Il glass cliff è manifestazione di una cultura del lavoro sessista? https://lnkd.in/dPz3FUpR
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Cartun 679 Diversità produttiva di idee, su temi importanti. Vediamo cosa dice la Sloan di MIT in “How to Productively Disagree on Tough Topics” di Kenji Yoshino e David Glasgow. I nostri amici analizzano le difficoltà che si incontrano nel moderare discussioni su identità, diversità e giustizia. Nonostante le sfide, Benji e David sostengono che sia ancora possibile affrontare questi argomenti in modo rispettoso, anche se si hanno opinioni diverse. Mi piace questo idealismo 🙂 Propongono anzitutto di valutare la discordia in base a una "scala della controversia" che classifica gli argomenti in base a quanto possano ferire le persone coinvolte, dai gusti (minor controversia) fino ai temi più controversi che mettono in dubbio la dignità stessa di un individuo (come l'uguaglianza di una persona LGBTQ+ o tutto quanto riguardi i diritti umani). Il problema che si evidenzia è che spesso chi è più privilegiato tende a spostare la discussione verso il centro della scala, mentre chi è discriminato la sente come un attacco diretto alla propria umanità. Non bisogna cambiare idea, ma riconoscere la posizione dell'altro sulla scala. Basta esplicitare all'inizio della conversazione la propria consapevolezza che l'argomento possa essere doloroso per l'altro. Questo semplice atto di riconoscimento può ridurre la tensione e la sofferenza durante il dibattito. Occorre cercare punti di contatto inaspettati durante i disaccordi, anche se richiede impegno. David e Benjii propongono inoltre un approccio, chiamato "mostra il tuo lavoro", che consiste nello spiegare in dettaglio il proprio disaccordo per dimostrare all'altro di aver riflettuto seriamente sull'argomento. Può sembrare in contrasto con la ricerca di punti in comune, ma in realtà si possono fare entrambe le cose perché questo modo di argomentare comunica rispetto per l'altro e apre un vero dialogo. E poi occorre essere realistici: non è sempre possibile trovare un accordo perfetto, specialmente con persone che non conosciamo bene. Meglio abbassare le aspettative e calibrare la nostra intensità a seconda del rapporto con l'interlocutore. Ci arrabbieremo molto di più per un disaccordo con il nostro partner che con uno sconosciuto su internet. E se non si trova sempre un accordo, almeno con questo processo si può migliorare la qualità del dialogo. A volte le divergenze sono insanabili e la rottura è necessaria. Altre volte, invece, il disaccordo ben gestito può rafforzare il legame. Inoltre, discutere in modo costruttivo è un esempio positivo per gli altri che ci circondano. Lunedì potrete già applicarvi, amici italiani 🙂 #cartun #diversity #identità
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Qualche sera fa, mentre guardavo "For Your Approval" - l'atto (forse) finale della carriera comica di Ellen DeGeneres - sono stata particolarmente colpita da una parte del suo monologo: "Tutto quello che sapevo sull'essere un capo, l'ho imparato dai film. E quelle erano cose, tipo: 'Jenkins, nel mio ufficio, ora!' Però quelli erano capi uomini." Il doppio standard nel linguaggio della leadership è una realtà documentata: le donne devono utilizzare più parole degli uomini per comunicare la stessa direttività senza essere percepite come troppo autoritarie o aggressive. Gli studi di Judith Baxter sul #linguaggio della #leadership femminile confermano questo fenomeno: le donne in posizioni dirigenziali utilizzano sistematicamente più espressioni che attenuano l'impatto delle affermazioni (come 'forse potremmo...', 'se possibile...') e domande a fine frase che cercano approvazione ('non è vero?', 'che ne dite?'). Mentre un uomo può dire semplicemente "Facciamo così", una donna si trova a costruire frasi più articolate. DeGeneres lo dimostra perfettamente quando prova a tradurre lo stesso concetto come se fosse detto da una donna, ottenendo un effetto tragicomico che probabilmente risuona in molte di noi: "Mi scusi, Jenkins. Non voglio disturbarla. Se non è troppo occupato, potrebbe venire nel mio ufficio velocemente? Devo solo parlarle un secondo. Grazie mille." Questa necessità di ammorbidire il linguaggio, che Baxter definisce "double-voice discourse", riflette pregiudizi culturali profondamente radicati. Le donne leader devono costantemente alternare un registro autorevole/professionale con uno collaborativo/empatico. Gli stessi comportamenti assertivi che negli uomini vengono letti come segni di leadership naturale, nelle donne vengono spesso interpretati come aggressività. Ironia della sorte, l'obbligo di impiegare un linguaggio più esteso e strategie di mitigazione per risultare accettabili può compromettere l'autorevolezza che si vorrebbe costruire. Qual è dunque la soluzione?
