asintomatica. ⚠️ Sebbene siano state proposte negli anni diverse raccomandazioni e linee guida diagnostico-terapeutiche, la pratica clinica si è sempre scontrata con punti ancora aperti e aree grigie nella gestione del malato con TVS. Urge quindi un Consensus Delphi sulle pratiche di gestione della TVS. 📋 Obiettivo del Consensus Proporre delle raccomandazioni condivise tra specialisti chirurghi vascolari, ematologi, angiologi e medici interni riguardanti la clinica, la diagnosi e i trattamenti della TVS. 🤝 Fasi dello Studio Il Consensus si articolerà in 3 fasi distinte: - Primo round, on-line: rispondere a statements riguardanti la TVS in accordo o in disaccordo rispetto alla propria pratica clinica e conoscenza scientifica. 🌐 - Secondo round, on-line: gli statements che non raggiungeranno un consenso verranno riproposti, modificati secondo i risultati del primo round e dei suggerimenti del panel. 🔄 - Terzo round e consenso finale, in presenza: presentazione dei risultati e dialogo con board e panel, per discutere eventuali statements ancora con non ottimale consenso. 📅 Al termine verrà redatto un documento e un articolo scientifico da sottomettere a una rivista internazionale, nel quale tutti i membri del panel che avranno completato i tre rounds figureranno come autori-collaboratori. 📝 Per ulteriori informazioni: Email: danielebissaccomd@gmail.com 📧 Il Board Scientifico Daniele Bissacco MD, PhD stud. Daniela Mastroiacovo Bucciarelli Paolo
Post di Daniele Bissacco MD, PhD stud.
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I pazienti che non riescono a tenere a bada la pressione alta, seguendo con costanza le terapie prescritte, in futuro potrebbero non avere più alibi grazie a trattamenti di lunga durata che potrebbero combattere il problema dell’aderenza alle cure antipertensive. Una sfida sanitaria molto seria e importante se si considera che dopo circa un anno, fino il 50% dei pazienti abbandona la terapia antipertensiva e così cala anche la possibilità di proteggere cuore e cervello da infarto e ictus. Una prospettiva di miglioramento arriva da un nuovo farmaco, Zilebesiran, attualmente in sperimentazione, al centro dello studio KARDIA-2 presentato al congresso dell’American College of Cardiology in corso ad Atlanta.“I risultati della ricerca sono molto incoraggianti: la nuova molecola interferisce conl’RNA-messaggero bloccando nel fegato la produzione di angiotensinogeno, una proteina che è in cima alla catena dei processi organici che alla fine provocano il rialzo dei valori pressori. Riducendo la disponibilità di questa proteina nel sangue si abbassa anche la pressione – spiega Pasquale Perrone Filardi, Presidente Società Italiana di Cardiologia e Direttore della scuola di specializzazione in malattie dell’apparato cardiovascolare dell’UniversitàFederico II di Napoli –L’innovativa terapia si somministra con una semplice iniezione sottocutanea simile a quella che si fa con l’insulina e la sua azione dura a lungo perché è sufficiente ripeterla a distanza di 3 o addirittura 6 mesi. Con questa modalità di somministrazione, i pazienti che non riescono a seguire la terapia prescritta dal medico, non avrebbero più alibi e il trattamento sarebbe in grado di ridurre in modo significativo i valori di pressione massima senza bisogno di altre cure”. Lo studio KARDIA-2, in doppio cieco e controllato con placebo, presentato al congresso