Siamo abituati a pensare al futuro in termini di numeri (PIL, crescita economica, demografia), ma spesso sottovalutiamo un aspetto fondamentale: il fattore umano. La crescita economica riguarda anche i diritti umani, la tutela ambientale e, soprattutto, la capacità di affrontare le disuguaglianze che si presentano inevitabilmente con lo sviluppo. Non basta crescere: bisogna farlo in modo sostenibile, altrimenti rischiamo di replicare i problemi che già viviamo oggi, senza aver imparato nulla dal passato. Come riusciranno questi Paesi a gestire il loro nuovo ruolo? #Economia #Sostenibilità #Leadership
Post di Stefano Moretti
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Le scelte politiche di cui non si valuta attentamente l'impatto sono particolarmente nocive per lo sviluppo di un paese. Questa che sembra una decisione necessaria nasconde un pericolo di rallentamento del paese. Sicuramente chi deciderà di ritardare la quiescenza saranno i ruoli apicali e decisionali e non sicuramente quelle figure essenziali di cui il paese ha bisogno: infermieri, medici di corsia e specialisti e altri ruoli di middle management e operativi. Sicuramente chi ha ruoli di potere e ben remunerati ma che appartengono a un mondo che non esiste più i cui meccanismi di management sono totalmente diversi in un mondo che cambia continuamente. È la manifestazione del mantenimento dello status-quo e di chi anche in crisi ha i suoi personali benefici. È fisiologico il tentativo di mantenere il potere e lo status quo nella PA. Non è veritiero che i giovani manager non ci siano e le cui competenze e approcci innovativi posso realmente contribuire a Innovare il paese e cambiare un sistema che è lapalissiano che non funzioni. Ieri ho tenuto una lezione per giovani (over 35 comunque) manager pubblici e privati all'università di Trento impegnati in un executive Master in Previsione Sociale - UNITN . Si parla e si affronta il/i #futuro/i (accelerati), con nuovi metodi per prendere decisioni di cui si valutano impatti e opportunità in modo trasparente e consapevole. Si parla di #lungimiranza che le United Nations che nel report UN.2.0 delineano che non stiamo andando molto bene nel raggiungere i SDG (social dev goals) utili al bene di questa umanità. Dominati da pensieri vecchi non stiamo migliorando né cambiando e indovinate di che cosa avremmo bisogno? Di loro abbiamo bisogno, di loro! #gerontocrazia #fugacervelli
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Nel panorama socioeconomico attuale, le disuguaglianze di genere rappresentano un 𝐨𝐬𝐭𝐚𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐬𝐢𝐠𝐧𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐫𝐞𝐬𝐜𝐢𝐭𝐚 𝐞𝐜𝐨𝐧𝐨𝐦𝐢𝐜𝐚. Numerosi studi dimostrano che una maggiore equità di genere può portare a benefici economici tangibili con un 𝐚𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐏𝐈𝐋 𝐟𝐢𝐧𝐨 𝐚𝐥 𝟕%. Questo significa che 𝐜𝐨𝐥𝐦𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐠𝐚𝐩 𝐝𝐢 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞 non vorrebbe dire solamente fare quello che è giusto in termini etici, ma anche favorire la crescita economica dei paesi. 𝐈𝐧𝐯𝐞𝐬𝐭𝐢𝐫𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥'𝐞𝐪𝐮𝐢𝐭à 𝐝𝐢 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞 𝐬𝐢𝐠𝐧𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚 𝐢𝐧𝐯𝐞𝐬𝐭𝐢𝐫𝐞 𝐧𝐞𝐥 𝐟𝐮𝐭𝐮𝐫𝐨 e noi siamo pronti ad accompagnarti in questa crescita.
