Il calo del numero di giovani che scelgono di prendere la patente e acquistare un'auto, come emerge da questo di Sky TG24, è un fenomeno che merita una riflessione profonda. Le motivazioni sono molteplici e vanno dalle difficoltà economiche, alla crescente sensibilità verso l'ambiente, fino all'evoluzione delle abitudini di mobilità, che vede sempre più giovani preferire soluzioni di car sharing o trasporto pubblico. A livello assicurativo le polizze auto, soprattutto per i neopatentati, possono risultare costose e rappresentare un ostacolo ulteriore all'accesso alla mobilità indipendente. È nostro compito cercare di venire incontro alle esigenze di questi giovani, trovando soluzioni più flessibili e accessibili.
Post di Enrique Flores-Calderon
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Dal 2012 al 2022 si è registrato un calo del 33% di auto intestate a under 25 che, complessivamente, non arrivano a 600mila, in controtendenza rispetto alla crescita del parco circolante auto pari all’8%. La ragione di questo crollo non sta solo nel minor interesse dei giovani verso le automobili. Se è vero che le patenti si prendono sempre più tardi, è altrettanto vero che i costi assicurativi sempre più elevati sono un buon motivo per rimandare l’acquisto, soprattutto in periodi di grandi incertezze economiche come gli ultimi anni. https://lnkd.in/dHZMAbM3 #rca #auto #under25 #segugio #intermediachannel
Sono sempre meno le auto intestate agli under 25: incide il caro Rc Auto
https://www.intermediachannel.it
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A sentire politici e media la colpa del crollo dell'automotive sarebbe causato dall'auto elettrica. In una società con redditi decrescenti ed un mercato saturo (in italia le auto sono 6-7 ogni 10 abitanti) a nessuno sfiora l'idea che l'auto soprattutto per chi vive in grandi città rappresenti solo un costo ed un ingombro? tanto più ai giovani che non si preoccupano più di andare da un quartiere all'altro ma da una capitale europea all'altra.
Auto, fuga dei giovani, le vetture intestate agli under 25 sono calate del 33% in dieci anni
corriere.it
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Nelle auto, seppur lentamente ci si sposta verso propulsioni a sempre minore impatto. In ogni caso il quadro non è roseo sul fronte emissivo: il totale di 40,2 milioni di auto che circolano in Italia, 10 milioni hanno più di venti anni di età. Di queste, 5,9 milioni hanno un'età compresa tra 20 e 29 anni
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Crollano le vendite, gli Under25 non si intestano più automobili. Perché? A mio avviso il settore automotive sta trascurando un dettaglio importante. Ieri si acquistava una A1, un Mini Cooper, un Serie1 per comunicare ai propri coetanei uno status sociale :"Ti pare che vado a prendere la ragazzetta con la Micra scassata di nonna, piuttosto mi indebito" Il fatto è che oggi questa cosa è sempre meno vera. I giovani non si indebitano, piuttosto si presentano con il monopattino Lime (e poi come va va). Di fronte a questa nuova tendenza i produttori dovrebbero reagire spontaneamente, prima di essere costretti a farlo. Come? Ripensando il modello di business, da vendita di prodotti a fornitura di servizi a valore aggiunto. Torniamo quindi al ragionamento iniziale. Gli under25 non vogliono comprare auto? Smettiamo di provare a vendergliele, ed implementiamo strategie alternative incentrate su servizi che rispondano ad esigenze attuali. A mio avviso in un domani non troppo lontano continueranno ad esistere solo quei player che non prevedono la vendita dei mezzi che producono, ma che li offrono sotto forma di servizio. ... Ora devo solo ricordarmi di rileggere questo post tra 5 anni
Auto, vetture intestate agli under 25 in calo del 33%: ecco le cause
tg24.sky.it
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Nel periodo 2012-2022 si è registrato un crollo del numero di automobili intestate ai giovani. In Italia sono scese sotto le 600mila, in controtendenza rispetto alla crescita del parco circolante auto nello stesso periodo. Tra i motivi si segnalano i costi elevati dell’assicurazione RC ma anche un minore interesse nei confronti di questo mezzo da parte delle nuove generazioni. Anche la patente viene presa sempre più tardi.