dell’American College of Cardiology da Akshay S. Desai, professore associato dell’Harvard Medical School, ha valutato l’efficacia e la sicurezza di Zilebesiran in 672 pazienti, in aggiunta alle pillole giornaliere. I pazienti arruolati, al momento della prima somministrazione avevano valori pressori, in media, di 143 mm Hg e hanno presentato una riduzione media fino a 18 mm Hg della pressione sistolica che, in molti casi, si è mantenuta stabile fino a 6 mesi. ( fonte: AGI) #medicina #pressionealta #novità #cura Pasquale Perrone Filardi
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🔎 Individuare correttamente patologie rare come la malattia di Gaucher e il deficit di sfingomielinasi acida (ASMD) è fondamentale per avviare terapie mirate in modo tempestivo. 👨🏻⚕️ Il dott. Nicola Vitturi dell'AOU di Padova spiega come le due malattie, seppur simili per sintomi come epatosplenomegalia e alterazioni ossee, presentano differenze chiave, soprattutto nei coinvolgimenti polmonari e cardiaci, che possono aiutare nella diagnosi. 🔬 Uno studio recente evidenzia l'importanza di uno screening parallelo per entrambe le patologie, evitando ritardi diagnostici, soprattutto per l'ASMD, una malattia ultra-rara ma trattabile. #MalattieRare
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In questo numero della Newsletter trovate due interessanti Video reportage. Il primo fa riferimento alla VIIa edizione del congresso sulle malattie infiammatorie dell’intestino, con un focus sulla transizione dall’età pediatrica a quella adulta. L’altro è un resoconto video del congresso di cardiologia #ANMCO e contiene anche la descrizione di 4 importanti trial presentati al congresso di Rimini. Poi ci sono tre interessanti novità approvate in Italia. Due nuove CART-T, #idecel e #lisocel. La prima per il #mieloma multiplo e l’altra per il linfoma #DLBCL. Infine attraverso 3 video interviste e un articolo parliamo di #finerenone, un farmaco in grado di rallentare la progressione della malattia renale cronica. LEGGI LA NEWSLETTER https://lnkd.in/dqQZpP87
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Neurofibromatosi, una malattia dalla gestione complessa https://lnkd.in/eCWV35-E
Neurofibromatosi, una malattia dalla gestione complessa
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Una ricerca ha condotto un'analisi sulla letteratura delle malattie cardiovascolari nei pazienti con #osteogenesi imperfetta (OI) al fine di aumentare la consapevolezza di questo aspetto clinico dell’OI e supportare le linee guida cliniche. Dall'analisi condotta è emerso che malattia valvolare, insufficienza cardiaca, fibrillazione atriale e l’ipertensione sembrano essere più prevalenti negli individui con OI. Queste anomalie #cardiovascolari si osservano in tutti i tipi di OI e a tutte le età, compresi i bambini piccoli. Leggi l'articolo completo: https://lnkd.in/d83rKsxC #Osteogenesiimperfetta #anomaliecardiovascolari #OI
Malattie cardiovascolari nei pazienti con osteogenesi imperfetta
https://bonehealth.it
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🔎 Migliorare la diagnosi dell'#alfamannosidosi: soluzioni efficaci per un trattamento tempestivo. 👨🏻⚕️ Il Prof. Maurizio Scarpa ci parla dell'importanza dello screening neonatale, della formazione medica e delle nuove tecnologie nella diagnosi precoce.
Alfa-mannosidosi, quali soluzioni possono migliorare il processo diagnostico?
