Post di Iano Santoro

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Presidente PISSTA®

I tempi cambiano, spesso senza che ce ne rendiamo davvero conto. Sembra ieri che le strade erano affollate di vespasiani, quelle piccole costruzioni di metallo che, nel silenzio delle città, accoglievano le esigenze più basilari. Erano parte del paesaggio urbano, tanto normali quanto invisibili, segni di un tempo che oggi ci appare remoto e quasi surreale. Chi potrebbe immaginare oggi di fermarsi su un marciapiede e usare un orinatoio pubblico a cielo aperto? Ciò che era la quotidianità allora, ora sembra appartenere a un’altra era, un mondo che scivola via dai nostri ricordi con la rapidità di un soffio. I tempi sono cambiati. Non parliamo solo di tecnologia, di smartphone e di automazione, ma del modo in cui viviamo lo spazio pubblico, le nostre relazioni, la nostra intimità. Siamo passati attraverso epoche, trasformando lentamente la nostra percezione di cosa sia accettabile, di cosa sia “normale”. E, senza accorgercene, ciò che un tempo faceva parte della nostra quotidianità oggi ci appare assurdo, fuori luogo. La vita, le abitudini, il mondo in cui viviamo sono in continua evoluzione. E mentre lo facciamo, lasciamo indietro pezzi di ciò che siamo stati, di ciò che ci ha resi quello che siamo oggi. Forse il cambiamento più grande non è quello delle cose visibili, ma quello dentro di noi.

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Il cambiamento silenzioso che ci circonda spesso sfugge al nostro sguardo finché non ci voltiamo indietro e vediamo quanto lontano siamo arrivati. I vespasiani, un tempo parte del tessuto quotidiano, sono diventati simboli di un'epoca che si dissolve nei ricordi. Non è solo il mondo esterno a mutare, ma il modo in cui viviamo e percepiamo la realtà. È dentro di noi che il cambiamento più profondo avviene, trasformando non solo ciò che facciamo, ma chi siamo.

Effettivamente tutto scorre e va via dalla mente, quasi come un ricordo fastidioso. Fino agli anni 80 erano parte dell' arredo urbano e spesso teatro di decadenza olfattiva e visiva. Un tempo che ricordo bene perché campeggiavano nelle piazze, in centro , ovunque. Poi più nulla, ma questa foto me li rammenta come un elemento di costume, una mentalità che è stata spazzata via, fortunatamente, dalla privacy. Fuori luogo , oggi, è la parola giusta, ma allora assolvevano bna un bisogno primario ( maschile). Mi chiedevo allora , ma le donne? Foto di un epoca, nemmeno tanto lontana, che appartiene definitivamente al Passato.

Maurizio Arrigoni

dottore commercialista presso Studio AR.MA. - dottori commercialisti associati

3 mesi

Ancora oggi però lungo le strade si può vedere una macchina posteggiata con dietro un uomo intento alla minzione. Il tempo passa ma non tutto cambia.

Saranno cambiati Iano, ma i nostri avi erano, più eleganti, con valori, più corretti e seri e infatti rimpiango l’orinatoio rispetto a questi uomini che lo fanno in pubblico per le strade

Komal Nasreen

Graphic Designer @ Freelancer | Brochure, Logo, Graphic Design

3 mesi

Love this

Marta Turnu

PedaCoach, autrice - l’amorevole gentilezza scava anche i muri più spessi

3 mesi

Sarò sfortunata io, ma non c’è giorno che non debba vedere qualche maschio fare la stessa cosa senza vespasiano…forse rispondevano ad una incapacità cronica di alcuni che non ritengono opportuno trovare un bagno per fare plin plin

Giuseppe Calabrese

assistente amministrativo

3 mesi

Ottima prospettiva

Angelina Cipullo

employed at marketing office and data service at Cremonini Group c/o Inalca Food & Beverage Srl

3 mesi

Iano Santoro mi domando da qualche tempo perche’…perche’ non risponde mai a chi le risponde,ma lo fanno altri(sua figlia o una collaboratrice)Lei posta scrive menziona ma poi….svanisce!Mera curiosità la mia ma giusto per

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