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Viviamo in un’epoca di cambiamenti epocali: interdipendenza economica tra paesi, mancanza di una leadership globale, cambiamento climatico e relazioni economiche usate come armi non convenzionali. 🌊 Questi fattori contribuiscono a creare l’idea di #policrisi. ⏩️Il risultato è l’incapacità di guardare al futuro con la serenità che serve. Ma c’è ancora qualcosa che possiamo fare: 🇮🇹investire in politiche sociali e istruzione, per favorire l’occupazione giovanile 🇮🇹tutelare il lavoro delle donne per abbattere le disuguaglianze e crescere in maniera sostenibile 🛡️come assicurazione possiamo contribuire ad un nuovo equilibrio economico, progettando soluzioni previdenziali affidabili e tutelando i risparmi delle persone Questi sono alcuni dei temi emersi nei panel di Stefano Schiavo e Veronica De Romanis al nostro evento “Navigando la tempesta”. 📍 #Fondopensione #Plurifonds #Formula10
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L'indice di sviluppo umano? mai così alto! Nonostante le sfide poste dalla pandemia di Covid-19, ci sono prove che suggeriscono che le disuguaglianze globali si stanno riducendo. Secondo un recente rapporto delle Nazioni Unite, il divario nello sviluppo umano tra i paesi più ricchi e quelli più poveri si è ridotto negli ultimi due decenni, anche se il ritmo di convergenza è rallentato a causa dell'impatto della pandemia. Questo trend positivo è stato guidato da una crescita più rapida del reddito pro capite nei paesi in via di sviluppo, in particolare nell'Asia orientale e nel Pacifico, dove il reddito nazionale lordo pro capite è aumentato del 15% negli ultimi quattro anni. https://lnkd.in/d2kMPdyY
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#LaMissionePossibile #13settembre Da quando è iniziata la globalizzazione l’Italia è il paese che è cresciuto di meno in Europa, nel mondo occidentale e - praticamente - sul Pianeta Terra. In Italia non abbiamo una “destra” e una “sinistra”, ma due schieramenti che pensano (o sono culturalmente dominati da chi pensa) che il motivo di questo poco invidiabile primato sia l’apertura e l’integrazione dei mercati (la “destra”) o il fatto che lo Stato non interviene e non spende più abbastanza (la “sinistra”). Entrambe queste visioni culturali e politiche non trovano fondamento né nei dati, né nella logica economica, e il libro ne discute molto e in dettaglio. Manca in Italia un partito che riconosca che il motivo per cui l’Italia non cresce più è semplice: dagli Anni 70 la produttività ha smesso di crescere: con questo termine si indica “quanto bene funziona il Paese”, in termini di funzionamento dei mercati, dell’efficienza delle funzioni pubbliche, di qualità del sistema formativo, di caratteristiche del sistema produttivo, ecc. La ragione è ancor più semplice: finito il ciclo del “miracolo italiano” alla fine degli Anni 60, l’Italia non ha saputo adattarsi ai cambiamenti globali: quello “piccolo” degli Anni 70 e poi, soprattutto, quello “grande” della globalizzazione negli Anni 90. Un cambiamento paragonabile a quello della Rivoluzione Industriale un paio di secoli fa. Chi fa la giusta diagnosi, allora, ha anche la giusta terapia: una visione di società basata su economia di mercato e democrazia politica, su meritocrazia e pari opportunità, su un preciso - e limitato - ruolo del settore pubblico, sulla creazione di opportunità come misura del progresso sociale, sulla missione del settore pubblico di rimuovere gli ostacoli che impediscono alla persona di cercare la propria felicità (anziché chiedere che gliela dia lo Stato), sulla concorrenza come mezzo più sicuro per garantire uguaglianza di possibilità e allargamento dei diritti. Si tratta di una visione che viene rifiutata con sdegno da entrambi gli schieramenti politici italiani. E su cui invece è possibile (e alcuni di noi pensano necessario) costruire un’offerta politica coerente, che sappia immaginare le relative politiche che servono per darle corpo e che abbia il coraggio di presentarsi agli italiani con quelle e non con la solita gara a chi la spara più grossa. Di tutto questo, e di altro, si occupa il mio libro - “La Missione Possibile” (edito da Rubbettino) - che esce nelle librerie questo venerdi. Per tutto l’autunno gireremo l’Italia per fare presentazioni - a breve il primo calendario - e discuterne serenamente con politici, giornalisti, osservatori, imprenditori, lavoratori. Grazie intanto ai gia tantissimi che lo stanno ordinando e che mi scrivono per organizzare presentazioni pubbliche.
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Mentre il dibattito sull'IA si concentra spesso sui rischi, Dario Amodei di Anthropic prova ad esplorare il lato positivo dell’IA. Un mondo trasformato dall’IA in cui le nostre più grandi sfide – dalla salute alla povertà – possono essere affrontate in modi innovativi. Amodei delinea cinque aree chiave di impatto positivo: miglioramento della salute fisica e mentale, sviluppo economico, promozione della democrazia e ridefinizione del significato del lavoro. La sua visione, per quanto ambiziosa, evidenzia come l’IA possa essere un motore per il progresso globale, ma solo se sviluppata in modo etico e inclusivo. Mi piace il suo assunto di fondo: l'AI non è buona e non è cattiva, ma può diventarlo, in entrambe le direzioni. Spetta a noi plasmare il futuro dell’IA affinché serva l’intera umanità. https://lnkd.in/dQPibpAd
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Siamo pieni di sfide legate alle transizioni che stiamo vivendo e possiamo metterci assieme per costruire una nuova visione e azioni concrete di cambiamento. L'economia sociale è un'opportunità per ripensare il nostro modello di sviluppo. Non sprechiamola! Social Seed
Economia sociale, un orizzonte di cambiamento - Vita.it
