⌛ Nella #Sanità, le lunghe liste di attesa rappresentano un problema strutturale e di comunicazione che necessita di soluzioni innovative. Secondo l'EngageMinds Hub dell'Università Cattolica, 9 italiani su 10 risentono di questi ritardi. Una migliore organizzazione interna, l'adozione di tecnologie digitali e una comunicazione efficace con i pazienti possono ridurre significativamente i tempi di attesa, migliorando la #PatientExperience. Nel nostro articolo analizziamo il problema e mostriamo le possibili soluzioni per un sistema sanitario più efficiente e patient-centric ⬇ https://lnkd.in/dcDunBP4 #InnovazioneSanitaria #DigitalHealth
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Perché la standardizzazione, seppur utile in alcuni contesti ospedalieri, può compromettere l'efficienza del personale in prima linea? La standardizzazione rappresenta un elemento essenziale per molte attività ospedaliere, come la gestione amministrativa, la fatturazione o le procedure cliniche come il controllo delle infezioni. Tuttavia, applicata in modo rigido alle operazioni quotidiane, può non considerare le peculiarità di ogni struttura. Elementi come distanze fisiche, risorse condivise o preferenze operative dei professionisti possono variare significativamente, rendendo necessario un approccio flessibile. Un sistema di monitoraggio in tempo reale, adattabile alle dinamiche locali, è quindi fondamentale per rispondere in modo efficace alle sfide impreviste. Contattaci per esplorare le opportunità di efficientamento della tua struttura ospedaliera > https://lnkd.in/etVTwBSa
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Liste d'attesa in sanità: un'analisi oltre i luoghi comuni La complessità nascosta dietro i titoli Il dibattito pubblico sulle liste d'attesa nel Sistema Sanitario Nazionale tende spesso a semplificare un fenomeno di straordinaria complessità, cercando facili capri espiatori. L'attività libero professionale dei medici viene frequentemente indicata come la principale responsabile dei lunghi tempi di attesa, in un'analisi che rischia di essere riduttiva e fuorviante. I numeri raccontano una storia diversa Carenze strutturali - Il 38% delle apparecchiature diagnostiche ha più di 10 anni di vita [1] - Solo il 45% delle strutture pubbliche dispone di RMN di ultima generazione - Il rapporto tra TC e popolazione in Italia è di 34,3 per milione di abitanti, contro una media OCSE di 43,1 [2] - Il 42% delle strutture necessita di interventi di adeguamento edilizio [3] La questione del personale - Stipendi inferiori del 26% rispetto alla media europea (63.000€ vs 85.000€ annui) [4] - Carenza di 30.000 infermieri e 20.000 medici specialisti [5] - Età media dei medici ospedalieri: 56,7 anni - Turnover che raggiunge il 12,8% in alcune specialità critiche [6] Il carico di lavoro - Aumento del 25% delle prestazioni richieste negli ultimi 5 anni - +45% di documentazione burocratica dal 2019 [7] - Media di 52 ore settimanali lavorate per medico - Incremento del 68% dei contenziosi medico-legali nell'ultimo decennio [8] L'intramoenia: una risorsa, non un problema Contrariamente alla narrazione prevalente, i dati mostrano che: 1. Nelle strutture con intramoenia ben organizzata: - Riduzione del 42% dei tempi di attesa istituzionali - Retention dei professionisti superiore del 25% - Reinvestimento medio del 23% dei proventi in tecnologia [9] 2. Impatto economico positivo: - Generazione di risorse per investimenti tecnologici - Riduzione della spesa per outsourcing (-35%) - Maggiore attrattività per i professionisti (+28%) Un modello virtuoso è possibile Esperienze di successo Diverse strutture italiane hanno implementato modelli virtuosi: - Ospedale di Modena: riduzione del 45% delle liste d'attesa attraverso un sistema integrato pubblico-privato - IRCCS di Milano: retention dei professionisti all'89% grazie a un modello organizzativo innovativo - Policlinico di Bari: reinvestimento del 30% dei proventi intramoenia in tecnologia [10] La proposta operativa 1. Integrazione strutturata tra attività istituzionale e intramoenia 2. Sistema di reinvestimento vincolato dei proventi 3. Modello di gestione trasparente delle agende 4. Programma di rinnovamento tecnologico pianificato Conclusioni La soluzione al problema delle liste d'attesa richiede un approccio sistemico che: - Valorizzi le competenze professionali - Modernizzi le infrastrutture - Migliori le condizioni di lavoro - Ottimizzi l'utilizzo delle risorse disponibili
