Post di Nicolò Bilancioni

𝐈𝐥 𝐓𝐫𝐢𝐛𝐮𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐁𝐫𝐞𝐬𝐜𝐢𝐚 (𝐯𝐞𝐫𝐬𝐮𝐬 𝐂𝐚𝐬𝐬𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, 𝐬𝐞𝐩𝐩𝐮𝐫 𝐧𝐨𝐧 𝐞𝐬𝐩𝐥𝐢𝐜𝐢𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞, 𝐧.𝐝.𝐫.) 𝐢𝐧 𝐩𝐮𝐧𝐭𝐨 𝐚 𝐧𝐮𝐥𝐥𝐢𝐭à 𝐩𝐚𝐫𝐳𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐟𝐢𝐝𝐞𝐢𝐮𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐨𝐫𝐦𝐞 𝐚𝐥 𝐦𝐨𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐀𝐁𝐈 𝐬𝐚𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐭𝐨: "Il tribunale conferma la propria adesione a tale orientamento, peraltro già adottato nel periodo anteriore alla pronuncia delle Sezioni Unite – 𝐚 𝐧𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐫𝐢𝐥𝐞𝐯𝐚𝐧𝐝𝐨, 𝐚𝐯𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐭𝐚𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐥𝐮𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞, 𝐜𝐡𝐞 𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐢 𝐝𝐞 𝐪𝐮𝐢𝐛𝐮𝐬 𝐬𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐥𝐮𝐬𝐢 𝐚 𝐧𝐨𝐭𝐞𝐯𝐨𝐥𝐞 𝐝𝐢𝐬𝐭𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨𝐫𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐬𝐚 𝐚𝐧𝐭𝐢𝐜𝐨𝐧𝐜𝐨𝐫𝐫𝐞𝐧𝐳𝐢𝐚𝐥𝐞, 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐟𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐪𝐮𝐞 𝐢𝐥 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐞𝐧𝐮𝐭𝐨 𝐫𝐢𝐜𝐚𝐥𝐜𝐚 𝐩𝐞𝐝𝐢𝐬𝐬𝐞𝐪𝐮𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐥𝐞 𝐜𝐥𝐚𝐮𝐬𝐨𝐥𝐞 𝐬𝐚𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐧𝐮𝐥𝐥𝐢𝐭à. Ciò da cui consegue la nullità delle clausole nn. 2, 5 e 6 del contratto di fidejussione omnibus (vale a dire le clausole che ripropongono letteralmente le cc.dd. clausole di sopravvivenza, di reviviscenza e la rinuncia ai termini ex art. 1957 cod, civ., oggetto del provvedimento n. 55 emesso il 2 maggio 2005 dalla Banca d’Italia in funzione di Autorità garante della concorrenza" (sent. 5211 16.12.2024). #fideiussione #schemaABI #intesa

Ottimo articolo !! Complimenti

𝐋𝐚 𝐂𝐚𝐬𝐬𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 (senza grandi difficoltà) "𝐜𝐡𝐢𝐮𝐝𝐞" sulla portata della prova privilegiata del Provvedimento sanzionatorio B.I. 55/2005 rispetto alle 𝐟𝐢𝐝𝐞𝐢𝐮𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐬𝐩𝐞𝐜𝐢𝐟𝐢𝐜𝐡𝐞 ed ai 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐢 𝐚𝐮𝐭𝐨𝐧𝐨𝐦𝐢 𝐝𝐢 𝐠𝐚𝐫𝐚𝐧𝐳𝐢𝐚: essi sono fuori dal relativo perimetro. Così, Cass. 19401/2024: "Infine, va rimarcato che la fideiussione sottoscritta dal B. era chiaramente una “Fideiussione specifica” (...) e non “omnibus”, mentre la declaratoria di nullità della fideiussione che ricalchi lo schema esaminato dal menzionato provvedimento della Banca d’Italia n. 55 del 2005 postula che la fideiussione stessa sia qualificabile come omnibus". Adde, la proposta di definizione accelerata 380bis c.p.c. 19.07.2024: "peraltro, se - come rilevato dalla Corte di appello – il provvedimento n. 55 del 2005 della Banca d'Italia concerneva le sole fideiussioni omnibus, l'istante non può certo pretendere di ricavare da esso la nullità di una intesa restrittiva atta a incidere su contratti di garanzia di diverso contenuto: in caso di stipula di contratti non riconducibili alle fideiussioni omnibus