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Complementarità. Due Persone di pari livello (non due Persone uguali ma omologhe, specie emozionalmente) si completano, dando all'una ciò che all'altra manca, aiutandola a svilupparlo. E viceversa. Da sempre fautori di una parità distante da ideologia e utilitarismo settario, abbiamo sperimentato con tutte le Persone che uno stato di inferiorità è dettato dall'essere veramente inferiori. Cosa ignota agli Esseri Umani se non indotta da sottocultura, morale e simile. Per questo una Donna può imbarazzare un Uomo solo se, nella sua Vita, quest'ultimo non si è evoluto. Diversamente è il bello dell'interscambio. E viceversa. Usando nel post l'aggettivo "intelligente" nella massima trasversalità possibile per raziocinio e sensibilità, certo che in alcune Persone genererà più rimbalzo e reattività quella parola di tutto l'altro scritto. E, proprio nell'ottica delle diversità che diventa complementarità, da oltre 25 anni crediamo e sperimentiamo continuamente questa strada anche aziendalmente: Donne ed Uomini, biologicamente diversi come per natura siamo, capaci di creare la comunità d'intenti della quale un Essere Umano si nutre e nella quale non trova né diversità nè barriere né puntualizzazioni sulle differenze. Perché gli Esseri Umani sono tutti uguali per principio ma meravigliosamente diversi per mille altri aspetti. Vogliamo qui solo esprimere un grazie a coloro le ed i quali hanno condiviso e praticato anche loro questi Valori di confronto. Dal 1999, al femminile ed al maschile, entrambe sempre emozionalmente parti di ogni singola Persona. https://lnkd.in/eCrU9wq -- Lampugnale & Associati #lampugnaleassociati www.lampugnale.it -- #uomo #donna #complementarità #parità #consulenzadidirezione #coaching #counseling #leadership #formazione #risorseumane #hr #organizzazione #strategia #lampugnaleassociati #imprenditoria #ceo #guidaimpresa #manager #leader #counselor #coach #assertività #progettooptimo #progettoproximus #autorevolezza #sviluppopersonale #imprenditorialità #passaggiogenerazionale #competizioneecosapevolezza #imprendidonna #velimprendo #masteraperio
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Galanteria suona quasi come un concetto antico e stereotipato. Porta con sé l’idea di cortesia e cerimoniosità di un uomo nei confronti di una donna. Oggi, in un mondo in cui la parità di genere diventa sempre più concreta e meno utopica, galanteria e gentilezza potrebbero persino essere assimilate. Invitare con garbo a sedersi, aprire una porta, mostrare piccole attenzioni nei confronti un’altra persona, indipendentemente dal genere. Tanti gesti che richiedono uno sforzo possono possono contribuire a creare un clima positivo, anche in ambito lavorativo. Quali forme di cortesia possono fare piccole grandi differenze in un ufficio? #galateo #performant #coaching #businesscoaching #comportamenti #cambiamento #valore #culturaaziendale #galateocontemporaneo #aziende
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Il linguaggio ipocrita (ma politicamente corretto) fa bene alle aziende? Il "politically correct" nasce con l'intento di evitare offese o discriminazioni, creando un ambiente più inclusivo e rispettoso. Tuttavia, l'uso eccessivo di linguaggio ipocrita, che punta più sulla forma che sulla sostanza, può risultare dannoso per l’autenticità e la trasparenza in azienda. Le aziende che adottano un linguaggio politicamente corretto senza fondamento rischiano di apparire poco sincere, il che può minare la fiducia e compromettere la cultura aziendale. La vera inclusività non si limita a parole vuote, ma deve tradursi in azioni concrete e valori autentici. 💬 🤔 "Le parole contano, ma sono le azioni che parlano davvero." Hunters Group #PoliticamenteCorretto #ComunicazioneAutentica #Trasparenza #CulturaAziendale #Inclusività #Leadership #Valori #Sostenibilità #CorporateCulture