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C’era una volta la sanità pubblica Cinquantamila posti letto persi in vent’anni negli ospedali. Con il privato che avanza Un interessante articolo di Michele Bocci su #LaRepubblica “Anche dopo anni di discussioni su maxi ambulatori con dotazioni tecnologiche, su servizi a domicilio, su centri di riabilitazione o di chirurgia senza ricovero, il luogo simbolo della #cura del #malato resta sempre lo stesso: il letto ospedaliero. È il centro di gravità permanente attorno a cui ruota l’assistenza ma in Italia è sempre più raro. I dati degli ultimi vent’anni raccontano di una riduzione del 22% dei posti nelle strutture pubbliche e di una maggiore tenuta delle private convenzionate, che nello stesso periodo hanno visto un calo del 12%. E se si osservano solo gli ultimi 12 anni, i letti delle cliniche private sono praticamente stabili. I tagli non le hanno toccate. In assoluto, dal 2002 al 2022 gli ospedali hanno perso oltre 50 mila letti. Tra l’altro il calo dei posti è destinato a salire perché nell’ultima rilevazione risentiva ancora degli effetti del Covid, quando sono state aperte molte degenze che le Regioni stanno chiudendo. E infatti tra il 2020 e il 2022, certificano i numeri del ministero alla Salute, c’è stato un primo calo importante. Se la tendenza dovesse proseguire a fine 2024 si arriverà a 80 mila letti in meno rispetto a vent’anni prima. Il taglio dei posti, perseguito negli anni anche attraverso provvedimenti legislativi, non rappresenta di per sé una cosa negativa. Si tratta di un fenomeno complesso e per valutarlo bisogna tenere conto di più fattori. Il presupposto è che con il progresso della #medicina si sono ridotti i tempi di degenza per alcune patologie, ad esempio ci sono interventi chirurgici che richiedono un ricovero molto più breve di un tempo. Poi bisogna calarsi nella realtà italiana, dove la qualità dell’assistenza varia tra le Regioni. Ad esempio, in Piemonte e in Basilicata ci sono 3,7 letti per mille abitanti, in Calabria 2,2 e in Sicilia e Campania 2,6 (ma gli ospedali convenzionati sono numerosi). Eventuali interventi dovrebbero tenere conto di queste differenze. Non solo, i tagli hanno prodotto effetti diversi nelle varie specialità e il risultato è che ci sono più carenze in certi settori, come la medicina interna e la geriatria. Per valutare la situazione italiana vale la pena anche osservare cosa succede nel resto del mondo, tenendo conto che, in base a statistiche internazionali, la nostra #sanità #pubblica resta comunque tra quelle che, non senza problemi, raggiungono buoni punteggi in molti degli indicatori sullo stato di salute dei cittadini. Secondo l’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, da noi nel 2021 c’erano 3,1 letti pubblici per mille abitanti, meno che in Giappone (12,6), Germania (7,8), Ungheria (6,8), Francia (5,7), Grecia (4,3) e Portogallo (3,5). Ma un numero inferiore di posti li hanno Spagna e Olanda (3), Usa (2,8), Regno Unito (2,4) e Svezia (2).” #flpnews
C’era una volta la sanità pubblica
repubblica.it
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📊 Come aumentare i pazienti nella sanità privata? Nel nostro ultimo articolo approfondiamo come migliorare l’attrattività della struttura e la #PatientRetention attraverso gli analytics. L’utilizzo sapiente della tecnologia avanzata può fornire il giusto supporto nella gestione di tutti gli aspetti chiave del mondo #Healthcare, portando così ad un incremento positivo del numero di assistiti. Leggi l'articolo e scopri come ⬇ https://hubs.la/Q02Jllf80 #InnovazioneSanitaria #DigitalHealth
Digitalizzazione e paziente al centro: come aumentare i pazienti nella tua struttura
blog-healthcare.mapsgroup.it
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Ormai si legge solo di Tempi di attesa in sanità e del loro rispetto, come se questo fosse l'unico indice di valutazione di un sistema in salute. Se abbattiamo le liste di attesa il nostro sistema sanitario sarà il migliore? Dubito fortemente. Da ciò che leggo e vedo in quei programmi TV in cerca solo di audience, nessuno considera molti altri fattori che sono più importanti e maggiormente impattanti in un'ottica di valutazione e soprattutto sopravvivenza del sistema sanità. Tra i temi che penso abbiano più valore rispetto ai tempi di attesa mi vengono in mente: - Appropriatezza delle prestazioni - Mobilità extraregionale elevata che riduce la possibilità di spesa delle regioni che vanno in debito verso le altre - Stato di degrado di molti degli ospedali pubblici - Scarsi investimenti in innovazione e tecnologia - Mancanza di PDTA multidisciplinari che generano spesso ripetizione di prestazioni senza criterio per pazienti in cura da più specialisti - Mancanza di una rete territoriale di primo accesso che eviti le code negli ospedali e filtri le richieste dei cittadini. Ricordiamo che spesso le ricette vengono fatte su richiesta mediante mail al MMG e che molti, non tutti per fortuna, le fanno - Personale medico sempre più specializzato in singole patologie. Pensate a quanti Cardiologi seguano solo una patologia (esempio Scompenso, ipertensione, aritmie) e quanti non sono in grado di fare un Ecodoppler. Questo ovviamente parcellizza le disponibilità ed allunga le liste famose e tanto amate all'opinione pubblica - etc etc etc A chiusura, faccio una provocazione. E se il nostro sistema modificasse la compartecipazione alla spesa che, per chi non ha patologie, impatta solo quando si ha bisogno, avremmo meno accessi inutili (pensiamo alle visite oculistiche fatte anche una volta l'anno per rifare la montatura) ed un maggior finanziamento del sistema con il ticket che non andrebbe a toccare le fasce debol (esenti) ed i cronici/patologici?
