📻 Oggi a Prima Pagina su Radio 3 il conduttore Oscar Iarussi ha menzionato un tema preoccupante: il crescente scetticismo nei confronti della scienza e della razionalità. Io l’ho notato in particolare tra alcuni segmenti dell’elettorato di destra, come i sostenitori di Trump, ma anche tra i “grillini”. Questo scetticismo si è manifestato in maniera eclatante con la riluttanza a vaccinarsi contro il Covid, e prima contro altre malattie. Attualmente si vede nel rifiuto di accettare le evidenze scientifiche sui cambiamenti climatici causati dall'uomo. Negli Stati Uniti, attualmente, alcuni settori anti-abortisti stanno cercando di far vietare una pillola utilizzata per indurre l’interruzione di gravidanza , sostenendo che sia pericolosa, nonostante tutte le evidenze dimostrino che è sicura ed efficace. Questo fenomeno ha radici profonde e si intreccia spesso con teorie complottiste. Ricordo l'allarmismo ingiustificato sul 5G, sulle scie chimiche, i chip sottopelle, il Wi-Fi e sui cellulari. Andando indietro nel tempo, lo stesso è accaduto con le onde radio, l'energia elettrica e perfino i treni. Non è un fenomeno nuovo, ma sorprende vedere questa recrudescenza di atteggiamenti antiscientifici. Sarebbe fondamentale promuovere maggiormente la conoscenza scientifica per contrastare queste pericolose disinformazioni, anche perché i nemici dell’Occidente, in particolare i servizi di intelligence russi, sono molto attivi nel promuovere temi divisivi che diffondono sfiducia nei confronti delle istituzioni e delle elite. #Scienza #Ragione #Vaccini #Clima #PrimaPagina #Radio3
Post di Mark Pisoni
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#razionalità VS #emotività #pulsione Le TV e la stampa non fa altro che inondarci di notizie drammatiche da “spiegare” o “motivare” per questa o quella ragione. Ma, le azioni più efferate, se pur “meditate”, hanno davvero sede nella “ragione” umana? O, questo concetto è fuorviante? Badate bene, non sto mica sostenendo l’ipotesi di intendere e di volere, anzi, ne avrei da dire! Sto solamente pensando da uomo di scienza. Come #psicoterapeutastrategico sono abituato a guardare il punto di partenza, quindi, se partiamo da una premessa erronea non raggiungeremo mai una risposta esaustivamente esatta. Quindi, la “ragione” è davvero una scelta o è un “timone” che ci orienta in mezzo al mare (parte arcaica/emozioni/percezione) con il quale si possono raggiungere porti sicuri piuttosto che naufragare? #psicoterapiastrategicapomezia #iltuopsicologoonline #psicoterapiaroma #drorakian #thedoccenter #psicologia
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Pensieri di fine anno: L'ERA DELL' USA E GETTA Oggi tutto è "usa e getta". Non solo gli oggetti materiali sono progettati per essere rapidamente sostituiti, ma anche le qualità personali seguono questa logica. Si prediligono caratteristiche immediate ed egoistiche: l'intelligenza per emergere, la capacità di piacere, la furbizia per avere successo, l'ambizione per arrivare primi. Sono doti che esauriscono il loro scopo nell'arco di una vita, senza lasciare tracce durature. Valori come l'altruismo, la costruzione di qualcosa di significativo per la comunità o il proprio sviluppo spirituale non contano. Conta solo ciò che è utile nell'immediato, ciò che porta vantaggi personali. Questo atteggiamento non è nato oggi, ma ha radici lontane: dall'Umanesimo che ha posto l'individuo al centro di tutto, passando per la Rivoluzione Francese e Industriale, fino al consumismo degli ultimi decenni. Oggi questo è il nostro modo di vivere e raramente si è disposti a rinunciare a tale modo di essere. Diventiamo così sempre più simili agli oggetti che acquistiamo: usa e getta. Ieri sera casualmente abbiamo visto uno spezzone di TG serale e constatato la tendenza sempre più crescente, ormai soverchiante, nel mescolare informazione e becero intrattenimento. Fino a una ventina di anni fa i disinformatori di Stato cercavano perlomeno di fingere serietà nelle loro narrazioni a senso unico. Oggi non più, il confine tra giornalismo serio e cronaca leggera è sempre più sfumato. Sanno benissimo che molti degli pseudocantanti o vip di cui parlano hanno un seguito enorme sui social network, pertanto i poveri tg, seguiti ormai solo da pensionati convinti di informarsi, seguono queste tendenze per restare "rilevanti". Che le notizie più importanti per la società vengano marginalizzate non è una novità, certo che però vederli preoccupati per l'assenza di Tony Effe e Mahmood al concerto di capodanno la dice lunga. fonte: Weltanschuung Italia #AvvLuigiDiPrisco
