📰 𝐍̲𝐨̲𝐭̲𝐢̲𝐳̲𝐢̲𝐚̲𝐫̲𝐢̲𝐨̲ ̲𝐒̲𝐚̲𝐥̲𝐮̲𝐭̲𝐞̲ ̲-̲ ̲𝐀̲𝐠̲𝐠̲𝐢̲𝐨̲𝐫̲𝐧̲𝐚̲𝐦̲𝐞̲𝐧̲𝐭̲𝐢̲ ̲𝐝̲𝐚̲𝐥̲ ̲𝐌̲𝐨̲𝐧̲𝐝̲𝐨̲ ̲𝐝̲𝐞̲𝐥̲𝐥̲𝐚̲ ̲𝐌̲𝐞̲𝐝̲𝐢̲𝐜̲𝐢̲𝐧̲𝐚̲ 🌐 L’incidenza oggi, a livello mondiale, delle epilessie dopo i 75 anni di età è stimata a 180 nuovi casi l’anno per 100.000 persone. Questo la rende il disturbo neurologico più frequente nelle persone anziane dopo le malattie cerebrovascolari e le demenze. La Lega Italiana Contro l’Epilessia propone 7 raccomandazioni per agire in sicurezza e tempestivamente. Per saperne un po’ di più e scoprire cosa fare o non fare di fronte ad una crisi, vi segnaliamo questo articolo 👇 #salute #benessere #prevenzione #rischio #protezione #sicurezza #assistenzadomiciliare #adi #senior #meteo #clima #epilessia
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Altri post rilevanti
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[I Disturbi dell’Alimentazione delle Generazioni Z e alpha: ricerca e clinica a confronto]. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, in particolare, l’Anoressia Nervosa e la Bulimia Nervosa rappresentano una delle più frequenti cause di disabilità e la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali per gli adolescenti occidentali. L’Anoressia Nervosa, in particolare, ha il più alto tasso di mortalità tra tutte le malattie psichiatriche. La prevenzione e il trattamento di questo grave problema di salute pubblica, in costante crescita in tutti i Paesi, sono un’indiscussa priorità per la sanità mondiale. https://lnkd.in/dpjVXSE5
I Disturbi dell’Alimentazione delle Generazioni Z e alpha: ricerca e clinica a confronto.
https://www.milanopiusociale.it
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[I Disturbi dell’Alimentazione delle Generazioni Z e alpha: ricerca e clinica a confronto]. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, in particolare, l’Anoressia Nervosa e la Bulimia Nervosa rappresentano una delle più frequenti cause di disabilità e la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali per gli adolescenti occidentali. L’Anoressia Nervosa, in particolare, ha il più alto tasso di mortalità tra tutte le malattie psichiatriche. La prevenzione e il trattamento di questo grave problema di salute pubblica, in costante crescita in tutti i Paesi, sono un’indiscussa priorità per la sanità mondiale. https://lnkd.in/dknNsFxS
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La 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗻𝗮𝘁𝗮 𝗜𝗻𝘁𝗲𝗿𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗘𝗽𝗶𝗹𝗲𝘀𝘀𝗶𝗮 è un’iniziativa che ogni anno ricorre il secondo lunedì di febbraio ed è promossa dall’INTERNATIONAL BUREAU FOR EPILEPSY e della International League Against Epilepsy. L’#epilessia è tra i #disturbi #neurologici più diffusi ed è riconosciuta dalla World Health Organization come malattia sociale per oltre 50 milioni di persone nel mondo. In Europa, si stimano circa 6 milioni casi, di cui in Italia 500 mila. Si manifesta con #scariche #elettriche incontrollate e, a seconda della zona colpita e dell'estensione, la #crisi comporta temporanee #alterazioni di coscienza, umore e movimenti. Molti pazienti non ricevono le cure necessarie per controllare le crisi epilettiche e la disparità terapeutica supera il 75% nella maggior parte dei Paesi a basso reddito e il 50% nella maggior parte di quelli a medio reddito. Questo divario deriva da una combinazione di mancata distribuzione delle risorse, bassa priorità accordata alla cura dell’epilessia e individui che non cercano #diagnosi o #cure a causa della mancanza di #consapevolezza e #stigmatizzazione. Eppure, è una patologia altamente curabile: oltre il 70% riesce a controllare le sue crisi e vive una vita normale. Talvolta, le persone con epilessia sono discriminate. Per questo è importante #sensibilizzare sui problemi affrontati dalle persone che soffrono di tale disturbo, dalle loro famiglie e da chi si prende cura di loro. #menthalia #InternationalEpilepsyDay #epilepsystigma
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Diffondo davvero volentieri questo post di Alberto: può aiutare a ricordarci di prenderci cura di noi stessi, non solo per lavorare meglio ma anche (e soprattutto) per mantenerci integri e saldi come individui, nel pieno delle facoltà che ci permettono di vivere al meglio delle nostre possibilità
Senior Digital Strategist & Founder at Axura | Aiutiamo le aziende a dialogare meglio con il mercato attraverso il marketing gentile
