⌛ Nella #Sanità, le lunghe liste di attesa rappresentano un problema strutturale e di comunicazione che necessita di soluzioni innovative. Secondo l'EngageMinds Hub dell'Università Cattolica, 9 italiani su 10 risentono di questi ritardi. Una migliore organizzazione interna, l'adozione di tecnologie digitali e una comunicazione efficace con i pazienti possono ridurre significativamente i tempi di attesa, migliorando la #PatientExperience. Nel nostro articolo analizziamo il problema e mostriamo le possibili soluzioni per un sistema sanitario più efficiente e patient-centric ⬇ https://lnkd.in/dcDunBP4 #InnovazioneSanitaria #DigitalHealth
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📊 Come aumentare i pazienti nella sanità privata? Nel nostro ultimo articolo approfondiamo come migliorare l’attrattività della struttura e la #PatientRetention attraverso gli analytics. L’utilizzo sapiente della tecnologia avanzata può fornire il giusto supporto nella gestione di tutti gli aspetti chiave del mondo #Healthcare, portando così ad un incremento positivo del numero di assistiti. Leggi l'articolo e scopri come ⬇ https://hubs.la/Q02Jllf80 #InnovazioneSanitaria #DigitalHealth
Digitalizzazione e paziente al centro: come aumentare i pazienti nella tua struttura
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https://lnkd.in/dQ7wYZNY 👨⚕️ Negli ambulatori medici il 73% del tempo dei professionisti sanitari è dedicato a compiti amministrativi e solo il 27% viene dedicato ai pazienti. E il cosiddetto “𝐛𝐮𝐫𝐝𝐞𝐧” 𝐚𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐫𝐚𝐭𝐢𝐯𝐨, segnalato dai clinici come responsabile del loro stress e burnout per oltre il 50% dei casi. L’𝐀𝐈 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚𝐭𝐢𝐯𝐚 può alleggerire il carico amministrativo. #sanità #sanitàpubblica #AI #Salutepubblica #MMG
Sanità, l’intelligenza artificiale entra in Ospedali e ASL - Mohre
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2 milioni e 250 mila ricoveri evitabili l’anno, con uno spreco di 6 miliardi di euro. Questo il risultato di una scarsa comunicazione tra specialisti e MMG, visto che solo nel 15% dei casi, quando un paziente viene ricoverato, c’è stato un consulto tra le due figure professionali, e in 8 casi su 10 i pazienti arrivano in reparto senza un quadro anamnestico, perché il Fascicolo Sanitario Elettronico viene aggiornato 1 volta su 5. E, qualora lo fosse, in molti casi i sistemi informatici delle varie strutture, anche di una stessa regione, hanno difficoltà a comunicare tra loro. Questi i principali dati della survey condotta da FADOI - Società Scientifica di Medicina Interna, su un campione rappresentativo di tutte le Regioni italiane, che evidenzia la profonda cesura che ancora esiste tra ospedale e territorio. Per il 34% delle strutture interpellate, attraverso una migliore presa in carico dei pazienti nel territorio si potrebbero evitare oltre il 30% dei ricoveri. La tecnologia, ad esempio, con un approccio “data driven” potrebbe essere utilmente impiegata per controllare le ospedalizzazioni evitabili, preservando risorse da investire in innovazione e sviluppo. Si potrebbero, infatti, ottenere risultati interessanti, affrontando il problema con un approccio tecnologico basato su sistemi di apprendimento automatico, che raccolgono ed elaborano informazioni strutturate lungo tutto il percorso diagnostico-terapeutico del paziente. Questo approccio consentirebbe, infatti, di comparare i possibili percorsi di cura esistenti in una data struttura – o in un territorio o in una regione – per individuare quelli più appropriati per specifici sottogruppi di popolazione. #ricoverievitabili #fascicolosanitarioelettronico #digitalhealth
Ospedali e medici di famiglia non si parlano: sprecati 6 miliardi in ricoveri
ilsole24ore.com
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La maggioranza ritiene che il Servizio Sanitario Nazionale non sia più in grado di rispondere pienamente ai loro bisogni in ambito sanitario. Secondo la più recente indagine dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, sei milanesi su dieci (60%) considerano inadeguato il servizio pubblico, evidenziando una crescita del malcontento rispetto all’anno scorso, quando solo il 53% esprimeva simili preoccupazioni. Inoltre, la percentuale di chi è soddisfatto delle cure ricevute dal sistema pubblico è scesa al 38%, portando Milano a essere l’unica città tra quelle esaminate a presentare un livello di soddisfazione inferiore al 40%. https://lnkd.in/dx6VHyiG
UniSalute Aumenta l'ansia dei cittadini milanesi per la situazione della sanità pubblica | MAC