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Infosfera Sgretolante: Meditare per Rinascere nell’Era del Controllo Oggi come al tempo del Covid Sebbene questo articolo prenda spunto dalle sfide emerse durante il periodo pandemico, il tema dell’infosfera invasiva e del suo impatto sulla nostra esistenza è oggi ancora più urgente e attuale. Siamo immersi in un oceano di informazioni, un’infosfera pulsante che, anziché nutrirci, ci avvelena. Il tempo si comprime, opprimente e carico di paura e rabbia accumulate, amplificate da una realtà sempre più complessa e destabilizzante. L’insoddisfazione ribolle, la violenza si annida nell’ombra, mentre le maschere sociali si irrigidiscono in un’armatura soffocante. Eppure, proprio in questo momento di apparente disfatta, si cela il seme di una trasformazione radicale. La propaganda, sottile e pervasiva, si insinua nelle nostre menti come un virus, manipolando le emozioni e oscurando la ragione. Ci inonda di notizie negative, di morti da Covid, dimenticando di bilanciare con le guarigioni, le storie di speranza, i dati che offrono una visione più completa. Il terrore mediatico e politico sostituisce il dibattito, i diktat soffocano il pensiero critico. Ci chiediamo, giustamente, dove sia il limite alle restrizioni della libertà, quali siano le garanzie costituzionali che ci proteggono. Il controllo si insinua nelle nostre case, nelle nostre vite, minacciando di erodere la nostra autonomia. Le conseguenze psicologiche sono devastanti, soprattutto per le nuove generazioni, cresciute in un mondo di isolamento forzato e privazione sociale. Ma non possiamo soccombere alla depressione, all’impotenza, alla rabbia. Queste emozioni, se incanalate correttamente, possono diventare il carburante per un cambiamento profondo. 𝐂𝐨n𝐭𝐢n𝐮𝐚 : 👇👇👇 https://lnkd.in/dnd3BX4m #RisveglioConsapevole #UmanesimoDigitale #LiberarsiDallaMatrice #ConsapevolezzaInteriore #VivereLiberamente #RompereLeCatene #AutorealizzazionePersonale #SfidaDellaLibertà #PensieroAlternativo #VeritàNascosta #RivoluzioneMentale #ViaggioDiRisveglio #LibertàInteriore #OltreLaNarrativa #ConnessioneAutentica #SaluteOlistica #EsistenzaConsapevole #RompereGliSchemi #RiappropriazioneUmana #TecnologiaEUmanità
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"oh-oh mi è semblato di vedele un gatto", anzi sono tanti ed anche molto inca..ati. ------ RAI - ELISIR 02 10 2024 PANICO IN STUDIO 👇 Ipoacusia perché insorge? Risponde in studio il professor Antonio Minni, associato al Dipartimento Organi di Senso della Sapienza Università di Roma. Follow us on Telegram #DifesaMinori Tutti sanno tutto da sempre e questi risultati sono generati da noi stessi. Bizzarro, no? Gli eventi e chi li guida, sono tutte #nostrecreature plasmate dai ns. vizi, bramosie e virtù. Ologrammi di ciò a cui siamo sensibili, temiamo e diamo importanza. Gli effetti, quindi, sono figli degli intenti e il caso non esiste. Così sarà fino a che così noi saremo. E se noi peggioreremo "dentro", il "fuori" peggiorerà, come una trance consensuale dove gli ipnotizzati ipnotizzano a loro volta. Ergo, ciò che abbiamo davanti agli occhi è come #lovoglionogliitaliani e, quindi, #cimeritiamotutto quello che ci capita. Tuttavia, esiste sempre, ed è innervata in ogni effetto, la ns. volontà. Di conseguenza, anche quando evitiamo di agire, decidiamo e agiamo comunque. Fare finta di niente o evitare di ostacolare le disfunzioni, soprattutto quando si ha il potere di bloccarle, è una scelta. Una scelta consapevole e responsabile che ha il doppio effetto negativo. Giustifica la disfunzione, la referenzia e conferisce diritto di manifestarsi al sempre-peggio. What else?