Avviso: questo è un post di servizio pubblico, a vantaggio nostro, delle persone a cui teniamo e, in generale, della collettività. Parliamo di prevenzione: cosa possiamo fare oggi per avere più chance di stare meglio domani? l'Istituto Superiore di Sanità ci racconta di un Italia in cui nel 2022 circa 2,2 milioni di persone erano affette da una qualche forma di demenza o disturbo cognitivo lieve. Sempre nel 2022 uno studio autorevole ha previsto che da qui al 2050 questo numero crescerà considerevolmente, con tutti i costi umani e sociali conseguenti. Possiamo farci qualcosa? Una commissione di The Lancet, una delle più prestigiose riviste scientifiche, ha pubblicato un elenco di 14 fattori di rischio che, se debitamente considerati e gestiti, possono influenzare fino al 45% dei casi attesi, prevenendo o ritardando l'insorgere delle demenze, tra cui la malattia di Alzheimer. Tra questi fattori di rischio ce ne sono molti poco noti per la maggior parte delle persone, dalla riduzione dell'udito non gestita in età adulta a quella della vista per le persone più anziane, dall'isolamento sociale alla qualità dell'aria respirata: ognuno di questi fattori può incidere sull'insorgere o meno di demenze e sui tempi della loro progressione. L'aggiornamento del 2024 dell'elenco dei fattori di rischio, a fronte di nuove evidenze scientifiche, introduce gli alti livelli di colesterolo LDL (che incidono al 7%, al pari della perdita di udito non trattata) e la riduzione della vista in età senile. Senza panico e/o allarmismi, se vi va, guardate questo elenco e prendeteci confidenza, magari condividendolo anche con altre persone, per avviare conversazioni utili, capaci di cambiare la traiettoria di vita - spero - di molte persone. Informarsi è il primo passo: a voi i prossimi ❤️ #prevenzione #divulgazionescientifica #demenze #alzheimer
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Prevalentemente colpisce le donne a partire dai 65 in su. Intervenendo su 14 fattori di rischio modificabili individuati, dal colesterolo al fumo all’obesità, facendo attività fisica costante e continuando a studiare e mantenere attive le facoltà cognitive si potrebbero prevenire o ritardare quasi la metà dei casi di demenza. Un fattore di rischio anche la perdita dell’udito. Secondo la ricerca gli uomini vengono colpiti in misura minore rispetto alle donne (continua) #alzheimer #saslute #donne
Allarme Alzheimer:in Italia circa due milioni di persone ne soffrono
encanta.it
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Avviso: questo è un post di servizio pubblico, a vantaggio nostro, delle persone a cui teniamo e, in generale, della collettività. Parliamo di prevenzione: cosa possiamo fare oggi per avere più chance di stare meglio domani? l'Istituto Superiore di Sanità ci racconta di un Italia in cui nel 2022 circa 2,2 milioni di persone erano affette da una qualche forma di demenza o disturbo cognitivo lieve. Sempre nel 2022 uno studio autorevole ha previsto che da qui al 2050 questo numero crescerà considerevolmente, con tutti i costi umani e sociali conseguenti. Possiamo farci qualcosa? Una commissione di The Lancet, una delle più prestigiose riviste scientifiche, ha pubblicato un elenco di 14 fattori di rischio che, se debitamente considerati e gestiti, possono influenzare fino al 45% dei casi attesi, prevenendo o ritardando l'insorgere delle demenze, tra cui la malattia di Alzheimer. Tra questi fattori di rischio ce ne sono molti poco noti per la maggior parte delle persone, dalla riduzione dell'udito non gestita in età adulta a quella della vista per le persone più anziane, dall'isolamento sociale alla qualità dell'aria respirata: ognuno di questi fattori può incidere sull'insorgere o meno di demenze e sui tempi della loro progressione. L'aggiornamento del 2024 dell'elenco dei fattori di rischio, a fronte di nuove evidenze scientifiche, introduce gli alti livelli di colesterolo LDL (che incidono al 7%, al pari della perdita di udito non trattata) e la riduzione della vista in età senile. Senza panico e/o allarmismi, se vi va, guardate questo elenco e prendeteci confidenza, magari condividendolo anche con altre persone, per avviare conversazioni utili, capaci di cambiare la traiettoria di vita - spero - di molte persone. Informarsi è il primo passo: a voi i prossimi ❤️ #prevenzione #divulgazionescientifica #demenze #alzheimer