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2 milioni e 250 mila ricoveri evitabili l’anno, con uno spreco di 6 miliardi di euro. Questo il risultato di una scarsa comunicazione tra specialisti e MMG, visto che solo nel 15% dei casi, quando un paziente viene ricoverato, c’è stato un consulto tra le due figure professionali, e in 8 casi su 10 i pazienti arrivano in reparto senza un quadro anamnestico, perché il Fascicolo Sanitario Elettronico viene aggiornato 1 volta su 5. E, qualora lo fosse, in molti casi i sistemi informatici delle varie strutture, anche di una stessa regione, hanno difficoltà a comunicare tra loro. Questi i principali dati della survey condotta da FADOI - Società Scientifica di Medicina Interna, su un campione rappresentativo di tutte le Regioni italiane, che evidenzia la profonda cesura che ancora esiste tra ospedale e territorio. Per il 34% delle strutture interpellate, attraverso una migliore presa in carico dei pazienti nel territorio si potrebbero evitare oltre il 30% dei ricoveri. La tecnologia, ad esempio, con un approccio “data driven” potrebbe essere utilmente impiegata per controllare le ospedalizzazioni evitabili, preservando risorse da investire in innovazione e sviluppo. Si potrebbero, infatti, ottenere risultati interessanti, affrontando il problema con un approccio tecnologico basato su sistemi di apprendimento automatico, che raccolgono ed elaborano informazioni strutturate lungo tutto il percorso diagnostico-terapeutico del paziente. Questo approccio consentirebbe, infatti, di comparare i possibili percorsi di cura esistenti in una data struttura – o in un territorio o in una regione – per individuare quelli più appropriati per specifici sottogruppi di popolazione. #ricoverievitabili #fascicolosanitarioelettronico #digitalhealth
Ospedali e medici di famiglia non si parlano: sprecati 6 miliardi in ricoveri
ilsole24ore.com
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La maggioranza ritiene che il Servizio Sanitario Nazionale non sia più in grado di rispondere pienamente ai loro bisogni in ambito sanitario. Secondo la più recente indagine dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, sei milanesi su dieci (60%) considerano inadeguato il servizio pubblico, evidenziando una crescita del malcontento rispetto all’anno scorso, quando solo il 53% esprimeva simili preoccupazioni. Inoltre, la percentuale di chi è soddisfatto delle cure ricevute dal sistema pubblico è scesa al 38%, portando Milano a essere l’unica città tra quelle esaminate a presentare un livello di soddisfazione inferiore al 40%. https://lnkd.in/dx6VHyiG
UniSalute Aumenta l'ansia dei cittadini milanesi per la situazione della sanità pubblica | MAC
https://www.mac-assicurazioni.it
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Cosa succede dietro le quinte di una struttura ospedaliera con la necessità di implementare un nuovo sistema di chiamata infermiera intelligente? Quali sono i fattori chiave per rispondere ai quesiti e ai dubbi dei consulenti tecnologici più attenti? Mettetevi comodi e godetevi il video per scoprirlo!🍿📽 #Irbema #Ascom #Telligence #ChiamataInfermiera #Sanità
I segreti di Ascom Telligence
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I nuovi modelli di cura della sanità territoriale
I nuovi modelli di cura della sanità territoriale
http://salutedigitale.blog
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https://lnkd.in/dBr2Ufct Tra il 2020 e il 2022 negli ospedali italiani sono stati tagliati 32.500 posti letto. In aggiunta, ben 11.000 medici hanno lasciato le strutture pubbliche tra il 2019 e il 2022. È sempre più crisi per il Sistema Sanitario Nazionale Tra il 2020 e il 2022, il sistema ospedaliero italiano ha subito una riduzione di 32.500 posti letto, mentre più di 11.000 medici hanno abbandonato le strutture pubbliche nel periodo compreso tra il 2019 e il 2022. Inoltre, si è registrata una diminuzione dei nosocomi, con la chiusura di 95 strutture nell’arco di 10 anni, pari al 9% del totale. Anche le risorse sono sempre meno. Nel 2024, pur registrando un aumento assoluto nel finanziamento del Fondo sanitario rispetto al 2021, si osserva una diminuzione in rapporto al PIL e una progressiva erosione a causa dell’inflazione. Questi dati sono stati comunicati dalle 75 Società scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari (FoSSC), le quali sollecitano un intervento urgente da parte del governo, proponendo una vasta riforma strutturale e misure immediate per preservare il Servizio sanitario nazionale. Affermano che la mancanza di interventi rischia di compromettere le cure per l’intera popolazione.
Crisi ospedali: 32.500 posti letto in meno nel giro di 2 anni
https://italianmedicalnews.it
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