Il termine greco phronesis (phren: mente) si traduce con il lemma sapienza. In Platone sta a significare insieme il sapere teoretico ( sophia) ed il sapere pratico, cioè il sapere pratico in vista dell’agire. Aristotele invece e soprattutto in occasione della trattazione della etica userà un linguaggio più tecnico e manterrà distinti i due significati. Le caretterizzaziono della vita come pratica ascetica e della morte come purificazione della anima e del corpo ( ciò che tiene incatenata l‘anima stessa) sono eredità che derivano a Platone dall’orfismo
Post di Martina Di Giovanni
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Dalla collaborazione con Darwin alla riscoperta del cristianesimo, il percorso spirituale e scientifico di uno dei pionieri della psicologia comparata
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>>>>https://lnkd.in/dhQE4h57 Freud - La teoria psicoanalitica dell'arte e della religione L'arte può essere terapeutica? Con che tipo di prodotti culturali abbiamo a che fare oggi? Che rapporto hanno con la nostra vita interiore e psichica e con le nostre pulsioni di libido e destrudo? Psicoanalisi e realtà virtuale: i giovani e i film-spazzatura. Ecologia della mente.
Freud - La teoria psicoanalitica dell'arte e della religione
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Gli ultimi versi di "Eruzione" di Marina Barbera. Imparare a restare calmi quando tutto intorno va in frantumi, acquistare quella atarassia di cui tanto parlavano i filosofi, è un percorso lungo e difficile. #filosofiagreca #filosofia #atarassia #poesia #poesiaitaliana #letteratura #letteraturaitaliana #versi
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Hyle. Breve storia della materia increata Un saggio di Davide Ragnolini Chi scrive da tempo sostiene che compito prioritario del filosofare sia il recupero dell’idea di physis, di natura in senso greco. Essa indica il luogo sorgivo, originario, a cui gli enti fanno ritorno dopo il loro iter esistenziale. Di fronte al thauma, indotto dalla physis, nasce il pensiero: è il risultato, al medesimo tempo, dalla meraviglia e dal senso tragico del vivere, esperito nella constatazione del limite cui ogni vita è appesa. Nel Novecento, Karl Löwith, più di altri, ha colto il senso della physis quale unica trascendenza cui guardare. Usciamo pertanto compiaciuti dalla lettura di un testo, in questo senso significativo, di Davide Ragnolini, Hyle. Breve storia della materia increata, edito da Rubbettino (per ordini: 0968/66642012, pp. 131, euro 16,00). Il saggio è costruito su un’ampia conoscenza delle fonti e sulla più accreditata bibliografia critica, che l’autore discute, con organicità esegetica e pertinenza argomentativa. Si tratta della storia filosofico-teologica dell’oblio nel quale, nel corso del tempo, in Europa è stato relegato il concetto di hyle, materia. Intento del saggio è suggerire: «che la stessa storia filosofica e teologica occidentale può essere riletta a partire dal problema della giustificazione della materia […] Dalla Patristica e dalla Scolastica, infatti, la storia della filosofia ha creato strategie speculative per domare questo problema» (p. 8). Ragnolini, nelle proprie analisi, ha ben presenti gli interpreti eterodossi intenzionali dell’aristotelismo, che hanno rilevato il tratto centrale, niente affatto secondario, della hyle nel sistema dello Stagirita. Non c’è dubbio, infatti, che fu proprio il filosofo della Metafisica a introdurre nella storia del pensiero tale concetto in modo compiuto e definito. Non è casuale che nel suo Lexicon del 1967, Francis E. Peters definisca la hyle: «termine puramente aristotelico» (p. 11). A tanto lo Stagirita era giunto riflettendo sia sulla filosofia presocratica, quanto su Esiodo e il mito. Károly Kerény ha attribuito al caos esiodeo tratto spaziale: solo in tal senso il caos: «avrebbe potuto fungere da primum inter primas» (p. 15), cosa peraltro intuita dal filosofo della Fisica. Per Aristotele: «ha il primo posto la sostanza che è semplice ed è in atto» (p. 16). L’origine, pertanto, non è una non-sostanza, ma una realtà da cui derivarono “altre sostanze”. La hyle è ontologicamente indipendente, non ha causa efficiente che la preceda. In tale contesto, Aristotele non guardò solo agli ionici Talete, Anassimandro e Anassimene, ma si volse anche agli italici, agli eleati. A ben guardare, lo stesso essere di Parmenide, pensato in forma sferica, presentava dei “confini”, possedeva, dunque, una realtà “corporea”, non meramente spirituale. Se fosse stato mera realtà spirituale, l’essere del grande eleate sarebbe dovuto essere “in ogni luogo” e, come tutto ciò che fluisce, non avr...