l'odierno ricorrente era piuttosto tenuto a dimostrare l'illecito antritrust senza potersi avvalere di alcuna prova privilegiata, inerendo questa a un accordo anticoncorrenziale che riguardava, per l'appunto, le sole fideiussioni omnibus, e non negozi di differente contenuto " Così anche Cass., n. 10689/24: "ne deriva, diversamente, che non è possibile ritenere, sempre e solo in relazione al citato provvedimento della Banca d'Italia n. 55/2005, che anche le condizioni delle fideiussioni specifiche siano il frutto d'intesa anticoncorrenziale, per cui in presenza, nella sostanza, di una fideiussione specifica con la quale la garante si è impegnato in solido con la debitrice, per una obbligazione singolarmente determinata, non è ravvisabile alcuna nullità”. Ancora, la pronuncia n. 18079/2024: "In proposito, infatti, è doveroso rimarcare, innanzitutto, che la corte territoriale ha ribadito la qualificazione (già sancita da Tribunale) delle garanzie de quibus in termini di contratti autonomi di garanzia, piuttosto che di fideiussioni (peraltro specifiche, e nemmeno omnibus), sicché ad esse, proprio per la menzionata natura attribuitale da entrambi i giudici di merito, non possono estendersi le considerazioni rinvenibili nel provvedimento della Banca d'Italia n. 55 del 2005, ivi riferite alla sola fattispecie - la cui notoria diversità rispetto ai primi è tale da non richiedere ulteriori specificazioni in questa sede - della fideiussione cd. omnibus. (...) A tanto deve solo aggiungersi, da un lato, che la corte distrettuale ha comunque escluso l'applicabilità della qui invocata disciplina antitrust essendosi al cospetto di contratti autonomi di garanzia e non di fideiussioni (peraltro nemmeno omnibus, ma specifiche)". #provvedimentosanzionatorio #ABI #fideiussionespecifica #contrattoautonomo #antitrust

𝐈𝐥 𝐓𝐫𝐢𝐛𝐮𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐆𝐞𝐧𝐨𝐯𝐚 𝐬𝐢 𝐩𝐨𝐧𝐞 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐥𝐢𝐧𝐞𝐚 (di un certo orientamento) della 𝐂.𝐝.𝐀. 𝐝𝐢 𝐌𝐢𝐥𝐚𝐧𝐨: "𝐬𝐞𝐜𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐥𝐚 𝐩𝐢ù 𝐫𝐞𝐜𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐞𝐝 𝐚𝐮𝐭𝐨𝐫𝐞𝐯𝐨𝐥𝐞 𝐠𝐢𝐮𝐫𝐢𝐬𝐩𝐫𝐮𝐝𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐫𝐢𝐟𝐞𝐫𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐟𝐢𝐝𝐞𝐢𝐮𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐞𝐬𝐬𝐞 𝐝𝐨𝐩𝐨 𝐢𝐥 2005 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐯𝐞𝐝𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐁𝐚𝐧𝐜𝐚 𝐝’𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚 𝐟𝐨𝐫𝐧𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐮𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐢𝐮𝐫𝐢𝐬 𝐭𝐚𝐧𝐭𝐮𝐦 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐭𝐭𝐮𝐚𝐥𝐢𝐭à 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐢𝐧𝐭𝐞𝐬𝐚 𝐥𝐚𝐝𝐝𝐨𝐯𝐞 𝐬𝐢 𝐚𝐜𝐜𝐞𝐫𝐭𝐢 𝐥𝐚 𝐫𝐢𝐩𝐫𝐨𝐝𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐜𝐥𝐚𝐮𝐬𝐨𝐥𝐞 𝐯𝐢𝐞𝐭𝐚𝐭𝐞"; inoltre, 𝐥𝐚 𝐦𝐞𝐫𝐚 𝐜𝐥𝐚𝐮𝐬𝐨𝐥𝐚 "𝐚 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐫𝐢𝐜𝐡𝐢𝐞𝐬𝐭𝐚" – in assenza di quella di rinuncia ad opporre eccezioni – 𝐧𝐨𝐧 𝐟𝐚 𝐮𝐧 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐚𝐮𝐭𝐨𝐧𝐨𝐦𝐨 𝐝𝐢 𝐠𝐚𝐫𝐚𝐧𝐳𝐢𝐚 (𝐓𝐫𝐢𝐛. 