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🔍 Amicizia e Opportunismo nel Mondo del Lavoro: Un’Analisi Necessaria 🤝 Nel contesto lavorativo, le relazioni tra colleghi possono essere complesse e sfaccettate. Ci si chiede spesso: esiste davvero amicizia tra uomini e donne sul posto di lavoro, o si tratta solo di opportunismo? E come si manifestano la competizione e le dinamiche tra colleghi dello stesso sesso? 👩🤝👩 Amicizia tra Donne: Realtà o Secondi Fini? Le donne spesso si trovano a lavorare in ambienti competitivi, dove la solidarietà femminile può essere un'arma potente. Tuttavia, è naturale chiedersi se queste amicizie siano genuine o se ci siano secondi fini. La verità è che l'amicizia tra donne può essere autentica e profonda, ma come in ogni relazione, è importante essere consapevoli delle dinamiche in gioco. La competizione può talvolta intaccare queste relazioni, ma molte donne riescono a costruire legami forti basati su supporto e comprensione reciproca. 👨🤝👨 Amicizia tra Uomini: Competizione o Collaborazione? Tra gli uomini, le dinamiche possono essere diverse. Spesso, la competizione è più evidente, con una corsa a dimostrare le proprie capacità e a conquistare posizioni di prestigio. Tuttavia, anche tra gli uomini esistono amicizie genuine che si basano su rispetto e collaborazione. È fondamentale riconoscere che non tutte le relazioni sono competitive; molte possono essere costruttive e orientate al lavoro di squadra. ⚖️ Uomini vs Donne: La Competizione sul Lavoro La competizione non è limitata a un genere specifico. Tra donne e uomini possono sorgere tensioni e rivalità, ma è importante non generalizzare. Le esperienze variano enormemente a seconda del contesto lavorativo, della cultura aziendale e delle personalità coinvolte. È possibile che ci sia una percezione di competizione tra i sessi, ma ciò non significa che non possano esistere anche alleanze e collaborazioni fruttuose. 💬 Conclusione In definitiva, le relazioni sul posto di lavoro sono complesse e influenzate da molteplici fattori. Amicizie genuine possono esistere tra uomini e donne, così come opportunismi e rivalità. È cruciale promuovere un ambiente di lavoro che valorizzi la collaborazione e il rispetto reciproco, permettendo a tutti di prosperare senza sentirsi minacciati. E voi? Qual è la vostra esperienza riguardo le amicizie e la competizione sul lavoro? Condividete i vostri pensieri nei commenti! #Amicizia #Competizione #Lavoro #UominiEDonne #DinamicheProfessionali
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Le donne sono generalmente più critiche degli uomini rispetto al loro modo di parlare, di porsi, di proporsi nel lavoro. La cliente che mi ha scritto un paio di sere fa il messaggio che vedete qui sotto, era molto insicura nel parlare in pubblico e trovava difficile farsi rispettare in un mondo lavorativo ancora molto molto maschile. Per decenni le donne hanno cercato di imitare un modello maschile perché il lavoro era associato all’uomo e non alla donna, e hanno trascurato un aspetto fondamentale: la collaborazione. Donne contro uomini, un contro l’altro, tutti contro tutti, assorbiti da una competizione malsana. La verità è che ci sarebbe posto per tutti. Ogni essere umano è simile ma non uguale all’altro e ciò che una donna è, nella sua totalità, non potrà mai essere ciò che è un uomo nella sua. La collaborazione tra persone, con le loro caratteristiche, talenti, attitudini, punti di forza, mentalità, visioni e sessi diversi può solo che portare ad un arricchimento umano, personale, sociale, lavorativo e produttivo. Il team work e’ un bene, lo è stato all’inizio della vita pluricellulare e lo è oggi nella vita quotidiana e anche nel lavoro. L’empowerment femminile è tra le varie cose la consapevolezza di avere il diritto di sedersi al tavolo delle riunioni insieme a tutti gli altri e non chiedere scusa per essere ambiziose e con qualcosa da dire. Sono fiera della mia cliente di cui non faccio il nome per la privacy ma, detto fra noi, non avevo dubbi, ed è un esempio per tutti. ❤️💪🌪️💥🔥 #empowerment #empowermentfemminile #leanin #LeanInTogether #thejanapproach #transformationalcoaching #InsiemeSiVince #teamwork #personalpower #selfbelief #selfconfidence #fiduciainsestessi #successo #publicspeaking #lavoro #SuccessoProfessionale #SuccessoAziendale