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20 09 2024 #spazzaturaneuronale Molto tempo fa scrissi un pezzo sul broccolare, assai numerose le presenze e le più o meno false notazioni sul tema. Ora si passa al grufolare su Linkedin, moto assai diffuso e da alcuni biasimato ma sotto sotto c'è una complicità pervasiva. So, ne ho la certezza, che ora ci sono alcune ex collegate che lo pensano ora di me, dopo attestati di stime sepolti nella più vacua indifferenza, o incompetenza o incontinenza. Come le domande che non vanno nemmeno poste, se non lo vuoi fare via andare, non dopo ampio provocare. Ma stavamo scherzando, seria-mente, serial fiction un tempo si chiamava scemeggiato. Il problema non sussiste stante la corsa al diminuire il numero dei collegamenti, dei follower, delle visualizzazioni, delle impressioni o dei numeri che non mentono. Mentolano, con aggiunta di mircene. Ora parliamo del mondo avulso, etereo, qualcuno lo chiama virtuale o irreale: dove ci si permette di tutto, senza rispetto, de che? Il rispetto sbandierato come una bandiera gialla su una nave al largo. Oppure la stupefazione di comportamenti biasimati quanto ricercati. A volte mal interpretati, in regime laico. Parli di fisica atomica in tenuta da sera, perché no? Come se andassi in montagna con i sandali e le bermuda, con la camicia hawaiana in dicembre. Si può fare e poi lamentarsi dei soccorsi tardivi e magari a pagamento. Nel mondo social invece tutto libero, deregolamentato, tanto chi controlla? Le autorità pre-poste, telegrafi. Si fa qualsiasi cosa perché non c'è sanzione? O perché c'è la libertà?
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L'Etna e lo Stromboli hanno eruttato in Italia venerdì scorso. Ciò ha dato origine a una nuova ondata di disinformazione online, sostenendo che i vulcani emettono più CO2 dell'attività umana. Alcuni tweet vengono visualizzati milioni di volte, come questo: https://lnkd.in/eMGGmsu7 Molti dei nostri concittadini sono quindi esposti a questa musica insidiosa: dato che forze geologiche al di fuori del nostro controllo stanno causando più danni ambientali di noi, perché dovremmo fare qualcosa? Di fronte a questa potente (e ricorrente) disinformazione, il ruolo dei media tradizionali è quello di riposizionare il cursore per contrastare la forza persuasiva dei post virali sui social network, utilizzando chiari ordini di grandezza. Ad esempio, il contributo umano al ciclo del carbonio è "più di 100 volte superiore" a quello di tutti i vulcani del mondo. È semplice: solo questi media hanno la visibilità e la credibilità necessarie per attaccare la diffusione di queste false informazioni, il prima possibile. Hanno anche il potere di preparare il pubblico esponendolo prima alla decrittazione, prima di esporlo alle false informazioni: sarà più probabile che sia resiliente (il potere della cosiddetta inoculazione è spiegato qui: https://lnkd.in/em7NTY2T), cioè che non ci creda. L'anno scorso, quando il vulcano Fagradalsfjall ha eruttato in Islanda, c'è stata un'ondata di disinformazione simile. Questa vigilanza deve continuare, perché i propagatori della disinformazione sono implacabili nel minare la situazione. Non dimentichiamo che la disinformazione è molto più facile dell'informazione, perché non appena emerge un dubbio, l'evidenza dell'azione (in questo caso, la lotta contro il riscaldamento globale) viene erosa, non solo a livello individuale, ma anche politico ed economico.