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Ormai si legge solo di Tempi di attesa in sanità e del loro rispetto, come se questo fosse l'unico indice di valutazione di un sistema in salute. Se abbattiamo le liste di attesa il nostro sistema sanitario sarà il migliore? Dubito fortemente. Da ciò che leggo e vedo in quei programmi TV in cerca solo di audience, nessuno considera molti altri fattori che sono più importanti e maggiormente impattanti in un'ottica di valutazione e soprattutto sopravvivenza del sistema sanità. Tra i temi che penso abbiano più valore rispetto ai tempi di attesa mi vengono in mente: - Appropriatezza delle prestazioni - Mobilità extraregionale elevata che riduce la possibilità di spesa delle regioni che vanno in debito verso le altre - Stato di degrado di molti degli ospedali pubblici - Scarsi investimenti in innovazione e tecnologia - Mancanza di PDTA multidisciplinari che generano spesso ripetizione di prestazioni senza criterio per pazienti in cura da più specialisti - Mancanza di una rete territoriale di primo accesso che eviti le code negli ospedali e filtri le richieste dei cittadini. Ricordiamo che spesso le ricette vengono fatte su richiesta mediante mail al MMG e che molti, non tutti per fortuna, le fanno - Personale medico sempre più specializzato in singole patologie. Pensate a quanti Cardiologi seguano solo una patologia (esempio Scompenso, ipertensione, aritmie) e quanti non sono in grado di fare un Ecodoppler. Questo ovviamente parcellizza le disponibilità ed allunga le liste famose e tanto amate all'opinione pubblica - etc etc etc A chiusura, faccio una provocazione. E se il nostro sistema modificasse la compartecipazione alla spesa che, per chi non ha patologie, impatta solo quando si ha bisogno, avremmo meno accessi inutili (pensiamo alle visite oculistiche fatte anche una volta l'anno per rifare la montatura) ed un maggior finanziamento del sistema con il ticket che non andrebbe a toccare le fasce debol (esenti) ed i cronici/patologici?
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Come funzionano le liste di attesa in sanità Per capirlo basta avere chiaro in testa due numeri: il tasso di presentazione in un certo territorio del bisogno (ad esempio: quante nuove risonanze al giorno vengono prescritte) e la capacità produttiva in quel territorio (quante risonanze possono essere fatte al massimo date le risorse disponibili, macchine e persone). Se il primo numero è sistematicamente più grande del secondo la lista si allunga. Se invece è inferiore si accorcia. Il primo numero in teoria dovrebbe essere figlio dei protocolli clinici ufficialmente riconosciuti (chiamiamolo “prescritto appropriato”). Se invece c’é più prescritto significa che i singoli medici hanno deciso di non usare il protocollo (ci sono diversi motivi, buoni o cattivi, per cui questo avviene). Quando le liste si allungano oltre certe soglie le persone iniziano ad andare privatamente a fare quella prestazione, se se lo possono permettere. Quindi la gestione delle liste di attesa (non discuto qui di alcuni dettagli di buon senso, tipo la gestione delle cancellazioni in modo che non ci siano buchi in agenda) ha a che fare con quei due numeri e il loro equilibrio nel tempo. Tutti si focalizzano sul secondo mentre per gestirle bisogna focalizzarsi sul primo e riportare il prescritto il più vicino possibile a quello appropriato. Una delle ragioni per cui questa è la soluzione è che in sanità ad aumento di offerta corrisponde sempre aumento di domanda, contrariamente a quanto un cittadino possa pensare
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C’era una volta la sanità pubblica Cinquantamila posti letto persi in vent’anni negli ospedali. Con il privato che avanza Un interessante articolo di Michele Bocci su #LaRepubblica “Anche dopo anni di discussioni su maxi ambulatori con dotazioni tecnologiche, su servizi a domicilio, su centri di riabilitazione o di chirurgia senza ricovero, il luogo simbolo della #cura del #malato resta sempre lo stesso: il letto ospedaliero. È il centro di gravità permanente attorno a cui ruota l’assistenza ma in Italia è sempre più raro. I dati degli ultimi vent’anni raccontano di una riduzione del 22% dei posti nelle strutture pubbliche e di una maggiore tenuta delle private convenzionate, che nello stesso periodo hanno visto un calo del 12%. E se si osservano solo gli ultimi 12 anni, i letti delle cliniche private sono praticamente stabili. I tagli non le hanno toccate. In assoluto, dal 2002 al 2022 gli ospedali hanno perso oltre 50 mila letti. Tra l’altro il calo dei posti è destinato a salire perché nell’ultima rilevazione risentiva ancora degli effetti del Covid, quando sono state aperte molte degenze che le Regioni stanno chiudendo. E infatti tra il 2020 e il 2022, certificano i numeri del ministero alla Salute, c’è stato un primo calo importante. Se la tendenza dovesse proseguire a fine 2024 si arriverà a 80 mila letti in meno rispetto a vent’anni prima. Il taglio dei posti, perseguito negli anni anche attraverso provvedimenti legislativi, non rappresenta di per sé una cosa negativa. Si tratta di un fenomeno complesso e per valutarlo bisogna tenere conto di più fattori. Il presupposto è che con il progresso della #medicina si sono ridotti i tempi di degenza per alcune patologie, ad esempio ci sono interventi chirurgici che richiedono un ricovero molto più breve di un tempo. Poi bisogna calarsi nella realtà italiana, dove la qualità dell’assistenza varia