Il panorama del mercato immobiliare italiano è intimamente intrecciato con le sfide demografiche che il Paese si trova ad affrontare. L'andamento della domanda di alloggi è strettamente legato alla struttura demografica della società e alle tendenze della popolazione residente. Con l'invecchiamento della popolazione e la riduzione delle dimensioni medie delle famiglie, la richiesta di immobili residenziali si modificherà. Questo scenario potrebbe favorire lo sviluppo di settori come le strutture abitative per anziani, mentre la diminuzione della popolazione potrebbe avere ripercussioni negative sul mercato immobiliare, con edifici vuoti destinati a rimanere inutilizzati. Secondo le previsioni ISTAT del 2022, l'Italia vedrà una diminuzione della sua popolazione nei prossimi decenni, con una proiezione che ci porta a 45,8 milioni di abitanti nel 2050. Questa tendenza è accompagnata da un cambiamento nel tessuto sociale, con un aumento delle persone anziane e un aumento del numero di individui che vivono da soli. Si prevede che entro il 2042, 9,8 milioni di persone vivranno da sole, di cui una quota significativa sarà costituita da anziani. Inoltre, il numero medio di componenti per famiglia si ridurrà a 2,13 nel 2042, con un incremento delle famiglie composte da coppie senza figli. Queste tendenze demografiche avranno un impatto tangibile sulle politiche sociali e sull'infrastruttura del Paese. Novalife Srl per adattarsi a questi futuri cambiamenti demografici e per diversificare il portafoglio, potrà investire in strutture abitative per anziani e appartamenti adatti alle esigenze di una popolazione più anziana e di persone che vivono sole.
Post di Daniele Varini
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Il panorama del mercato immobiliare italiano è intimamente intrecciato con le sfide demografiche che il Paese si trova ad affrontare. L'andamento della domanda di alloggi è strettamente legato alla struttura demografica della società e alle tendenze della popolazione residente. Con l'invecchiamento della popolazione e la riduzione delle dimensioni medie delle famiglie, la richiesta di immobili residenziali si modificherà. Questo scenario potrebbe favorire lo sviluppo di settori come le strutture abitative per anziani, mentre la diminuzione della popolazione potrebbe avere ripercussioni negative sul mercato immobiliare, con edifici vuoti destinati a rimanere inutilizzati. Secondo le previsioni ISTAT del 2022, l'Italia vedrà una diminuzione della sua popolazione nei prossimi decenni, con una proiezione che ci porta a 45,8 milioni di abitanti nel 2050. Questa tendenza è accompagnata da un cambiamento nel tessuto sociale, con un aumento delle persone anziane e un aumento del numero di individui che vivono da soli. Si prevede che entro il 2042, 9,8 milioni di persone vivranno da sole, di cui una quota significativa sarà costituita da anziani. Inoltre, il numero medio di componenti per famiglia si ridurrà a 2,13 nel 2042, con un incremento delle famiglie composte da coppie senza figli. Queste tendenze demografiche avranno un impatto tangibile sulle politiche sociali e sull'infrastruttura del Paese. Novalife Srl per adattarsi a questi futuri cambiamenti demografici e per diversificare il portafoglio, potrà investire in strutture abitative per anziani e appartamenti adatti alle esigenze di una popolazione più anziana e di persone che vivono sole.