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Molti film e serie TV immaginano un futuro distopico. Se vi concentrate sulle notizie che provengono dai soliti mercanti di morte e distruzione, potreste convincervi del fatto che il mondo stia andando in frantumi. Il loro modello di business fa affidamento sul fatto che voi ci crediate. I media sono abilissimi a fare leva sui nostri istinti della negatività, della paura e della prospettiva singola. Nulla è più efficace della rabbia, dell'indignazione e del sensazionalismo per generare clic, ed è proprio questo che ci offrono. I progressi compiuti nel corso degli ultimi cento anni sono impressionanti: - nel 1800, circa l'85 per cento della popolazione mondiale viveva in condizioni di estrema povertà. Nel 1966 questa percentuale è scesa a circa il cinquanta per cento. Recentemente siamo passati a circa il 9 per cento; - nel 1800, solo il 10 per cento circa della popolazione mondiale sapeva leggere e scrivere, ma recentemente il tasso di alfabetizzazione è aumentato fino a circa l’86 per cento; - nel 1800, più del 40 per cento dei bambini moriva prima dei cinque anni. Recentemente il tasso di mortalità infantile globale è sceso al di sotto del 4 per cento; - nel 1800, l'aspettativa di vita media a livello globale era inferiore a trent'anni. Recentemente, l'aspettativa di vita media è salita a oltre settant'anni. Oggi anche chi dispone di pochi mezzi può fare qualche tap sul proprio dispositivo mobile e farsi consegnare il cibo, organizzare gli spostamenti o ricevere intrattenimento su richiesta. Neanche re Salomone, in tutta la sua gloria, ha avuto una vita bella come quella delle moderne persone comuni, anche se a dirla tutta sembrerebbe essersela spassata. Questo non vuol dire che tutti i problemi siano risolti. Vi sono ancora molte sfide da affrontare, ma non credo in un futuro distopico. Semmai viviamo in un presente distopico e il futuro è luminoso. Le generazioni future inorridiranno quando studieranno la storia e scopriranno che gran parte del nostro sistema sanitario era incentrato sulle malattie anziché sul benessere, che siamo stati cosi’ crudeli con gli animali, che abbiamo bruciato combustibili fossili per produrre energia e che abbiamo tollerato la presenza di sostanze chimiche e plastica nel nostro cibo, nella nostra acqua e nell'ambiente.