osservatoriomalattierare.it
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Studio internazionale scopre la MIP-C: una nuova sfida per la medicina. Un team internazionale di ricercatori ha identificato la MIP-C, una malattia autoimmune legata al Covid-19 che può portare a gravi complicazioni polmonari. Approfondisci lo studio e scopri le implicazioni cliniche di questa scoperta. #MIPC #Covid19 #RicercaScientifica
Scoperta una nuova malattia legata al Covid, è potenzialmente mortale - Quotidiano Benessere
quotidianobenessere.it
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🦵 Patologie venose e carotidee: quali sono i primi segnali da non sottovalutare? ⚠️ Riconosci i primi segnali di una malattia venosa e di una malattia carotidea e scopri quando è necessario consultare uno specialista. Ascolta l'intervista al Professor Roberto Di Mitri, Presidente SIF – Società Italiana di Flebologia e al Professor Piero Montorsi, Direttore Dipartimento di Cardiologia interventistica - Centro Cardiologico Monzino, per conoscere le patologie carotidee, i segnali d’allarme e quando è necessario consultare uno specialista. ❤️ Non rimandare a domani: la prevenzione e la diagnosi precoce possono fare la differenza! Con il contributo incondizionato di Medtronic #fondazioneonda #cardio #malattiecardiovascolari #cuore
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Le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) rappresentano, per la loro crescente epidemiologia, una sfida della gestione clinica non solo per i gastroenterologi, ma anche per i medici di medicina generale e per molteplici specialisti. Si tratta di patologie multifattoriali e multidisciplinari, caratterizzate tipicamente da una importante complessità e variabilità di espressione clinica ed un impatto significativo sulla qualità di vita dei pazienti. Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad un progressivo affinamento delle tecniche diagnostiche, endoscopiche e di imaging, con un miglioramento delle tempistiche e della qualità della diagnosi e del follow up. La terapia rappresenta uno degli elementi che hanno subito una più rapida ed apprezzabile evoluzione, con l’introduzione di nuove terapie biologiche e piccole molecole, che stanno consentendo un ampliamento delle possibilità terapeutiche al fine di ottimizzare l’efficacia e minimizzare gli effetti avversi. La terapia delle MICI vede ancora un ruolo determinante della chirurgia, non solo per la gestione delle complicanze, ma anche per la risoluzione di casi non adeguatamente rispondenti alla terapia medica. Grazie allo sviluppo tecnologico in questo campo, oggi le tecniche chirurgiche sono diventate sempre più sofisticate e meno demolitive, con un significativo vantaggio della qualità di vita di questi pazienti. La complessità e la multidisciplinarietà di questi disordini rende indispensabile un aggiornamento continuo del personale sanitario che si occupa di questi pazienti. In questa ottica, il nostro centro, che da vari decenni tratta le MICI sia in età pediatrica che adulta, vuole con questa seduta scientifica riunire alcuni degli esperti di queste malattie, per un update diagnostico-terapeutico, che possa servire, oltre che agli specialisti, ai medici territoriali e medici curanti, che in definitiva sono il vero ed indispensabile supporto assistenziale e logistico per questi malati. Programma: https://lnkd.in/dpNHHUVv Iscrizione gratuita ma obbligatoria : https://lnkd.in/dPyS3kwP fabiola fornaroli Federica Gaiani Stefano Kayali Silvia Iuliano
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E’ stato appena pubblicato sulla rivista Applied Sciences l’articolo "Thymic Hyperplasia and COVID-19 Pulmonary Sequelae: A Bicentric CT-Based Follow-Up Study". Lo studio, frutto della collaborazione tra CDI Centro Diagnostico Italiano e Ospedale Fatebenefratelli - Sacco, nasce da un'intuizione della dott.ssa Deborah Fazzini che durante la pratica clinica ha notato come in pazienti con un'insolita attivazione del #timo fossero presenti meno sequele polmonari dopo un'infezione da #COVID-19. Per validare questa ipotesi, gli #autori* hanno analizzato l'aspetto del timo attraverso la #tomografia computerizzata (TC) del torace in 102 pazienti adulti precedentemente ospedalizzati per #COVID-19, seguiti con una #TC di controllo a tre mesi dalla dimissione; ed effettivamente i risultati hanno rivelato come la presenza del #timo influenzasse positivamente l'evoluzione clinica dei pazienti, riducendo il rischio di sequele polmonari #post-COVID. I risultati ottenuti supportano l'ipotesi che la riattivazione del #timo svolga un ruolo protettivo importante, offrendo nuove prospettive sulla dinamica immunitaria legata al #coronavirus e indicando il timo come un fattore chiave nella resilienza alle complicazioni polmonari post-infezione. *Michaela Cellina, Maurizio Cè, Andrea Cozzi, Simone Schiaffino, Deborah Fazzini, Enzo Grossi, Giancarlo Oliva, Papa Sergio, Marco Alì Per consultare l’articolo, clicca qui 👉 https://t.ly/-r22F
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