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FICHTE IL PADRE DELL'IDEALISMO TEDESCO https://lnkd.in/dZZGQySj 1) L'Io pone se stesso L'Io pone sé stesso (tesi) Nella filosofia aristotelica il principio su cui si fondava la scienza era quello di non contraddizione: «A diverso da non A». La filosofia moderna e la stessa filosofia kantiana pongono invece l'accento sul principio di identità: «A = A» . Fichte afferma che entrambi i principi sono però da giustificare, in quanto derivano a loro volta da uno più generale: l'Io. Se non ci fosse l'Io infatti, non sarebbe possibile affermare i primi due principi. È l'io che pone il legame logico A = A, e che quindi pone lo stesso A, mentre l'Io non è posto da nessun altro se non da sé medesimo. Poiché è condizionato solo da sé, l'Io si autopone affermando «Io = Io». La concezione comune ci farebbe pensare che prima vengono gli oggetti e successivamente le funzioni compiute dagli stessi, ma Fichte è categorico nel rovesciare questa credenza. Ciò che viene comunemente chiamato "cosa", oggetto, non è altro che il risultato di un'attività. Nella metafisica classica si diceva: operari sequitur esse («l'azione consegue all'essere»), Fichte ora afferma: esse sequitur operari («l'essere consegue all'azione»). L'essenza dell'io consiste proprio in un'attività, di natura autocosciente, che viene all'essere in quanto si autopone: il suo pensare è creare. L'Io fichtiano è, quindi, l'intuizione intellettuale che Kant riteneva impossibile all'uomo poiché coincidente con l'intuizione di una mente creatrice. L'Io non coincide con il singolo io empirico, ma è l'Io assoluto da cui tutto deriva. Questa tesi si articolerà in altri due principi che mostrano la molteplicità degli io individuali e l'inesistenza di un mondo esterno.
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Zang Fu. Organi e Visceri: La loro relazione all'interno del pensiero medico- filosofico cinese. L'insegnamento della M.T.C. è molto complesso in quanto ci si trovadi fronte ad una costituzione filosofica molto vasta, nella quale ogni manifestazione del corpo e delle sue parti corrisponde ad un'ampia visione universale. Ogni parte dell'Essere Umano è legata all'ordine dell'Universo in modo indissolubile. Al sistema Occidentale di origine cartesiana si contrappone una visione che pone l'uomo al centro dell'Universo e ne studia i diversi comportamenti in stretto legame con gli altri elementi del Cosmo. È utile dire che le tappe del corpo umano e delle malattie corrispondenti ad un pensiero globale molto coerente. Tale pensiero comanda e mette in relazione, in maniera dialettica tutte le manifestazioni dell'Universo e del corpo Umano di cui fa parte e si anima insieme. Ogni termine per un suo significato è rappresentazione pittografica va al di sopra della sua definizione realistica e intellettuale, è un' indicazione di tipo filosofico, metafisico e psicologico per comprendere la Relazione tra l'universo e l'Uomo Dal libro "l'antica arte del respiro e della meditazione Taoista". di Angelo Cospito