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Mi capita di incontrare persone che tremano alla parola “femminismo” in quanto la associano ad una guerra per la supremazia femminile, ad una rivalsa incondizionata delle donne sugli uomini. Eppure, basterebbe guardare un po' più da vicino il concetto e la sua storia, per accorgersi che questa visione è molto lontana dalla verità. ❓ Proviamo allora a rispondere alla domanda: perché il femminismo non è il maschilismo al contrario, ma è invece il contrario del maschilismo? - Il maschilismo promuove una presunta superiorità dell'uomo sulla donna; - Il femminismo non ambisce a esercitare un potere sugli uomini quanto a raggiungere delle condizioni di parità tra i due generi. Ma si potrebbe obiettare: perché non parlare semplicemente di diritti umani, così da includere proprio tutte le persone? ☮️ Riprendo le parole di Chimamanda Ngozi Adichie che nel libro "Dovremmo essere tutti femministi", scrive: "Perché la parola “femminista”? Perché non dici semplicemente che credi nei diritti umani, o giù di lì? Perché non sarebbe onesto. Il femminismo ovviamente è legato al tema dei diritti umani, ma scegliere di usare un’espressione vaga come “diritti umani” vuol dire negare la specificità del problema del genere". 🤔 Ma allora cosa vuol dire essere femminista? - Riconoscere una condizione di svantaggio delle donne, che è maturata proprio nel corso di millenarie culture maschiliste, e chiedersi cosa comporterebbe la sua scomparsa. - Contrastare le strutture di potere che prevedono in molti ambiti della vita - spesso in maniera implicita e sottile - la superiorità di un genere sull'altro. - Agire in maniera attiva affinché si creino condizioni di vera equità, scardinando i privilegi consolidati. - Promuovere un nuovo modo di intendere le relazioni tra i generi, fondato sull'uguaglianza e sul rispetto. E tu, ti senti femminista? #Femminismo #Femminista #ParitàDiGenere #WomenEmpowerment #DirittiDelleDonne
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🤔 Ma allora cosa vuol dire essere femminista? - Riconoscere una condizione di svantaggio delle donne, che è maturata proprio nel corso di millenarie culture maschiliste, e chiedersi cosa comporterebbe la sua scomparsa. - Contrastare le strutture di potere che prevedono in molti ambiti della vita - spesso in maniera implicita e sottile - la superiorità di un genere sull'altro. - Agire in maniera attiva affinché si creino condizioni di vera equità, scardinando i privilegi consolidati. - Promuovere un nuovo modo di intendere le relazioni tra i generi, fondato sull'uguaglianza e sul rispetto.
Consulente per la Diversity Equity & Inclusion e per la Certificazione di Parità UNI PdR 125:2022 | Consigliera di Fiducia per Sapienza, Rai, ENAV, Greenpeace e Unitelma Sapienza | Psicologa e Coach | LinkedIn Top Voice
Mi capita di incontrare persone che tremano alla parola “femminismo” in quanto la associano ad una guerra per la supremazia femminile, ad una rivalsa incondizionata delle donne sugli uomini. Eppure, basterebbe guardare un po' più da vicino il concetto e la sua storia, per accorgersi che questa visione è molto lontana dalla verità. ❓ Proviamo allora a rispondere alla domanda: perché il femminismo non è il maschilismo al contrario, ma è invece il contrario del maschilismo? - Il maschilismo promuove una presunta superiorità dell'uomo sulla donna; - Il femminismo non ambisce a esercitare un potere sugli uomini quanto a raggiungere delle condizioni di parità tra i due generi. Ma si potrebbe obiettare: perché non parlare semplicemente di diritti umani, così da includere proprio tutte le persone? ☮️ Riprendo le parole di Chimamanda Ngozi Adichie che nel libro "Dovremmo essere tutti femministi", scrive: "Perché la parola “femminista”? Perché non dici semplicemente che credi nei diritti umani, o giù di lì? Perché non sarebbe onesto. Il femminismo ovviamente è legato al tema dei diritti umani, ma scegliere di usare un’espressione vaga come “diritti umani” vuol dire negare la specificità del problema del genere". 🤔 Ma allora cosa vuol dire essere femminista? - Riconoscere una condizione di svantaggio delle donne, che è maturata proprio nel corso di millenarie culture maschiliste, e chiedersi cosa comporterebbe la sua scomparsa. - Contrastare le strutture di potere che prevedono in molti ambiti della vita - spesso in maniera implicita e sottile - la superiorità di un genere sull'altro. - Agire in maniera attiva affinché si creino condizioni di vera equità, scardinando i privilegi consolidati. - Promuovere un nuovo modo di intendere le relazioni tra i generi, fondato sull'uguaglianza e sul rispetto. E tu, ti senti femminista? #Femminismo #Femminista #ParitàDiGenere #WomenEmpowerment #DirittiDelleDonne