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L’effetto di secondo livello del calo demografico La diminuzione demografica diminuisce la domanda di case in Italia. Questo fenomeno viene cambiato dagli spostamenti interni (prime e seconde case). Tendenzialmente sono tre le direzioni di questi spostamenti: 1-Verso i centri città 2-Verso nord 3-Verso aree con buoni lavori e turistici La struttura della ricchezza e dei redditi ha esattamente la stessa struttura, ovvero sono più alti nei centri città, al nord e dove ci sono buoni lavori (tautologico) e in zone turistiche I centri città hanno PGT (Piani di gestione del territorio) restrittivi, ovvero non si costruiscono più case, se non in minima quantità rispetto all’esistente, mantenendo l’offerta rigida. Questo insieme di fattori genera una divaricazione dei prezzi delle case, che si mantengono alti e a volte in crescita, nei luoghi abitati dalle persone più abbienti e crollano invece negli altri luoghi. Poiché la casa è il maggior investimento per le famiglie Italiane, l’abbassamento del prezzo della propria casa provoca un “senso di impoverimento” che solitamente incide sulla propensione al consumo, oltre che al senso generale di benessere e la soddisfazione personale. Questo fenomeno sarà quantitativamente quello principale della redistribuzione di ricchezza nel paese, producendo quindi un allargamento della forchetta tra persone più e meno abbienti. L’indice di Gini (indice sintetico della distribuzione della ricchezza) del patrimonio aumenterà principalmente per questo motivo. La ricchezza totale delle famiglie Italiane calerà in modo molto consistente in pochi anni, concentrandosi sulla classe media più povera. Quindi la distribuzione di ricchezza sul territorio é e sarà la causa principale dell’aumento della disuguaglianza La rabbia sociale (basata sulla disuguaglianza di ricchezza, redditi, infrastrutture, opportunità) sarà quindi concentrata sempre più dove già oggi é peggiore La densità umana delle persone che creano valore economico é un magnete per chi non vive ancora in quei luoghi Come si dice, piove sul bagnato
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Il report 2023 di Immobiliare.it mostra un quadro sempre più critico per chi cerca una stanza in #affitto nelle principali città italiane e #Bologna si conferma tra le più care: 506€ al mese per una #stanzasingola, con un aumento del 5% rispetto al 2022, a fronte di un interesse in crescita del 7%. Per un posto letto in una #doppia servono circa 264€ al mese, poco meno di Napoli e Roma, mentre Milano resta irraggiungibile con i suoi 353€. Chi paga il prezzo più alto? Persone in condizione di povertà, studenti fuori sede, ma anche giovani lavoratori, stretti nella morsa di un mercato in cui la domanda è cresciuta del 27% solo nell'ultimo anno. La rincorsa a una casa dignitosa diventa una sfida. Così, chi non ha alternative e finisce per spendere più di quanto possa permettersi si trova spesso in condizioni precarie, condividendo spazi non adeguati. L'abitare è un diritto, non può essere un privilegio. Cosa ne pensi? Firma il nostro appello e unisciti alla community per raccontarci la tua storia: https://lnkd.in/dG-26YJ5 #crisiabitativa #affitti #bologna #immobiliare2023 #abitare
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Variazione della popolazione italiana tra il 1990 e il 2020. Risulta evidente come le zone con popolazione in calo siano quelle che hanno registrato stagnazione o decrescita economica negli ultimi trent'anni, ovvero Mezzogiorno e Isole, nonché le zone montuose turisticamente poco attraenti. Inoltre è da notare come la popolazione dei comuni centrali delle province metropolitane di Milano e Torino sia calata, probabilmente perché il costo delle abitazioni è diventato troppo elevato rispetto a quanto avvenuto nei comuni del circondario (tuttavia per il comune di Milano gli ultimi dieci anni segnano una inversione di tendenza in termini demografici, nonostante la fortissima gentrificazione in atto). Nota: elaborazione di Lorenzo Ruffino da dati Global Human Settlement Layer.
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In Italia mancano #case. Nonostante l’indice demografico segni lo zero pneumatico, specialmente i giovani hanno difficoltà ad acquistare o affittare un’abitazione. Senza contare la pressione che arriva dal flusso migratorio. Solo il 50% delle famiglie under 40 può comprare casa perché il loro reddito medio è pari solo al 67% di quello della media nazionale, secondo l’Istat. La soluzione, insomma, sarebbe realizzare tante nuove abitazioni a prezzi accessibili, ma anche poter suddividere facilmente quelle grandi e recuperare le inagibili: si chiama piano casa. https://lnkd.in/deWNnVKZ
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È fondamentale comprendere il cambiamento e i nuovi trend del mercato, così da poter soddisfare la domanda ed essere pronti alle nuove sfide ed esigenze degli utenti.