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Il #cambiamentoclimatico è una fake news? Ovviamente no. Sebbene in molti abbiano cercato di convincere il resto del globo del contrario, adesso le conseguenze di questo fenomeno sono sotto gli occhi di tutti, letteralmente. I 62,3 gradi registrati in Brasile qualche giorno fa sono solo l’ultimissimo titolo di giornale che inevitabilmente fa rabbrividire - pensate che ossimoro - chiunque lo legga. Probabilmente, è proprio per questo che quelli che fino a qualche tempo fa chiamavamo “negazionisti climatici” si sono arresi all’evidenza, assumendo una forma diversa nel loro modo di (non) agire. Mi rifaccio al meraviglioso neologismo di Michael Mann, climatologo di fama mondiale, il quale ha argutamente coniato la definizione di “inattivismo climatico”. Di cosa stiamo parlando? L’#inattivismoclimatico è quella mancata spinta propulsiva che dovrebbe convincere chiunque ad agire per limitare i danni del riscaldamento globale. È l’egoistico procrastinare dietro ogni “c’è ancora tempo”, “ormai è troppo tardi”, “non mi riguarda”, “questo allarmismo mi mette ansia”. Ed eccola qui, l’acerrima nemica dell’equilibrio del quotidiano: l’ansia. Ricordiamo tutti quell’intervento di un anno fa della giovane donna al Giffoni che, rivolgendosi in lacrime al ministro Pichetto Fratin, ha fatto scoprire a molti di noi un sostantivo figlio dei nostri tempi: l’ecoansia. Quante volte abbiamo pensato al futuro dei nostri figli? Quante volte abbiamo immaginato la normalità dei nostri nipoti che non sarà mai come la nostra? Lo ammetto, io penso a questo ogni giorno. La paura di un domani che ci sembra sempre più vicino, in cui le stagioni che abbiamo conosciuto avranno un aspetto diverso, in cui innumerevoli specie animali periranno al pari di uno stegosauro, in cui ci si guarderà indietro e, maledicendo chi ha abitato questa Terra decenni prima, si urlerà straziati “perché non hanno fatto nulla per impedirlo?”. Oggi dobbiamo agire, anche se dirlo così banalmente lo fa sembrare mera retorica. Procrastinare non è una scelta plausibile. E se non vogliamo chiamarla #ecoansia va bene ugualmente, ma guardiamo in faccia la realtà e cambiamo il presente, prima del futuro.
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PERCHE' SERVE IL BENEGIORNALE? Dobbiamo dire basta alla prevalente mala-informazione che padroneggia nei contenuti martellanti degli attuali telegiornali...i danni di questo tipo di comunicazione sono devastanti e producono disagi e preoccupazoni importanti nella popolazione soprattutto più anziana ma anche i più giovani sono investiti dalle cronache del peggio. IL BENEGIORNALE suggerisce alcune soluzioni positive e cambiamenti di rotta proponendo un rivoluzionario bene- giornalismo... i media sembrano insensibili, non vogliono raccontare la parte buona, sana, giusta, bella e meritevole dell'umanità... occorre una metamorfosi del mondo dell'informazione INDISPENSABILE per contribuire al progresso dei valori delle collettività e del bene comune. Il BeneGiornale
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Dovrebbe lasciarti sconcertato leggere di un programma culturale e scientifico trasmesso dalla Rai sospeso perché fa un terzo degli ascolti di Temptation Island, un programma di reality show su Canale 5? No, se l’individuo oggi si destreggia in masse di simili e anonime come lui. No, se il suo anonimato inizia a stargli stretto. No, se il manifestare la propria esistenza digitale diventa un’altra ragione d’essere. La realtà aumentata dalla socialcrazia sbatte contro la realtà diminuita da un bug. La cultura digitalizzata sbatte contro la scultura dell’intelligenza in carne e ossa. È il paradosso della cultura: meno sapere vero c’è in giro più culture finte nascono. Il bisogno di sentirsi apprezzati è così intimo e viscerale che tecniche di brand ci garantiscono l’appagamento personale. Come la più diabolica delle scienze – la biologia – l’algoritmo studia la social-media-vita e il suo modo di conservazione con la social-vitalità. Nessuno però ne è immune. Se tanta parte di ciò che esiste non esiste, il nulla e l’inesistente allora diventano i contenuti dei palinsesti digitali e televisivi. A farne le spese è la biodiversità. Se tutti gli esseri di una specie apparissero uguali l’uno all’altro quella specie sarebbe destinata a estinguersi. Dall’isola della tentazione all’estinzione dell’isola. #statinteressanti La realtà diminuita da un bug in Rai.
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7 mesiAssolutamente, è così!