tra le Regioni. Ad esempio, in Piemonte e in Basilicata ci sono 3,7 letti per mille abitanti, in Calabria 2,2 e in Sicilia e Campania 2,6 (ma gli ospedali convenzionati sono numerosi). Eventuali interventi dovrebbero tenere conto di queste differenze. Non solo, i tagli hanno prodotto effetti diversi nelle varie specialità e il risultato è che ci sono più carenze in certi settori, come la medicina interna e la geriatria. Per valutare la situazione italiana vale la pena anche osservare cosa succede nel resto del mondo, tenendo conto che, in base a statistiche internazionali, la nostra #sanità #pubblica resta comunque tra quelle che, non senza problemi, raggiungono buoni punteggi in molti degli indicatori sullo stato di salute dei cittadini. Secondo l’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, da noi nel 2021 c’erano 3,1 letti pubblici per mille abitanti, meno che in Giappone (12,6), Germania (7,8), Ungheria (6,8), Francia (5,7), Grecia (4,3) e Portogallo (3,5). Ma un numero inferiore di posti li hanno Spagna e Olanda (3), Usa (2,8), Regno Unito (2,4) e Svezia (2).” #flpnews
C’era una volta la sanità pubblica
repubblica.it
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In quest'articolo, pubblicato su #01Health, scoprirai tutte le funzionalità e le caratteristiche della nostra soluzione di chiamata infermiere appositamente progettata per i moderni ambienti di cura. La nostra soluzione è in grado di contribuire concretamente a migliorare sia la degenza dei #pazienti – rassicurati di poter contare su un’assistenza a loro disposizione semplicemente premendo un pulsante - sia del personale #infermieristico e #OSS che vedono ridursi il carico di lavoro e che accedono ad un livello migliore di informazioni per lavorare in un ambiente di cura più performante e condiviso https://lnkd.in/dsYQZnZs #telligence #nursecall #technology #patient #safety #innovation Tiziano Pigozzi
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https://lnkd.in/dBr2Ufct Tra il 2020 e il 2022 negli ospedali italiani sono stati tagliati 32.500 posti letto. In aggiunta, ben 11.000 medici hanno lasciato le strutture pubbliche tra il 2019 e il 2022. È sempre più crisi per il Sistema Sanitario Nazionale Tra il 2020 e il 2022, il sistema ospedaliero italiano ha subito una riduzione di 32.500 posti letto, mentre più di 11.000 medici hanno abbandonato le strutture pubbliche nel periodo compreso tra il 2019 e il 2022. Inoltre, si è registrata una diminuzione dei nosocomi, con la chiusura di 95 strutture nell’arco di 10 anni, pari al 9% del totale. Anche le risorse sono sempre meno. Nel 2024, pur registrando un aumento assoluto nel finanziamento del Fondo sanitario rispetto al 2021, si osserva una diminuzione in rapporto al PIL e una progressiva erosione a causa dell’inflazione. Questi dati sono stati comunicati dalle 75 Società scientifiche dei clinici ospedalieri e universitari (FoSSC), le quali sollecitano un intervento urgente da parte del governo, proponendo una vasta riforma strutturale e misure immediate per preservare il Servizio sanitario nazionale. Affermano che la mancanza di interventi rischia di compromettere le cure per l’intera popolazione.
Crisi ospedali: 32.500 posti letto in meno nel giro di 2 anni
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--- Il Patient Journey, nel contesto della nuova riforma della sanità, intercetta sempre più le esigenze del paziente sul territorio e sempre più lui stesso utilizza strumenti avanzati per usufruire dei servizi che la sanità mette a disposizione. --- Il servizio di telemedicina dovrebbe consentire al paziente di spostare le informazioni ma non spostare sé stesso presso gli studi medici (annullamento delle distanze e riduzione delle tempistiche di visita). --- Nei punti di contatto del paziente con i servizi di assistenza sanitaria digitalizzati avviene che i dati clinici sono utilizzati da processi di Machine Learning per produrre informazioni in maniera continua. --- Il paziente stesso con i dispositivi indossabili autoproduce informazioni sul suo stato di salute (monitoraggio in continuo). --- Il percorso digitalizzato del paziente diventa quindi un percorso di assistenza in continuo e soprattutto con un'alta sorveglianza. --- Empowerment è l’inserimento del paziente nel percorso di cura. Il paziente ha un ruolo attivo, come il caregiver, i parenti stretti e il gruppo amicale: il processo di cura non più un processo in solitudine, ma è un percorso sociale e collettivo. --- Il territorio viene promosso come protagonista: il paziente trova sul territorio la risposta al proprio bisogno di salute. Il territorio, soprattutto in relazione al nuovo decreto ministeriale, sarà costellato da nodi della rete. L’intervista a Marcello Guerra funzionario del Ministero della Salute e responsabile del dipartimento di sanità e welfare di #AEPI è stata realizzata da Alessandro Palumbo nel corso della tavola rotonda LA RETE CHE NON C'E organizzata da WELFARE I CARE e moderata da Domenico Donato
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