Auto, vetture intestate agli under 25 in calo del 33%: ecco le cause
tg24.sky.it
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Inizio citando una delle tante affermazioni fatte da #matteosalvini all'inaugurazione dell'#eicma di #Milano il mese scorso. "I #monopattini non saranno più un problema" "Io di elettrico ho solo il phon e il microonde" Egregio ministro, ognuno di noi ha una propria idea che può essere condivisa o meno ma all'interno di uno stato libero e democratico bisogna ascoltare e rendere partecipe anche i pensieri altrui e basare il proprio operato con metodo oggettivo. Da pochi giorni è uscito in gazzetta ufficiale il nuovo codice della strada e novità per quanto concerne la micromobilitá. Dal punto di vista assicurativo sono molto d'accordo, un assicurazione costa pochi euro al mese e tutela #TUTTI, ma che sia obbligatoria solo ai monopattini è sbagliato. Secondo un mio modesto parere, le biciclette sono state rese "pirati della strada" e i monopattini tutelati in caso di incidenti. E' stato risolto un problema? #NO.. chi sarà investito o provoca danni con una #bicicletta può anche non pagare. Svista o interesse politico? A voi la risposta. La targa: non vedo l'utilità perché la polizia potrebbe comunque fermarti in assenza e chiedere i documenti del conducente. La #micromobilità e la micromobilità integrata sono le attuali risposte concrete per risolvere i problemi di particolato atmosferico nelle nostre città. In questo modo la salute fisica e psicofisica dei cittadini viene tutelata maggiormente! link: https://lnkd.in/dJbzNj2E
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Quello che preoccupa sono le considerazioni da fare su questi dati: aumento dei listini delle auto nuove molto consistente, potere di acquisto dell’acquirente italiano sempre più basso e tasso di radiazione delle autovetture troppo basso… Su quale leva si può intervenire?
In Italia un’età media delle auto che fa preoccupare. I dati forniti dall'UNRAE ci offrono uno scenario sconcertante perché, nonostante tutto, il parco circolante italiano è uno dei più anziani d'Europa.
In Italia un’età media delle auto che fa preoccupare
https://www.virgilio.it/motori
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Negli ultimi anni, il settore automobilistico europeo ha subito trasformazioni profonde, rese ancora più evidenti dalla pandemia e dagli sviluppi geopolitici recenti. Problemi come l'interruzione delle catene di approvvigionamento, l'aumento dei costi delle materie prime e le crescenti richieste in tema di sostenibilità stanno riscrivendo le regole del gioco. ⚙️📈 La transizione verso un'industria automotive più verde è inevitabile, ma le sfide che comporta sono complesse e non vanno sottovalutate. Le case automobilistiche si trovano a dover innovare rapidamente, affrontando normative sempre più stringenti, mentre i consumatori richiedono veicoli più efficienti, convenienti e sostenibili. Tuttavia, questo equilibrio è difficile da mantenere, specialmente in un contesto in cui le catene di fornitura sono fragili e instabili. Ma il futuro della mobilità non riguarda solo i veicoli: è l'infrastruttura a sostenerli a fare la differenza. 🌿🔌 L'investimento nelle reti di ricarica per veicoli elettrici, così come la promozione di soluzioni di mobilità alternativa, è fondamentale per facilitare questa transizione verso un sistema più sostenibile. Per affrontare queste sfide, è essenziale che tutti gli stakeholder del settore, dalle aziende ai governi, uniscano le forze. Solo attraverso un approccio integrato e innovativo possiamo costruire un futuro della mobilità che sia sostenibile, resiliente e inclusivo per tutti. #Automotive #MobilitàSostenibile #TransizioneVerde #478Rent #Innovazione #SupplyChain #Sostenibilità #InfrastruttureElettriche #Europa
