#LaMissionePossibile #13settembre Da quando è iniziata la globalizzazione l’Italia è il paese che è cresciuto di meno in Europa, nel mondo occidentale e - praticamente - sul Pianeta Terra. In Italia non abbiamo una “destra” e una “sinistra”, ma due schieramenti che pensano (o sono culturalmente dominati da chi pensa) che il motivo di questo poco invidiabile primato sia l’apertura e l’integrazione dei mercati (la “destra”) o il fatto che lo Stato non interviene e non spende più abbastanza (la “sinistra”). Entrambe queste visioni culturali e politiche non trovano fondamento né nei dati, né nella logica economica, e il libro ne discute molto e in dettaglio. Manca in Italia un partito che riconosca che il motivo per cui l’Italia non cresce più è semplice: dagli Anni 70 la produttività ha smesso di crescere: con questo termine si indica “quanto bene funziona il Paese”, in termini di funzionamento dei mercati, dell’efficienza delle funzioni pubbliche, di qualità del sistema formativo, di caratteristiche del sistema produttivo, ecc. La ragione è ancor più semplice: finito il ciclo del “miracolo italiano” alla fine degli Anni 60, l’Italia non ha saputo adattarsi ai cambiamenti globali: quello “piccolo” degli Anni 70 e poi, soprattutto, quello “grande” della globalizzazione negli Anni 90. Un cambiamento paragonabile a quello della Rivoluzione Industriale un paio di secoli fa. Chi fa la giusta diagnosi, allora, ha anche la giusta terapia: una visione di società basata su economia di mercato e democrazia politica, su meritocrazia e pari opportunità, su un preciso - e limitato - ruolo del settore pubblico, sulla creazione di opportunità come misura del progresso sociale, sulla missione del settore pubblico di rimuovere gli ostacoli che impediscono alla persona di cercare la propria felicità (anziché chiedere che gliela dia lo Stato), sulla concorrenza come mezzo più sicuro per garantire uguaglianza di possibilità e allargamento dei diritti. Si tratta di una visione che viene rifiutata con sdegno da entrambi gli schieramenti politici italiani. E su cui invece è possibile (e alcuni di noi pensano necessario) costruire un’offerta politica coerente, che sappia immaginare le relative politiche che servono per darle corpo e che abbia il coraggio di presentarsi agli italiani con quelle e non con la solita gara a chi la spara più grossa. Di tutto questo, e di altro, si occupa il mio libro - “La Missione Possibile” (edito da Rubbettino) - che esce nelle librerie questo venerdi. Per tutto l’autunno gireremo l’Italia per fare presentazioni - a breve il primo calendario - e discuterne serenamente con politici, giornalisti, osservatori, imprenditori, lavoratori. Grazie intanto ai gia tantissimi che lo stanno ordinando e che mi scrivono per organizzare presentazioni pubbliche.
Tutto molto interessante e sicuramente da approfondire. Ma pur restando inguaribilmente ottimisti siamo sicuri che i cittadini italiani siano pronti per capire e valutare questi obiettivi come gli unici adatti a modificare le fondamenta organizzative ed economiche del paese? “Il popolo ha sempre ragione”, viene spesso affermato, quindi se si e’ giunti a più del 50% che non vota più, a buona parte di chi vota a farsi illudere da “pifferai” e “demagoghi” dopo essere stati delusi dagli “ipocriti”, quanto ci vorrà prima che la maggioranza, anche risicata, comincerà a valutare un programma come il suo? Aggiungo: le riforme necessarie al paese impongono anche rinunce da parte di tutte le caste e gli interessi costituiti della nazione. Siamo sicuri che tutti costoro siano pronti a fare la loro parte? Al tempo stesso, se ci arrendessimo tutti saremmo sconfitti prima di partire. E’ ns dovere tentare di offrire un orizzonte migliore ai ns figli…. Le auguro, quindi, di rafforzare le proprie posizioni!
Si pensa di migliorare l'offertta politica e poi si é contrari al "salario minimo" o ancora peggio, alla "tassazione straordinaria degli extraprofitti sulle banche", E' questa la strada per ripristinare una sopravviovenza decorosa o le infinite disuguaglianze esistenti? Mi sfugge qualcosa?
Sarà un’altro partito “CHIAVICA” per creduloni e boccaloni, che Dio c’è ne liberi! Crederò in qualcosa di nuovo quando vedrò milioni di persone, nere dalla rabbia, scendere in piazza dopo avere preso a pedate nel sedere sindacati e rappresentanti politici di tutti i partiti.
Senta, faccia una cosa. O elimina l'Istat perché ci sta raccontando balle o modifica questo suo post. Se è troppo difficile, faccia un'altra cosa: non faccia niente !
Buon lavoro, incrociando le dita.
Luigi io mi prenoto per una presentazione ad Acireale....forza, non molliamo!
Interessante
Bravo Marattin
Dirigente in quiescenza - Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana
3 mesiFinalmente, un buon inizio! Bravo Marattin: è la giusta via da percorrere! Destra e sinistra ormai hanno le traveggole agli occhi e non riescono più a vedere in modo chiaro la realtà e i bisogni reali! Sono sempre in campagna elettorale e non sono in grado di creare le fondamenta di uno Stato etico ed efficiente! La destra è tutta presa a galleggiare in un mondo dove sono altri a decidere e a dettare la rotta e gli interessi da perseguire (guerre, armi, ecc); la sinistra fa solo gossip, sterile ostruzionismo e critiche inutili su tutto ciò che non va, dimenticando che i disastri che ci sommergono sono soprattutto dovuti agli anni di suo malgoverno! Serve perciò una terza via!