Mentre il dibattito sull'IA si concentra spesso sui rischi, Dario Amodei di Anthropic prova ad esplorare il lato positivo dell’IA. Un mondo trasformato dall’IA in cui le nostre più grandi sfide – dalla salute alla povertà – possono essere affrontate in modi innovativi. Amodei delinea cinque aree chiave di impatto positivo: miglioramento della salute fisica e mentale, sviluppo economico, promozione della democrazia e ridefinizione del significato del lavoro. La sua visione, per quanto ambiziosa, evidenzia come l’IA possa essere un motore per il progresso globale, ma solo se sviluppata in modo etico e inclusivo. Mi piace il suo assunto di fondo: l'AI non è buona e non è cattiva, ma può diventarlo, in entrambe le direzioni. Spetta a noi plasmare il futuro dell’IA affinché serva l’intera umanità. https://lnkd.in/dQPibpAd
Post di Emanuele Donati
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Un recente articolo dell’Economist ha riportato uno studio secondo cui la globalizzazione, a differenza di quanto propugnano in molti, potrebbe non avere alimentato disparità di reddito e indigenza. Ne parla Amedeo Lepore nel suo ultimo articolo per il Mattino https://lnkd.in/dJwiwZd6 #globalizzazione #economia #povertà
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L’alfabetizzazione: Fondamento dello sviluppo globale Oggi si celebra la Giornata internazionale per l’alfabetizzazione, un’occasione cruciale per riflettere sull’importanza di un diritto umano fondamentale spesso dato per scontato: la capacità di...
L’alfabetizzazione: Fondamento dello sviluppo globale
https://ch.bnd.ngo
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Un patto sociale per l'IA: un'opportunità da cogliere! 🤝✨ Stefano Zamagni, giornalista e saggista, mette in evidenza l'urgenza di un patto sociale per affrontare le sfide derivanti dall'intelligenza artificiale. È innegabile che l'IA stia trasformando il nostro mondo, ma non mancano i suoi lati oscuri: disuguaglianze crescenti, precarietà lavorativa e dinamiche sociali alterate. Per superare queste disarticolazioni, è cruciale unire le forze di aziende, sindacati, istituzioni e privati in un impegno comune. I principi di trasparenza, responsabilità e collaborazione devono guidare questo processo. L'IA potrebbe non essere solo una minaccia, ma anche un'opportunità per elevare la qualità della vita. Dobbiamo lavorare insieme, affrontando le sfide e abbracciando i vantaggi che questa tecnologia ha da offrire! 🚀 #IntelligenzaArtificiale #Innovazione #PattoSociale
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Siamo abituati a pensare al futuro in termini di numeri (PIL, crescita economica, demografia), ma spesso sottovalutiamo un aspetto fondamentale: il fattore umano. La crescita economica riguarda anche i diritti umani, la tutela ambientale e, soprattutto, la capacità di affrontare le disuguaglianze che si presentano inevitabilmente con lo sviluppo. Non basta crescere: bisogna farlo in modo sostenibile, altrimenti rischiamo di replicare i problemi che già viviamo oggi, senza aver imparato nulla dal passato. Come riusciranno questi Paesi a gestire il loro nuovo ruolo? #Economia #Sostenibilità #Leadership
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La politica contemporanea affronta una serie di sfide complesse e interconnesse che richiedono risposte innovative e collaborative. Ecco alcune delle principali sfide future per la politica: Cambiamento climatico, disuguaglianze economiche, migrazioni e rifugiati, tecnologia e digitalizzazione, politiche sociali accanto ai cittadini, populismo e fiducia nelle istituzioni, sanità globale, conflitti internazionali e sicurezza, invecchiamento della popolazione, educazione e formazione continua, inclusione e diversità, innovazione e ricerca, partecipazione democratica, fare comunità, riforme istituzionali, cooperazione internazionale, resilienza e preparazione ai disastri, economia circolare, sicurezza alimentare, benessere mentale e sociale, Affrontare queste sfide richiede un approccio olistico e lungimirante, in cui la collaborazione tra tutti i settori della società è essenziale. La capacità di adattarsi e innovare sarà determinante per costruire un futuro sostenibile e prospero per tutti. #klaudiofindiku
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Le scelte politiche di cui non si valuta attentamente l'impatto sono particolarmente nocive per lo sviluppo di un paese. Questa che sembra una decisione necessaria nasconde un pericolo di rallentamento del paese. Sicuramente chi deciderà di ritardare la quiescenza saranno i ruoli apicali e decisionali e non sicuramente quelle figure essenziali di cui il paese ha bisogno: infermieri, medici di corsia e specialisti e altri ruoli di middle management e operativi. Sicuramente chi ha ruoli di potere e ben remunerati ma che appartengono a un mondo che non esiste più i cui meccanismi di management sono totalmente diversi in un mondo che cambia continuamente. È la manifestazione del mantenimento dello status-quo e di chi anche in crisi ha i suoi personali benefici. È fisiologico il tentativo di mantenere il potere e lo status quo nella PA. Non è veritiero che i giovani manager non ci siano e le cui competenze e approcci innovativi posso realmente contribuire a Innovare il paese e cambiare un sistema che è lapalissiano che non funzioni. Ieri ho tenuto una lezione per giovani (over 35 comunque) manager pubblici e privati all'università di Trento impegnati in un executive Master in Previsione Sociale - UNITN . Si parla e si affronta il/i #futuro/i (accelerati), con nuovi metodi per prendere decisioni di cui si valutano impatti e opportunità in modo trasparente e consapevole. Si parla di #lungimiranza che le United Nations che nel report UN.2.0 delineano che non stiamo andando molto bene nel raggiungere i SDG (social dev goals) utili al bene di questa umanità. Dominati da pensieri vecchi non stiamo migliorando né cambiando e indovinate di che cosa avremmo bisogno? Di loro abbiamo bisogno, di loro! #gerontocrazia #fugacervelli