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È uscito il primo, di una serie di articoli che rileggono i miti dell’antica Grecia attraverso le lenti della psicologia archetipica. Dietro a questa ri-lettura c’è un metodo di lavoro, basato su determinati presupposti. Questo primo articolo, introduce, seppur in maniera sintetica, ai paradigmi che contraddistinguono questa chiave di lettura riassunta dal motto di Antoine de Saint-Exupéry: «L’essenziale è invisibile agli occhi» 𝐋𝐚 𝐦𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐚 𝐠𝐫𝐞𝐜𝐚 𝐞 𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐫𝐜𝐡𝐞𝐭𝐢𝐩𝐢: 𝐢𝐧𝐭𝐫𝐨𝐝𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐫𝐢𝐥𝐞𝐭𝐭𝐮𝐫𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐦𝐢𝐭𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐧𝐭𝐢𝐜𝐚 𝐆𝐫𝐞𝐜𝐢𝐚 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐥𝐞 𝐥𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐬𝐢𝐜𝐨𝐥𝐨𝐠𝐢𝐚 𝐚𝐫𝐜𝐡𝐞𝐭𝐢𝐩𝐢𝐜𝐚 https://lnkd.in/dVyCXdWs #progettomontecristo #ancientgreek #anticagrecia #archetipi#archetypalpsychology #conoscitestesso, #jameshillman, #mitologiaedarchetipi, #mythologyandarchetypes #psicologiaarchetipica, #renaissance, #rinascimento, #γνῶϑισεαυτόν Rebis The Artist Mirella R. Alessandro Basile Antonio Servadio 📌 Pedro Menezes Alves Laureano IEF - Istituto per gli Studi Filosofici
La mitologia greca e gli archetipi: introduzione alla rilettura dei miti dell’antica Grecia attraverso le lenti della psicologia archetipica
https://progettomontecristo.editorialedelfino.it
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La mitologia greca e gli archetipi: introduzione alla rilettura dei miti dell’antica Grecia attraverso le lenti della psicologia archetipica
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Il pensiero junghiano ci insegna che per raggiungere l'armonia dobbiamo integrare gli opposti: spirito e materia, mente e corpo. ✨ In questa visione, il processo di individuazione ci guida verso l'equilibrio tra le forze che ci governano, con l'archetipo del Sé come faro. 🌟 In che modo la nostra vita moderna può trovare questo equilibrio? Un modo è applicare la "visione in trasperenza", la lettura delle esperienze attraverso gli occhi degli archetipi. Un esempio è riscontrabile nell'interpretazione archetipica che ho provato a dare del Ciclo della Fondazione di Isaac Asimov. Come mi è stato insegnato possiamo affermare che "non esistono libri di psicologia, ma letture psicologiche di libri". 💫 #Individuazione #EssereSeStessi #conoscitestesso #PsicologiaAnalitica #Identità #ScopriTeStesso #ConoscenzaInteriore #Autenticità #SviluppoPersonale #Psicologia #CrescitaPersonale #BenessereMentale #PsicologoPerugia #psicologiajunghianaperugia #mindset #psicologiaarchetipica #archetipi #sogni #anima #trasformazione #TrasformazionePersonale #trasformazioneinteriore #autoaccettazione #Spirito #Materia #Fondazione #Asimov #Scifi #SpiritoEVita #materia https://lnkd.in/eTDs6kpX
Il Ciclo della Fondazione di Isaac Asimov: la sintesi tra Spirito e Materia
https://www.psicologiajunghianaperugia.it
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È POSSIBILE DIMOSTRARE L’ESISTENZA DI DIO PER VIA RAZIONALE? PROVEREMO A RISPONDERE A QUESTA DOMANDA ESPLORANDO ALCUNI CELEBRI PASSI DELLA FILOSOFIA MEDIEVALE. L’APPUNTAMENTO DI OGGI CHIAMA IN CAUSA SANT’ANSELMO D’AOSTA, DOCTOR MAGNIFICUS, E LA SUA CELEBRE PROVA ONTOLOGICA DELL’ESISTENZA DI DIO CHE CERCHEREMO DI ESAMINARE INSIEME, IN MANIERA SEMPLICE E ORDINATA. Premiere 20/06/2024 ore 19:00 >>>>https://lnkd.in/dTKstPqE Cosa ci dice la filosofia a proposito dell’esistenza di Dio? La prova ontologica di S. Anselmo La prova ontologica dell’esistenza di Dio esposta nel Proslogion di Anselmo d’Aosta. Funzionamento dell’argomento a priori. Fortuna e critiche alla prova ontologica. È la ragione che giustifica la fede o la fede a guidare la ragione?
Cosa ci dice la filosofia a proposito dell’esistenza di Dio? La prova ontologica di S. Anselmo
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