Una delle ultime frontiere della ricerca e innovazione dei mastri birrai è quello delle birre con 0 alcol, che sono migliorate enormemente rispetto al recente passato e propongono un profilo organolettico che, in moltissimi casi, ha poco da invidiare alle birre tradizionali. Certo le differenze, pur essendosi ridotte di moltissimo, rimangono, perché il poco alcol contenuto mediamente nelle birre da comunque corpo alla bevanda, e soprattutto perché il nostro palato è abituato ad un certo gusto.
Ma la possibilità di bere una buona birra senza alcol è una novità, ad esempio per chi cerca più un gusto nella pausa pranzo delle giornate lavorative, prima di mettersi alla guida o in una delle altre tante occasioni nelle quali non è consentito, opportuno o semplicemente non si ha voglia di bere alcolici. Penso che le birre 0.0 siano una possibilità di ulteriore sviluppo per il comparto birrario, perché coerenti con molteplici occasioni di consumo che, di fatto, sono ancora inesplorate in Italia.
Per chi l’avesse persa, vi segnalo una recente indagine del Centro Informazione Birra (Cib) di AssoBirra - condotta da BVA Doxa – che parla delle tendenze significative nel settore. Emerge come il crescente interesse per la salute e il benessere stia influenzando sempre di più le scelte alimentari dei consumatori di birra, orientandoli verso un consumo moderato di alcol. In questo panorama, la birra low/no alcol viene sempre più apprezzata, specialmente dalle generazioni Millennial e Generazione Z. È conosciuta dall’80% dei consumatori di birra, mentre il 67% l’ha provata almeno una volta.
Questa tipologia di birra viene scelta sia per la sua bassa (o assente) gradazione alcolica, che permette un consumo spensierato, sia per il suo gusto, che i consumatori trovano molto simile a quello della birra tradizionale; viene percepita sempre più come simbolo di uno stile di vita sano e rilassato. Un trend in espansione che è destinato a consolidarsi, influenzando positivamente il mercato.
Per saperne di più: https://lnkd.in/ddGznVaF