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Giorgia Ortu La Barbera anche se sono nata nel '55 non ho mai fatto politica o partecipato a manifestazioni, tuttavia fin da piccola ho sempre lottato per i miei diritti d'identità personali, per le mie scelte, per essere riconosciuta professionalmente, per essere ascoltata invece di sentirmi trasparente, ridicolizzata, discriminata e offesa con sguardi, parole, proposte oscene al lavoro, sottopagata anche se professionista. E' una sensazione terribile avere appiccicato qualcosa addosso in cui non ti riconosci. E allora per "farti valere e dimostrare di essere forte" assumi proprio quelle caratteristiche maschili tanto disprezzate nelle donne e che gli uomini compiono quotidianamente, soprattutto nel mondo del lavoro. Se rispondi a tono e sei assertiva sei una st....a, rompic......i, e molto altro... Se ti offendono e ribatti ti dicono che scherzano invece di mettersi nei panni dell'altro e comprendere che non siamo tutti uguali, non solo per differenze di genere, ma anche per cultura ed esperienza. Insomma qualsiasi cosa tu faccia non va bene, ne agli uni, ne altri altri. Solo da grande ho dato nome a tutto ciò "Patriarcato" e "Femminismo", ma sai una cosa parlare è molto faticoso, preferisco agire ogni giorno e lo faccio con il mio percorso in cui insegno alle donne come smettere di avere sessi di colpa, come diventare autonome psicologicamente ed economicamente, imparando a farsi pagare di più. Insomma come diventare empowerment! #empowerment #autostima #gendergap #genderpaygap #lavoro #guadagno
Consulente per la Diversity Equity & Inclusion e per la Certificazione di Parità UNI PdR 125:2022 | Consigliera di Fiducia per Sapienza, Rai, ENAV, Greenpeace e Unitelma Sapienza | Psicologa e Coach | LinkedIn Top Voice
Mi capita di incontrare persone che tremano alla parola “femminismo” in quanto la associano ad una guerra per la supremazia femminile, ad una rivalsa incondizionata delle donne sugli uomini. Eppure, basterebbe guardare un po' più da vicino il concetto e la sua storia, per accorgersi che questa visione è molto lontana dalla verità. ❓ Proviamo allora a rispondere alla domanda: perché il femminismo non è il maschilismo al contrario, ma è invece il contrario del maschilismo? - Il maschilismo promuove una presunta superiorità dell'uomo sulla donna; - Il femminismo non ambisce a esercitare un potere sugli uomini quanto a raggiungere delle condizioni di parità tra i due generi. Ma si potrebbe obiettare: perché non parlare semplicemente di diritti umani, così da includere proprio tutte le persone? ☮️ Riprendo le parole di Chimamanda Ngozi Adichie che nel libro "Dovremmo essere tutti femministi", scrive: "Perché la parola “femminista”? Perché non dici semplicemente che credi nei diritti umani, o giù di lì? Perché non sarebbe onesto. Il femminismo ovviamente è legato al tema dei diritti umani, ma scegliere di usare un’espressione vaga come “diritti umani” vuol dire negare la specificità del problema del genere". 🤔 Ma allora cosa vuol dire essere femminista? - Riconoscere una condizione di svantaggio delle donne, che è maturata proprio nel corso di millenarie culture maschiliste, e chiedersi cosa comporterebbe la sua scomparsa. - Contrastare le strutture di potere che prevedono in molti ambiti della vita - spesso in maniera implicita e sottile - la superiorità di un genere sull'altro. - Agire in maniera attiva affinché si creino condizioni di vera equità, scardinando i privilegi consolidati. - Promuovere un nuovo modo di intendere le relazioni tra i generi, fondato sull'uguaglianza e sul rispetto. E tu, ti senti femminista? #Femminismo #Femminista #ParitàDiGenere #WomenEmpowerment #DirittiDelleDonne
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