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🔻Il dolore «cronico» affligge in Italia oltre 10 milioni di adulti, soprattutto donne. È la stima – la prima validata a livello nazionale – dell’Istituto Superiore di Sanità pubblicata nel Rapporto Istisan «Dolore cronico in Italia e suoi correlati psicosociali dall’Indagine europea sulla salute (European Health Interview Survey) 2019» che ha coinvolto oltre 44 mila persone. 👉Dalla stima emerge che il dolore cronico (persistente da almeno 3 mesi precedenti l’intervista) colpisce circa 4 milioni di uomini e quasi 6 milioni e mezzo di donne ed è presente nell’8% della popolazione di 18-44 anni, con un aumento al 21,3% tra i 45-54enni, al 35% tra i 65-74enni, fino al 50% negli ultra-85enni. Il divario nelle stime di prevalenza tra maschi e femmine inizia già a 35 anni e cresce man mano a sfavore delle persone di sesso femminile con tassi superiori di oltre 15 punti tra gli anziani (65 anni e più). Nel complesso, il 60% degli adulti con dolore cronico in Italia è di sesso femminile. Per continuare la lettura dell'articolo, clicca sul link 👇 #salute #sanità #health
Oltre 10 milioni di persone soffrono di dolore cronico in Italia e in prevalenza sono donne - Pharmaretail
https://www.pharmaretail.it
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Sedentarietà, sovrappeso, obesità e assunzione di alcolici e droghe sono alcuni fattori di rischio che influenzano la capacità riproduttiva dell’uomo. Oltre a queste, le cause principali dell’infertilità si dividono in: -pre-testicolari (malattie dell’ipotalamo, dell’ipofisi o altre malattie endocrine) -testicolari (alterazioni della produzione degli spermatozoi). -post-testicolari (alterazioni delle vie seminali e disfunzioni sessuali). Conoscere il problema è il primo passo verso la soluzione!
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Conoscere la depressione perinatale è importante anche se non si è al centro della storia, anche se chi legge è un uomo, anche per chi non ha figli. 💡Essere informati può aiutarci a non trascurare i segnali se temiamo che una persona a noi vicina la stia sviluppando. E può fare la differenza. Ne ho scritto per WonderWhy di Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro ETS in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale Materna (primo mercoledì di maggio di ogni anno). I punti, in breve: 🤰🏻Identikit della malattia 🔬Alla radice del problema 🧍♀️Chi è (più) a rischio 🌍Quante donne riguarda 👩🏼⚕️Com’è possibile affrontarla 📱Come il digitale può aiutare
Depressione perinatale: guardare oltre l’ostacolo - Wonderwhy
https://wonderwhy.it
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L’incontinenza urinaria (IU), definita come qualsiasi perdita involontaria di urina, è una condizione molto diffusa nel mondo occidentale, interessando il 20-30% delle donne in età fertile. Per di più l’IU, che non risparmia il sesso maschile, è in aumento a causa dell’invecchiamento della popolazione. Nonostante ciò, l’IU resta ancora un tabù sociale, un problema socio-sanitario sommerso e misconosciuto. Per il malato è spesso un segreto da non svelare a nessuno, o una normale conseguenza dovuta all’avanzare dell’età; per i professionisti sanitari un disturbo di scarso interesse. Eppure l’IU ha un forte impatto negativo sulla vita quotidiana del soggetto che ne soffre, con implicazioni psicologiche e sociali anche superiori a quelle di altre patologie. Disagio, imbarazzo, vergogna sono all’ordine del giorno. La paura di apparire sporco o di emanare cattivi odori mina gravemente la sua autostima e può indurlo a modificare le relazioni interpersonali, a rinunciare al piacere sessuale, all’attività sportiva, fino a condurlo all’isolamento sociale. Inoltre, l’IU rappresenta uno dei problemi di salute più onerosi per i sistemi sanitari: tra i costi degli ausili, cateteri, medicazioni, del personale addetto a dispensare tali dispositivi, gli esborsi a carico delle famiglie, la spesa complessiva ammonta a 2,5 miliardi di euro annui. La giornata nazionale intende informare i cittadini sul fatto che oggi l’IU può essere curata con un approccio multispecialistico e centrato sul paziente. La riabilitazione del pavimento pelvico rappresenta la prima linea di trattamento e in molti casi consente alla persona di risolvere il disturbo, o quantomeno di ottimizzarne la gestione, contribuendo a contenere la spesa pubblica. Contributo del Consiglio Direttivo dell’Ordine dei Fisioterapisti dell'Umbria 📚 Bibliografia e sitografia: - ics.org - wfipp.org - fincopp.org - https://lnkd.in/dmg284AV - faisitalia.it - Fincopp. 2° Libro Bianco sull’incontinenza. L’inferno dell’incontinenza. Giugno 2019 - La Fisioterapia rimette in moto la Vita: nell'incontinenza e nelle disfunzioni pelvi-perineali.2021 - https://lnkd.in/d47yxTqw - AIFI. Perdite? No, grazie! L’incontinenza si può risolvere. #FNOFI #ofi_umbria #fisioterapia #fisioterapisti #fisioterapiaitalia #ordinefisioterapisti
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