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🔵🔺𝗥𝗶𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝗽𝗲𝗿𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝘂𝘀𝗰𝗶𝗿𝗲 𝗱𝗮𝗹𝗹'𝗶𝗻𝗲𝗿𝘇𝗶𝗮 🔵🔺 Le istituzioni mostrano una grande debolezza e, in molti casi, un’incapacità di operare cambiamenti in grado di garantire una transizione sostenibile e inclusiva. In questa fase di transizione è essenziale un "clima contributivo", dove tutti partecipano attivamente. La soluzione alle crisi richiede un'azione collettiva e collaborativa, non risposte individuali o tecnocratiche. Nonostante alcuni segnali positivi, prevalgono rassegnazione e insicurezza, che impediscono al Paese di affrontare le paure e le sfide attuali. La #fiducia è fondamentale per il cambiamento, poiché trasforma le relazioni e le istituzioni. La sua mancanza porta al fallimento delle politiche e alla crescita delle disuguaglianze. La speranza, sostenuta dall'azione concreta, è essenziale per superare l'inerzia e costruire un futuro migliore. Tratto dal Concept Note delle #gdb2024 📘 SCARICA IL CONCEPT NOTE: https://lnkd.in/d7evCdZZ ✏ ISCRIVITI: https://lnkd.in/dbb8Uhjc **** 🔻𝗟𝗘 𝗥𝗘𝗚𝗢𝗟𝗘 𝗗𝗘𝗟 𝗚𝗜𝗢𝗖𝗢. 𝗣𝗿𝗼𝗽𝗼𝘀𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝘁𝗿𝗮𝘀𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝘂𝗻𝗼 𝘀𝘃𝗶𝗹𝘂𝗽𝗽𝗼 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗴𝗿𝗮𝗹𝗲 🔷 24esima edizione 📅 Bertinoro (FC), 11-12 ottobre 2024 https://lnkd.in/d5aMGccn
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https://lnkd.in/dkKwt5GH Dal Sole24Ore La trappola dell’armonia nella gestione delle relazioni in Asia (e forse anche da noi) In Asia, l’armonia sociale spesso prevale sulle opinioni individuali, creando sfide nel processo decisionale aziendale. Ecco come provare a sbloccare il potenziale del capitale umano
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“Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto interno lordo. Il Pil comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana…” Era il marzo del 1968 quando Robert Kennedy fece il celebre discorso all’Università del Kansas sull'inadeguatezza del PIL come indicatore del benessere. Da allora si sono provati a introdurre altri indicatori, come il BES (benessere equo e sostenibile), ma il predominio del PIL rimane incontrastato. Eppure gli effetti collaterali dell'indicatore sono ormai noti e continuano ad aggravarsi. A rimarcarlo è ora uno studio dell'Onu. "Ci hanno raccontato che la crescita del prodotto interno lordo (PIL) fosse l’unico e solo obiettivo da perseguire. Che fosse l’unico e solo parametro in grado di misurare il benessere di una nazione. Il risultato? Ora viviamo in un mondo sull’orlo del collasso ambientale e sociale. Un’«economia del burnout» in cui, per la salute mentale di larghe fasce della popolazione, la disoccupazione diventa paradossalmente preferibile a un lavoro pressante, con scarso potere decisionale, instabile e pagato troppo poco. Sono le conclusioni a cui giunge il nuovo rapporto di Olivier De Schutter, relatore speciale sulla Povertà estrema e i diritti umani delle Nazioni Unite". https://lnkd.in/d6eKxDPX
L’Onu: «La nostra ossessione per la crescita ha creato un’economia del burnout»
https://valori.it
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Il mondo attuale è caratterizzato da una complessità crescente, che si traduce in difficoltà per ognuno di noi. Le esigenze fondamentali dell’essere umano – cibo, sicurezza, senso di appartenenza – sono messe a dura prova da sfide globali come l’inflazione, le guerre, il cambiamento climatico e i flussi migratori. In questo contesto, la ricerca di soluzioni semplici appare seducente. È naturale cercare risposte in un panorama tanto caotico, e spesso si ricorre a figure carismatiche che promettono di prendere in carico queste problematiche. Tuttavia, è fondamentale chiedersi se tali risposte siano davvero efficaci? Il tempo mi darà ragione che non si risolve niente semplificando eccessivamente questioni complesse? Riconoscere che i problemi richiedono soluzioni articolate è essenziale: non esistono panacee universali. È possibile promuovere iniziative locali, investire in educazione e costruire reti di supporto comunitario per affrontare queste sfide. Solo attraverso un approccio sistemico e collaborativo possiamo sperare di semplificare la nostra vita senza cadere nel tranello delle soluzioni facili e illusorie. La vera semplificazione passa attraverso la comprensione e la partecipazione attiva.
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