𝐝𝐢 𝐆𝐞𝐧𝐨𝐯𝐚, 𝐬𝐞𝐧𝐭. n. 2641 pubbl.15.10.2024). Nello specifico, "con riferimento a tale obbligazione [fideiussione omnibus del 2012, n.d.r.] non ha pregio l’assunto secondo il quale l’accertamento della Banca d’Italia costituisce prova qualificata limitatamente al periodo in cui è stata svolta l’indagine da parte dell’Istituto (2002-2005) e non con riferimento alle fideiussioni concesse dopo il 2005. Sebbene, infatti, nel passato l’orientamento riteneva che la stipula del contratto successiva al 2005 richiedesse una prova rigorosa e puntuale della perdurante intesa anticoncorrenziale a monte, con onere del fideiussore di allegare e dimostrare la sussistenza di tale intesa, secondo la più recente ed autorevole giurisprudenza anche con riferimento alle fideiussioni concesse dopo il 2005 il provvedimento della Banca d’Italia fornisce una presunzione iuris tantum dell’attualità dell’intesa laddove si accerti la riproduzione delle clausole vietate - vedi CA Milano n. 1441/2024 in cui si afferma che “ciò che assume rilievo, (...) è il fatto che dette clausole costituiscono lo sbocco dell'intesa vietata e, cioè, che attraverso dette disposizioni, unilateralmente predisposte dalla banca, alle quali ha aderito con la propria sottoscrizione, si siano attuati gli effetti della condotta illecita. Ritiene la Corte che la presenza, nel modulo contrattuale in esame, di clausole perfettamente coincidenti con quelle censurate dalla Banca d’Italia, rende la circostanza che la fideiussione sia stata stipulata nel 2007 del tutto irrilevante (...). Applicando tale principio al caso di specie – e considerato che la fideiussione per cui è causa risale al 2012 – si rende pertanto necessario accertare la coincidenza delle condizioni contrattuali con le clausole sanzionate nel 2005 dalla Banca d’Italia. Parte convenuta ha assolto al proprio onere probatorio producendo il contratto di fideiussione omnibus del 14.3.2012 dal quale emerge la corrispondenza delle clausole di cui ai numeri 2, 4 e 6 alle clausole vietate dalla Banca d’Italia". #fideiussioneomnibus #schemaABI #provvedimentoBI #intesanticoncorrenziale

𝐋𝐚 𝐂𝐚𝐬𝐬𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 (𝐩𝐮𝐫 𝐜𝐨𝐧 𝐬𝐮𝐜𝐜𝐢𝐧𝐭𝐚 𝐦𝐨𝐭𝐢𝐯𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞) 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐞𝐫𝐦𝐚 𝐥𝐚 𝐂.𝐝.𝐀. 𝐝𝐢 𝐋’𝐀𝐪𝐮𝐢𝐥𝐚 𝐞𝐝 𝐞𝐫𝐢𝐠𝐞 𝐮𝐧 𝐚𝐫𝐠𝐢𝐧𝐞: 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐯𝐞𝐝𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 di 𝐁.𝐈. 55/2005 𝐡𝐚 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐢𝐦𝐞𝐭𝐫𝐨 𝐚𝐩𝐩𝐥𝐢𝐜𝐚𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐥𝐞 𝐟𝐢𝐝𝐞𝐢𝐮𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐯𝐞𝐧𝐮𝐭𝐞 𝐧𝐞𝐥 𝐩𝐞𝐫𝐢𝐨𝐝𝐨 2002/2005 𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐜𝐨𝐩𝐫𝐞 𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐢 𝐚𝐮𝐭𝐨𝐧𝐨𝐦𝐢 𝐝𝐢 𝐠𝐚𝐫𝐚𝐧𝐳𝐢𝐚 (𝐂𝐚𝐬𝐬. 26380 e 26383 10.10.2024, I Sez. Civ., Pres. Terrusi, Rel. Campese). In tal senso, “va qui solo aggiunto, da un lato, che del tutto correttamente quest'ultima ha considerato irrilevanti, nella specie, i principi desumibili da Cass., SU, n. 41944 del 2021: essi, infatti, si riferiscono a fideiussioni contenenti determinate clausole, che qui neppure risulta fossero effettivamente state pattuite, contenute in fideiussioni stipulate nell'arco temporale, scrutinato dalla Banca d'Italia, 2002-2005, non ai contratti autonomi di garanzia (tra i quali la corte distrettuale ha motivatamente inteso ricomprendere la garanzia prestata dagli appellanti)”. Occorre, pertanto, prendere atto di tale recente approdo di legittimità. #fideiussione #contrattoautonomo #schemaABI #intesaanticoncorrenziale #provevdimentosanzionatorioBI #concorrenza #intesa