Evoluzione demografica e "nuove" famiglie: quali riflessi sul mercato immobiliare? Nel 2023 il nostro Paese ha raggiunto il minimo storico delle nascite dall’Unità d’Italia: appena 379 mila. Un dato che evidenzia un cambiamento profondo nella struttura demografica, segnato da una natalità in calo e da una popolazione sempre più anziana. È quanto emerge dall’Osservatorio Immobiliare di Nomisma - Ricerca e consulenza per il business, l’indagine che ogni anno e con cadenza quadrimestrale analizza le tendenze in atto e le implicazioni sul futuro sociale ed economico. In vent’anni, i giovani fino a 14 anni sono diminuiti di oltre 610 mila unità, mentre gli over 65 sono aumentati di oltre 3,3 milioni. La famiglia, tradizionalmente pilastro del nostro welfare, si sta frammentando: le famiglie unipersonali sono ormai la tipologia prevalente in molte aree del Paese, e si prevede che entro il 2040 rappresenteranno quasi il 39% del totale. Questo cambiamento - spiega il rapporto - si riflette anche sul mercato abitativo. Gli anziani soli sono in costante aumento, ma solo il 13% degli over 65 si dichiara propenso a cambiare casa. In valori assoluti, parliamo comunque di quasi 2 milioni di famiglie che potrebbero generare una nuova domanda abitativa nei prossimi anni, aprendo opportunità importanti per il settore immobiliare. Mentre l’indice di vecchiaia continua a salire – con una stima di 293 anziani ogni 100 giovani entro il 2042 – diventa essenziale ripensare le politiche abitative e sociali per rispondere a una realtà demografica sempre più complessa. Scopri di più sull’Osservatorio Immobiliare e l’ultimo rapporto del 2024 a questo link → https://lnkd.in/dZJjWj4V #NomismaRealEstate #OsservatorioImmobiliare #Demografia #MercatoImmobiliare
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Evoluzione demografica e "nuove" famiglie: quali riflessi sul mercato immobiliare? Nel 2023 il nostro Paese ha raggiunto il minimo storico delle nascite dall’Unità d’Italia: appena 379 mila. Un dato che evidenzia un cambiamento profondo nella struttura demografica, segnato da una natalità in calo e da una popolazione sempre più anziana. È quanto emerge dall’Osservatorio Immobiliare di Nomisma - Ricerca e consulenza per il business, l’indagine che ogni anno e con cadenza quadrimestrale analizza le tendenze in atto e le implicazioni sul futuro sociale ed economico. In vent’anni, i giovani fino a 14 anni sono diminuiti di oltre 610 mila unità, mentre gli over 65 sono aumentati di oltre 3,3 milioni. La famiglia, tradizionalmente pilastro del nostro welfare, si sta frammentando: le famiglie unipersonali sono ormai la tipologia prevalente in molte aree del Paese, e si prevede che entro il 2040 rappresenteranno quasi il 39% del totale. Questo cambiamento - spiega il rapporto - si riflette anche sul mercato abitativo. Gli anziani soli sono in costante aumento, ma solo il 13% degli over 65 si dichiara propenso a cambiare casa. In valori assoluti, parliamo comunque di quasi 2 milioni di famiglie che potrebbero generare una nuova domanda abitativa nei prossimi anni, aprendo opportunità importanti per il settore immobiliare. Mentre l’indice di vecchiaia continua a salire – con una stima di 293 anziani ogni 100 giovani entro il 2042 – diventa essenziale ripensare le politiche abitative e sociali per rispondere a una realtà demografica sempre più complessa. Scopri di più sull’Osservatorio Immobiliare e l’ultimo rapporto del 2024 a questo link → https://lnkd.in/dZJjWj4V #NomismaRealEstate #OsservatorioImmobiliare #Demografia #MercatoImmobiliare
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Ottima analisi, grazie Will Media Il tema si sente in particolare a Milano, dove anche un professionista con un buon reddito deve risparmiare parecchio (e bene) prima di poter comperare una casa in una zona centrale o ben servita. Ma il prezzo degli immobili rispetto ai salari potrà crescere così tanto anche nei prossimi 40 anni? E che cosa potrebbe trainare questa crescita? Sicuramente non la demografia. Difficilmente l'immigrazione, se non per la fascia più bassa del mercato. Forse la crescita della domanda nelle grandi città? Ma comunque a discapito della provincia, nella quale gli immobili perderebbero valore di conseguenza. Oppure è passato un treno che non ripasserà?
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Non ci sono i nomi e i cognomi, a identificare questi bergamaschi di domani. Ci sono però dei numeri e delle proiezioni: di qui al 2043, la città di #Bergamo sarà cresciuta. E parecchio, a passo spedito: secondo l’Istat potrebbe superare abbondantemente i 130mila abitanti, col tasso di crescita più alto tra i capoluoghi in Lombardia (+10,9%). Un'analisi sullo scenario delle nuove previsioni demografiche dell'Istat #demografia #datajournalism
Nel 2043 Bergamo avrà 130mila abitanti. Istat, le previsioni: la città attrae residenti
ecodibergamo.it
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