https://www.vita.it
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Il 27 giugno è la Giornata delle Micro, Piccole e Medie Imprese – una giornata riconosciuta dalle Nazioni Unite per aumentare la consapevolezza di quanto gli imprenditori delle #PMI contribuiscano positivamente allo #sviluppo sostenibile e all’#economia globale. Il segretario generale dell’Onu António Guterres anche quest’anno ha lanciato un messaggio: “Le micro, piccole e medie imprese sono fondamentali per le economie di tutto il mondo. Oggi riconosciamo il loro contributo vitale alla creazione di posti di lavoro, alla crescita economica e all’emancipazione di donne, giovani e comunità emarginate. Il tema di quest’anno si concentra sul ruolo di queste imprese nell’eliminazione della povertà e nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile”. #NoiCiSiamo #NoiConfartigianato
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L’Ingiustizia dei Super-Ricchi Un’analisi approfondita del recente rapporto di UBS rivela un quadro inquietante: la ricchezza globale, cresciuta del 4,2% nel 2023, è sempre più concentrata nelle mani di pochi. Sorprendentemente, solo 14 individui detengono ben 2.000 miliardi di dollari, una cifra sbalorditiva che sottolinea l’aumento della disuguaglianza economica. Questo ristretto gruppo di super-ricchi possiede una fetta di ricchezza paragonabile all’intero PIL di paesi sviluppati. La Situazione in Italia In Italia, l’indice di Gini, che misura la disuguaglianza, ha visto un aumento preoccupante da 50 a 57. Questo incremento riflette una distribuzione della ricchezza sempre più sbilanciata, con le fasce più ricche della popolazione che accumulano risorse a discapito della classe media e dei più poveri. L’Italia si trova ora ad affrontare una sfida critica: come redistribuire equamente la ricchezza per garantire una società più giusta e inclusiva. La Concentrazione della Ricchezza Globale Il rapporto evidenzia che metà della ricchezza mondiale è detenuta da appena 58 milioni di persone, meno dell’1% della popolazione mondiale. Questa concentrazione estreme pone seri interrogativi su equità e sostenibilità. Mentre alcuni accumulano fortune immense, miliardi di persone lottano per sopravvivere con salari minimi e accesso limitato a servizi essenziali. Le Cause e le Conseguenze Diverse sono le cause di questa crescente disuguaglianza: politiche fiscali favorevoli ai ricchi, globalizzazione, progresso tecnologico che avvantaggia pochi e stagnazione dei salari per la maggioranza. Le conseguenze sono evidenti: aumento della povertà, tensioni sociali e instabilità economica. La disparità di ricchezza non è solo un problema economico, ma anche morale, che richiede un’azione urgente e concertata a livello globale. Conclusione La crescente disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza è una delle sfide più urgenti del nostro tempo. Affrontarla richiede un cambiamento radicale nelle politiche economiche e sociali, volto a garantire una distribuzione più equa delle risorse e a promuovere una maggiore giustizia sociale. Solo così si potrà costruire un futuro sostenibile e inclusivo per tutti. Per approfondire, leggi l’articolo completo su Sky TG24.
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Una serie di dati mostrano chiaramente un trend di impoverimento, riduzione delle possibilità di spesa, aumento della povertà e un divario crescente tra ricchi e poveri in Italia negli ultimi anni Impoverimento e Riduzione delle Possibilità di Spesa: Calo della Spesa in R&S: Nel 2020, le imprese hanno ridotto la spesa in ricerca e sviluppo (R&S) del 6,8% rispetto al 2019, con un calo significativo nelle piccole e medie imprese (PMI) e nelle università (1). Crollo della Capacità di Spesa delle Famiglie: Nel 2022, si è registrato un notevole peggioramento nella capacità di spesa delle famiglie italiane nei diversi ambiti analizzati, con l’indice di capacità di spesa più basso mai registrato dal 2018(2). Diminuzione del Potere d’Acquisto: A causa dell’inflazione, nel 2023, c’è stata una diminuzione del potere d’acquisto reale delle famiglie, nonostante un aumento nominale della spesa(3). Povertà: Stabilità della Povertà Assoluta: Nonostante gli sforzi di redistribuzione economica, la povertà assoluta è rimasta stabile nel 2021, con più di 1,9 milioni di famiglie e circa 5,6 milioni di individui in condizioni di povertà(4). Aumento della Disuguaglianza Economica: Tra il 2021 e il 2023, il rapporto tra le famiglie più abbienti e quelle meno fortunate è salito a 5,1, indicando un aumento della disuguaglianza economica(5). Divario Ricchi-Poveri: Crescita del Divario di Ricchezza: Tra il 2021 e il 2022, la quota di ricchezza detenuta dal 20% più povero è quasi dimezzata, mentre l’1% più ricco detiene una ricchezza oltre 84 volte superiore(6). Polarizzazione della Società: Il 20% della popolazione con i redditi più alti ha entrate superiori a sei volte quelle del quintile più in difficoltà, con un gap ancora più profondo al Sud(7). La situazione richiederebbe attenzione e interventi mirati per contrastare queste tendenze negative e supportare le famiglie e gli individui più colpiti . “Povertà in Italia 2023: analisi Istat” - Adnkronos Demografica “Report Povertà 2021” - Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) “Disuguaglianza in Italia: crescono lavoro povero e divari di ricchezza” - Greenreport.it “Divario tra ricchi e poveri in Italia” - NonSoloPensioni.it “Divario ricchi-poveri sale in Italia oltre le 6 volte” - ANSA 2030 “Report Ricerca e sviluppo 2020-2022” - Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) “Cinque grafici sulla spesa in ricerca e sviluppo in Italia” - La Voce.info
Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile
greenreport.it
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