𝐋𝐚 𝐂𝐨𝐫𝐭𝐞 𝐝'𝐀𝐩𝐩𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐝𝐢 𝐍𝐚𝐩𝐨𝐥𝐢 𝐫𝐢𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚 𝐢𝐥 𝐓𝐫𝐢𝐛𝐮𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞𝐧𝐨𝐩𝐞𝐨: 𝐬𝐛𝐚𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐢𝐥 𝐠𝐢𝐮𝐝𝐢𝐜𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐨 𝐠𝐫𝐚𝐝𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐚𝐟𝐟𝐞𝐫𝐦𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐠𝐥𝐢 𝐨𝐩𝐩𝐨𝐧𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐟𝐨𝐬𝐬𝐞𝐫𝐨 𝐨𝐧𝐞𝐫𝐚𝐭𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐞𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐧𝐳𝐚 – 𝐚𝐥 𝐦𝐨𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐨𝐭𝐭𝐨𝐬𝐜𝐫𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐨 – 𝐝𝐢 𝐮𝐧'𝐢𝐧𝐭𝐞𝐬𝐚, 𝐬𝐮𝐬𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐢𝐧𝐯𝐞𝐜𝐞 𝐥𝐚 𝐧𝐮𝐥𝐥𝐢𝐭à 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐜𝐥𝐚𝐮𝐬𝐨𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐟𝐢𝐝𝐞𝐢𝐮𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐨𝐦𝐧𝐢𝐛𝐮𝐬 𝐬𝐨𝐭𝐭𝐨𝐬𝐜𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐝𝐚𝐭𝐚 28.06.2016 𝐬𝐢𝐜𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐫𝐢𝐩𝐫𝐨𝐝𝐮𝐜𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐨𝐠𝐠𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐯𝐞𝐝𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐬𝐚𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢𝐨 𝐝𝐢 𝐁𝐚𝐧𝐜𝐚 𝐝'𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚; 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐞𝐬ì 𝐚𝐜𝐜𝐨𝐥𝐭𝐚 𝐥'𝐞𝐜𝐜𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐝𝐞𝐜𝐚𝐝𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐢𝐧 𝐚𝐬𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐢 𝐢𝐬𝐭𝐚𝐧𝐳𝐞 𝐠𝐢𝐮𝐝𝐢𝐳𝐢𝐚𝐫𝐢𝐞 𝐧𝐞𝐥 𝐭𝐞𝐫𝐦𝐢𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐥𝐞𝐠𝐠𝐞 (C.d.A. di Napoli, sent. 4738 pubbl. 22.11.2024). Nella specie, il Tribunale aveva ritenuto che gli opponenti fossero onerati di provare, oltre alla riproduzione nel contratto di fideiussione omnibus sottoscritto delle clausole predisposte dall'A.B.I, dichiarate nulle dalla Banca d'Italia, anche l'esistenza di un'intesa illecita anticoncorrenziale posta in essere all'epoca di sottoscrizione della fideiussione, trattandosi di contratto stipulato in epoca successiva al provvedimento reso dalla Banca d'Italia il 02.05.2005. Tuttavia, "la violazione si riscontra in ogni caso in cui tra l'atto a monte ed il contratto a valle sussista un nesso che faccia apparire la connessione tra i due atti funzionale a produrre l'effetto anticoncorrenziale e, dunque, anche nel caso in cui il contratto a valle sia interamente o parzialmente riproduttivo dell'intesa a monte dichiarata nulla dall'autorità antitrust, venendo in tal modo a costituire