#LaTempestaPerfettaDellAutomotive Mentre si parla di BEV o ICE, di 2035 o di prolungare, di H2 o di motore a 6 tempi…stiamo assistendo inermi al collasso del mondo Automotive come lo conosciamo. Si parla di sostenere la domanda, ebbene: - Nelle grandi città il car sharing funziona e in Italia conta circa 2 milioni di utenti. - I neopatentati sono in calo (circa 100.000 in meno di 10 anni fa) e soprattutto è aumentata l’età media dei neo patentati a oltre 21 anni e mezzo. - Le aziende, dopo il covid, hanno mediamente aumentato di 12 mesi la durata dei contratti per le auto aziendali - Troppi modelli e troppo personalizzabili col risultato che anche quando si decide di comprare un auto si può attendere anche oltre 6 mesi - Guida autonoma: es: se fossero tutti autonomi i taxi, chi li acquisterebbe? - Guida autonoma 2: l’auto appassiona ed è nell’immaginario collettivo di farti sentire pilota anche al semaforo nel casa lavoro. - Il 90% del tempo, l’auto è ferma. E costa comunque - Le auto godono di sempre meno appeal, almeno quelle che non fanno Status - Chi ha un’auto di proprietà se la tiene e compra solo se costretto - L’unica spinta della domanda potrebbe arrivare dall’aumento demografico. Certamente non autoctono. Tutto questo in un quadro: - dal punto di vista normativo che non esalta la stabilità e quindi gli investimenti a lungo termine. - L’Antitrust osteggia grandi fusioni europee limitando le aggregazioni e rendendo meno competitive le aziende europee rispetto al mercato globale - Ritardo accumulato eccessivo sulla produzione made in EU di semiconduttori - le aziende dell’indotto spesso fanno da banca con termini di pagamento che superano i 6 mesi - Social che alimentano la polarizzazione delle opinioni (Ad esempio tra esaltati di auto ICE o BEV) Per non parlare dei costi delle auto: 30 anni fa una Panda costava circa 5 stipendi medi dell’epoca, oggi ne servono 8. Tutto questo senza sfiorare situazioni geopolitche, concorrenza (sleale o no) a livello globale, materie prime e/o protocolli climatici. Non esistono ricette magiche e la coperta (laddove esista ancora) è corta come la foglia di fico. Le vie passano da un enorme assistenzialismo statale, allo sbarco di prodotti extra UE fino a un graduale appiattimento della domanda e offerta su valori lontani da quelli che abbiamo imparato a conoscere. L’unica fetta importante a espandersi potrebbe essere la mobilità pubblica urbana o di trasporto collettivo in generale.
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Tutti i numeri delle #immatricolazioni auto e #Lcv in Italia, aggiornati e commentati. ❗ Con un paradosso Cosa dice Dataforce GmbH? “Un’evidenza che continua a farmi riflettere – commenta Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce Italia – è il valore di CO2 medio del venduto. Ci hanno detto che il diesel è cattivo e che il benzina più o meno ibridizzato, anzi, le plug-in e soprattutto le elettriche avrebbero ridotto questa cattivissima CO2. A parte PHEV e BEV che non si vendono e le full hybrid che stanno quasi al 15% del mercato, il diesel sì è stato abbandonato, non per scelta dei consumatori, perché se ci fossero ancora modelli di fascia bassa a listino andrebbero via come il pane. 👉 https://lnkd.in/eKXxMdDc #Missionline #MissionFleet
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Meno interesse per auto e moto, i giovani si spostano con mezzi pubblici e usano app per una mobilità condivisa..questo ci porta a pensare ad un mercato sempre più concentrato sui boomers, con l’auto elettrica come opzione (forse) anche se non se ne vede ancora un chiaro beneficio in termini di sostenibilità ambientale. Il settore è in crisi, anche di identità e solo il lusso / supercars non sembra rallentare anche se ormai anche questa nicchia è più una forma di investimento che non un mezzo di spostamento..
I giovani non si intestano più auto, enorme calo per gli under 25: le ragioni
https://www.virgilio.it/motori
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