Dicevo in un post precedente (Le tecnologie didattiche non si comprano, si studiano e si fanno) che anche quest’anno non sento il bisogno di andare a Didacta. Ci aiuta ad approfondire la questione la casuale concomitanza con il laboratorio che faremo oggi pomeriggio, intorno alla missione impossibile di misurare il perimetro di Procida (altro post linkato nel blog).
Come si evince da quella breve descrizione, i partecipanti dovranno recare strumenti convenzionali: carta, matite, compasso e poco altro. Il laboratorio mira a toccare con mano, è il caso di dirlo, l’incerto che scaturisce da un problema apparentemente banale, come quello della misura di una costa o di un confine; incerto scoperto nella prima metà del XX secolo da un metereologo, Lewis Fry Richardson, e formalizzato pochi decenni dopo dal matematico Benoît Mandelbrot nella forma dei frattali. Una delle tante circostanze in cui l’incerto ha fatto irruzione in tutte le scienze nel corso del ‘900, privando di senso locuzioni quali “scienze esatte” o “scienze dure”.
Eppure stuoli di maturati, e temo anche di laureati, escono dagli studi totalmente ignari di tale fondamentale rivoluzione. Rivoluzione peraltro intimamente legata al ruolo essenziale che le tecnologie giocano fra gli strumenti di lavoro degli scienziati contemporanei in matematica, fisica, astrofisica, biologia, chimica, medicina e non solo. Senza il digitale la maggior parte delle discipline si ridurrebbe a museo della storia della scienza.
Oggi, nel nostro laboratorio, gli studenti useranno carta e matita ma arriveranno a comprendere come descrivere l’oceano di incertezza dalle sponde delle nostre sparute isole di certezza, per dirla con Morin, richieda necessariamente il digitale, e se ne renderanno conto senza nemmeno toccare il computer. Questo è il digitale che va insegnato, prima di mettere mano a qualsivoglia artefatto, software o hardware che sia. Ci sosterremo con brani tratti da vari libri e articoli scientifici (chi legge più libri? chi insegna a leggere libri? noi no a quanto pare…).
È urgente colmare le insopportabili lacune generate dalla polarizzazione fra apocalittici e integrati, gli uni intenti a promuovere pur eccellenti pratiche di scuola attiva, gli altri a inseguire le tendenze del momento, ebbri di nuovo fra gli stand di Didacta.
Nel frattempo metà degli studenti che affrontano gli studi di informatica fuggono quando si accorgono che l’informatica è matematica. Ufficialmente maturi, ignoranti di fatto.
PhD candidate | Ethics and Philosophy Researcher | EU Funded Projects Horizon2020
8 mesiMolto interessante, sarà possibile acquistarlo anche in altri punti vendita in Italia?