lo strumento di attuazione dell'intesa anticoncorrenziale. Dunque, al contrario di quanto ritenuto dal Tribunale di Napoli, sussiste nel caso di specie la nullità delle clausole del contratto di fideiussione omnibus sottoscritto in data 28.06.2016 dagli appellanti, che riproducono quelle dichiarate nulle". "Ulteriore conseguenza dell'accertata nullità di dette clausole ed, in particolare della clausola n. 6 di rinuncia al termine imposto dall'art. 1957 c.c., è l'intervenuta decadenza [...] dal diritto di escutere la garanzia fideiussoria, essendo pacifico e non contestato che a fronte della revoca degli affidamenti e della richiesta di rientro inviata alla società debitrice principale ed ai garanti il 13.07.2017, nessuna azione giudiziaria ed attività di recupero del credito [...] è stata posta in essere sino al luglio dell'anno successivo, quando è stato richiesto e notificato il decreto ingiuntivo oggetto di opposizione, che va pertanto revocato". #fideiussioneomnibus #intesa #schemaABI #antitrust #nullità #decadenza #1957cc

La Terza Sezione della 𝐂𝐨𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐂𝐚𝐬𝐬𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, con sentenza n. 27243 del 21 ottobre 2024 (Pres. Scarano, Rel. Graziosi), si è pronunciata sulla dedotta 𝐧𝐮𝐥𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐩𝐚𝐫𝐳𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐟𝐢𝐝𝐞𝐢𝐮𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞, estendendo esplicitamente alle fideiussioni specifiche la portata applicativa dei principi espressi dalle 𝐒𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐔𝐧𝐢𝐭𝐞 41994/2021 in tema di nullità dei contratti fideiussori, a valle di intese dichiarate nulle dall’𝐀𝐮𝐭𝐨𝐫𝐢𝐭𝐚̀ 𝐆𝐚𝐫𝐚𝐧𝐭𝐞 della concorrenza, in quanto 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐨𝐫𝐦𝐢 𝐚𝐥 𝐦𝐨𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐀𝐁𝐈 ritenuto 𝐚𝐧𝐭𝐢𝐜𝐨𝐧𝐜𝐨𝐫𝐫𝐞𝐧𝐳𝐢𝐚𝐥𝐞. #banca #contratti #garanzie #fideiussioni #sezioniunite #cortedicassazione #autoritàgarante #ABI

mah??? Tale orientamento, non mi pare condivisibile in quanto: i testi sono identici (lo schema ABI è presente tanto nelle ‘omnibus’ quanto nelle ‘specifiche’); l’origine è la medesima (entrambe le tipologie di fideiussioni traggono origine dalla circolare ABI del 1987 n. 20 del 17/6/87); la Cassazione che ha giudicato il tema non ha fatto distinzione alcuna tra fideiussioni omnibus e specifiche (ord. n. 30818/18) così come neanche l’ABF Collegio di Milano (decisione 16558/19). L’unica differenza tra le fideiussioni omnibus e quelle specifiche consiste nell’oggetto della garanzia: le prime riguardano tutte le obbligazioni di un debitore; quelle specifiche riguardano le obbligazioni nascenti da una (o plurime) specifica operazione/i. Lo schema ABI usato è il medesimo. Riconoscere, solo per il diverso nomen juris, legittimità alle fideiussioni specifiche schema ABI e, contestualmente, escluderla nelle “gemelle” fideiussioni omnibus, significa - di fatto - consentire alla banca di eludere facilmente il precetto antitrust. Se il prodotto (schema ABI) è “avvelenato”, non può essere utilizzato in nessun caso (fideiussione omnibus o specifica che sia).

