Post di Giulia Marinaro

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Doppiare anime giapponesi: le principali difficoltà dell'adattamento🎬 Il mondo degli anime giapponesi mi ha sempre affascinato moltissimo, motivo per cui uno dei miei obiettivi lavorativi è proprio quello di dedicarmi all'adattamento di prodotti di questo genere. Tuttavia, per quanto curioso e interessante, il doppiaggio degli anime presenta non pochi intoppi e difficoltà. Ho fatto un po' di ricerca e ho raccolto le informazioni più utili che ho trovato sul web, desiderosa di condividerle qui su Linkedin. Dunque, vediamole assieme! 1) Prima di tutto, in Giappone gli anime vengono doppiati in due modi differenti: metodo uno ⮕ se i disegni e le animazioni sono già state fatte, gli attori giapponesi si basano sul video, un po' come fanno i doppiatori in Italia (ma a differenza nostra, loro recitano sul muto); metodo due ⮕ prima gli attori recitano le varie scene e successivamente viene costruita l'immagine sulla performance. Per quanto riguarda il secondo metodo, può capitare che il software non esegua alla perfezione i movimenti della bocca dell'attore. Questo vuol dire, ad esempio, che sentiamo l'attore pronunciare una "O", ma nel video vediamo il labiale di una "I". Allo stesso modo, in molti prodotti capita che il ritmo interno di una battuta audio sia completamente diverso dal video. In questi casi, l'adattatore non dovrà più basarsi sull'audio, bensì sul video. 2) La seconda difficoltà riguarda invece l'adattamento da un punto di vista culturale. Negli anime troviamo numerosi riferimenti alla cultura e al folklore giapponese, che ovviamente necessitano un adattamento in italiano, facendo allo stesso tempo attenzione a non travisare il significato dell'originale. La ricerca in questi casi è di fondamentale importanza, al fine di evitare traduzioni letterali o insensate. Un esempio è "il coniglio lunare" della cultura orientale: se da noi gli avvallamenti della luna ricordano i tratti di un volto umano, in Giappone e in Cina si crede che sulla luna abiti un coniglio mitologico. Si tratta di una differenza culturale marcata, non facile da rendere in italiano, soprattutto in un prodotto audiovisivo in cui lo spettatore deve essere in grado di comprendere immediatamente il messaggio. 3) Un'altra difficoltà in questo senso è data dall'uso dei suffissi onorifici giapponesi utilizzati per riferirsi alle persone, per esempio il "san". I suffissi onorifici variano a seconda del ruolo che l'interlocutore ricopre nella società o al grado di familiarità che ha con il parlante. Sono molto difficili da tradurre in italiano, dunque è necessario considerare dapprima il contesto e i rapporti che sussistono tra i personaggi al fine di scegliere il traducente più adeguato. Spero abbiate trovato queste informazioni utili!

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