𝐋𝐚 "𝐯𝐢𝐭𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐏𝐢𝐫𝐫𝐨" 𝐞 𝐥𝐚 "𝐦𝐨𝐫𝐬𝐚" 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐞𝐜𝐜𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐢𝐧 𝐬𝐞𝐧𝐬𝐨 𝐬𝐭𝐫𝐞𝐭𝐭𝐨: 𝐝𝐨𝐩𝐨 𝐚𝐯𝐞𝐫 𝐨𝐭𝐭𝐞𝐧𝐮𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐬𝐞𝐝𝐞 𝐝𝐢 𝐦𝐞𝐫𝐢𝐭𝐨 𝐥𝐚 𝐝𝐢𝐜𝐡𝐢𝐚𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐧𝐮𝐥𝐥𝐢𝐭à 𝐩𝐚𝐫𝐳𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐟𝐢𝐝𝐞𝐢𝐮𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞, 𝐧𝐨𝐧𝐨𝐬𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞, 𝐩𝐞𝐫𝐚𝐥𝐭𝐫𝐨, 𝐥𝐚 𝐦𝐚𝐧𝐜𝐚𝐭𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐝𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐯𝐞𝐝𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐬𝐚𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢𝐨, 𝐧𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐞 𝐧𝐞 𝐟𝐚 di essa 𝐢𝐥 𝐟𝐢𝐝𝐞𝐢𝐮𝐬𝐬𝐨𝐫𝐞, 𝐢𝐥 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐞 𝐧𝐨𝐧 abbia 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐞𝐬𝐭𝐢𝐯𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐟𝐨𝐫𝐦𝐮𝐥𝐚𝐭𝐨 𝐥'𝐞𝐜𝐜𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 – 𝐢𝐧 𝐬𝐞𝐧𝐬𝐨 𝐬𝐭𝐫𝐞𝐭𝐭𝐨 – 𝐝𝐢 𝐝𝐞𝐜𝐚𝐝𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐞𝐱 𝐚𝐫𝐭. 1957 𝐜.𝐜. (𝐂𝐚𝐬𝐬., 𝐧. 30774 30.11.24). Categorica la S.C.: 1) "l'eccezione è stricto sensu" e "non è superabile tale interpretazione, perché si tratta in effetti del governo di un diritto disponibile, in quanto il mancato sollevamento dell'eccezione costituisce una rinuncia al proprio diritto di "uscire" dal vincolo fideiussorio, e quindi in ultima analisi costituisce riconoscere/confessare la propria posizione sostanziale di debitore"; 2) a nulla vale sostenere che la Banca abbia finanche "ammesso" di non aver proposto istanze nel termine di legge, "deducendo che sarebbe essa, in sostanza, a rinunciare a quello che è in realtà diritto di controparte, cioè il diritto di far valere che è scaduta la garanzia e pertanto eccepirlo: è un'argomentazione insostenibile"; 3) il rilievo officioso della nullità non "rimette in pista" rispetto ad un'eccezione in senso stretto non tempestivamente formulata; inoltre, " la nullità, per contrasto con la normativa unionale trasfusa in quella nazionale per tutelare la concorrenza, toglie solo la "espunzione" che lo schema ABI operava con la relativa "rinuncia"; ma se poi la rinuncia non è valida, ciò non incide sul contenuto della norma la cui tutela era stata rinunciata, quindi vige di nuovo la decadenza dei sei mesi per farla valere. Che poi la normativa sulla concorrenza investa anche l'articolo 1957 c.c. togliendo tale termine è un asserto privo di basi concrete; e infatti detta normativa non ha "fatto cadere" l'articolo 1957 c.c., bensì, in sostanza (come si evince pure dall'intervento della Banca d'Italia), una clausola che lo derogava". #fideiussione #schemaABI #decadenza #nullitàparziale #1957cc #istanze #fideiussore

Nullità più ampia